Capitolo 58

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La mattina seguente, quando aprii gli occhi, impiegai un momento per abituarmi alla luce che filtrava dalla finestra. Mi girai e trovai il posto accanto a me vuoto.
Mi alzai dal letto e andai un cucina, dove non fui sorpresa di trovare Tay impegnato a preparare la colazione.
- Buongiorno, raggio di sole. - mi saluto' lui, senza staccare gli occhi dalle uova strapazzate che stava cucinando.
Mugugnai una risposta che neanche io riuscii a interpretare e poi mi sedetti sul tavolo, dondolando i piedi.
Tay fini' di cucinare e poi mi passo' un piatto di uova fumanti che iniziai subito a divorare.
Lui mi lancio' un'occhiata divertita e si sedette accanto a me, mangiando la sua porzione di uova.
- Non sembri molto felice stamattina. - noto' lui, dopo aver finito di mangiare.
Deglutii cio' che avevo in bocca. - Lo sono. Sto solo cercando di cancellare la conversazione con mio padre e mantenere i ricordi felici. -
- Stai parlando della serata con Francesco, per caso? - mi chiese lui in tono vago. - Spero che tu non abbia fatto niente di cui potresti pentirti. -
Mi strozzai con le uova. - Taylor! Certo che no! -
Lui sventolo' la sua forchetta a pochi centimetri dal mio naso. - Sai bene che, in dote di tuo grillo parlante, e' mio dovere assicurarmi che tu abbia la testa attaccata alle spalle quando esci con un ragazzo. -
Alzai gli occhi al cielo. - Magari possiamo organizzare un' uscita a quattro uno di questi giorni, cosi' puoi tenermi d'occhio e nel frattempo divertirti insieme a Raf. -
Lui apri' la bocca per rispondere, poi la richiuse. Alla fine mi guardo' con sguardo truce. - Non sto uscendo con Raf. -
- Oh, gia'. Perche' e' fidanzato con quella ragazza, immagino. -
- Non lo e' piu'. - mi informo' lui scrollando le spalle.
- Non dirmi che la situazione non ti fa ne' caldo ne' freddo... -
Lui evito' di rispondermi. - Vado a cambiarmi. Oggi e' il mio primo giorno di lavoro con Cassandra e non vedo l'ora di mostrarle il progetto a cui sto lavorando. -
- Sono sicura che ne sara' entusiasta. - risposi, pensando ai disegni che mi aveva mostrato. Tay aveva davvero del talento ed ero felicissima per lui nel sapere che aveva trovato un lavoro che adorava cosi' tanto.
Anche se ero davvero emozionata per lui, non sentivo la stessa cosa per me: certo, Francesco era stato davvero dolce con me e non avrei potuto chiedere di meglio per il mio primo bacio. Eppure la situazione con mio padre era riuscita a passare tutto in secondo piano: non volevo avere nulla a che fare con lui e la sua nuova famiglia, ma avevo promesso che avrei passato del tempo con Filippo e non mi sembrava giusto incolpare il ragazzino a causa dell'odio che provavo per il padre.
- Come sto? - mi chiese Tay, facendo una piroetta nel suo gilet di pelle e facendo svolazzare il foulard rosso che aveva legato al collo.
- Perfettamente Tay. - risposi io.
Lui mi sorrise. - In giorno la gente usera' questa espressione per intendere la catena di moda piu' famosa al mondo, firmata Taylor Manfredi. - accompagno' il suo nome con un gesto esagerato dell'intero braccio.
Qualcuno suono' il campanello e Tay si precipito' ad aprire la porta.
- Che ci fai tu qui? - chiese la voce bassa di Tay. Non sembrava affatto felice di vedere la persona alla porta. Quindi lo raggiunsi, convinta che Raf fosse venuto a trovarlo per parlare dei suoi "problemi sentimentali".
- Tay al momento e' occupato. Sai, deve andare... - Non finii la frase, rendendomi conto che il ragazzo alla porta non era Raf, ma Marshall.
- Non sono qui per lui. - rispose lui con tono risoluto. - Ho bisogno di parlarti, Audrey. -
Deglutii. Tay mi guardo' per un momento, interpretando la mia espressione come ogni volta. - Io devo andare. Non sono un nullafacente come alcune persone, sai. -
Tay sorpasso' Marshall a testa alta, fulminandolo con lo sguardo solo per un attimo.
- Mi raccomando, Edith. Niente sciocchezze. - Tay mi mando' un bacio con la mano e poi usci' di casa, lasciandoci nel silenzio piu' totale.
- Vieni, entra. - invitai Marshall. Lui temporeggio' un po' sulla soglia della porta, ma alla fine mi raggiunse in salone, dopo aver chiuso la porta alle sue spalle.
Ci sedemmo sul divano e lui mi fisso' con un sopracciglio alzato. - Edith? -
Feci un gesto vago con la mano. - Storia lunga. Allora, volevi parlarmi di qualcosa? -
Lui sembro' ricordarsene solo in quel momento. - Oh, si'. Sono venuto qui per parlarti di Gregori. -
- Gregori? Oh, intendi Francesco? -
Lui digrigno' i denti. - Esattamente. Devi stargli alla larga. -
Scoppiai a ridere. - E perche' mai? -
- Non e' il ragazzo per te. -
- Come fai a sapere che non e' il ragazzo per me? - gli chiesi retoricamente.
- Lo so e basta. E faresti meglio a darmi retta. -
Iniziai ad arrabbiarmi. - Francesco e' un ragazzo meraviglioso. Non ti permettero' di dirmi cosa fare. -
Lui si passo' una mano tra i capelli corti. - Non ti sto dicendo cosa fare. Audrey, so cose sul suo conto che ti farebbero cambiare idea. -
- Quali cose? -
Lui scosse la testa. - Credimi, e' meglio che tu non lo sappia. -
- Perche' non hai una bugia pronta? -
- Perche' Francesco e' un cretino. -
Rimasi a bocca aperta per un momento. - Non hai il diritto di trattarlo in questo modo! -
Anche lui alzo' la voce. - Apri gli occhi, Audrey! Lui non e' il ragazzo che credi! -
- Non ti credo. -
- Bene, allora chiedigli di raccontarti di Alice la prossima volta che ti prova a baciare sulla soglia della porta! -
Rimasi senza parole. - Come fai a sapere del...? Cosa c'entra Alice? Che diavolo...? -
Lui si alzo' dal divano. - Devo andare. Ho una partita di calcio da giocare contro il tuo perfetto fidanzato. Ti consiglio di avere una bella chiacchierata con lui prima di saltare a conclusioni affrettate. -
Raggiunse la porta e mi guardo' tristemente. - Non voglio che ti ferisca come ha fatto con me, Audrey. Voglio solo che tu sia felice. -
Usci' dall'appartamento e si chiuse la porta alle spalle lentamente, come se volesse aggiungere qualcosa ma avesse improvvisamente cambiato idea.

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