Capitolo 53

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Francesco si staccò dalla porta e camminò nella mia direzione, mostrando quel suo bellissimo sorriso. Mi ritrovai a sorridere a mia volta senza neanche sapere perché.

– Come sta andando il primo giorno di scuola, Audrey? – mi chiede lui, una volta arrivatomi davanti.

– Tutto bene. – risposi timidamente, cercando di non prestare attenzione alle persone accanto a noi che ci fissavano. – Qui è tutto così... diverso. –

Lui scoppiò a ridere e io sentii le guance infiammarsi. Non mi piaceva affatto l'effetto che quel ragazzo aveva su di me, ma non potevo farci niente. Decisi semplicemente di ignorare quella piccola voce dentro di me che mi informava che Francesco era davvero un bel ragazzo. Non che avessi bisogno di qualcuno che me lo facesse notare...

– Oh, voi due vi conoscete? – chiese Noemi curiosa.

Francesco si avvicinò ancora e si sedette su un banco incrociando le gambe sotto di lui. – ci siamo incontrati un paio di volte, ma ora che ci penso non ci siamo mai presentati come si deve. –

Scese dal banco e mi porse una mano sorridendo e facendo finta di inchinarsi togliendosi un immaginario cappello. – Piacere, bella ragazza. Posso chiederti come ti chiami? –

Giocherellai con una ciocca di capelli prima di stringergli la mano ed entrare nel personaggio. – Sono Audrey, piacere. E tu? Mi sembra di averti visto in giro prima di oggi. –

Lui sembrò divertito dalla mia risposta. – Francesco è il mio nome. –

Scoppiai a ridere e lui mi seguì a ruota. Pochi secondi dopo la campanella ci avvisò che la ricreazione era finita e che dovevamo tornare in classe. Noemi mi prese per un braccio e mi trascinò fuori, mentre Francesco mi salutava facendomi l'occhiolino.

Una volta usciti dalla classe, Noemi aspettò di arrivare di fronte alla nostra aula per rivolgersi a me con sguardo complice. – Non mi avevi detto che conoscevi Gregori. –

Scrollai le spalle. – Non sapevo neanche che frequentasse la mia stessa scuola. –

Lei sembrò non credermi, ma non ribatté. – Beh, comunque sia sei già un passo avanti se riesci a fare amicizia con gente come lui. insomma, io mi considero sua amica solo perché a volte passo la ricreazione con mia sorella e lui è nella sua stessa classe. Hai conosciuto mia sorella Giulia, vero? –

Annuii. – Siete praticamente identiche. –

Lei si sedette sul suo banco, aspettando che io facessi lo stesso. – Me lo dicono tutti. Spero davvero di diventare bella quanto lei. Giulia è sempre stata il mio punto di riferimento. A volte vorrei strapparle i capelli e usarli per lavare il pavimento, ma la adoro comunque. –

Soppressi una risata. – Penso che sia la reazione della maggior parte dei fratelli minori. –

– Anche tu hai una sorella maggiore? – mi chiese lei, evidentemente curiosa.

In quel momento entrò in classe una giovane professoressa dallo sguardo di ghiaccio. Noemi la fissò con sguardo intimidito, poi si sedette composta al suo banco e mi sussurrò che ne avremmo parlato più tardi. Non capii perché tutto a un tratto avesse cambiato espressione, ma quando la professoressa iniziò a parlare realizzai che non sarebbe stato un anno semplice: lei era l'insegnante di fisica e mise subito in luce il fatto che la sua materia era importante tanto quanto le altre, anche se eravamo in un liceo artistico.

– Imparerete la fisica e la matematica come Dio comanda. – promise lei alla fine dell'ora. – Posso solo dirvi per ora che, se studierete come si deve, non sarà affatto difficile. Ma se inizierete a pensare di poter copiare durante i compiti in classe o saltare le interrogazioni per una malattia mortale improvvisa, sono spiacente di informarvi che non permetterò che ciò accada. Buona giornata, ragazzi. –

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