Fissai il ragazzo davanti a me, ricordandomi con sorpresa che effettivamente era proprio il tizio che per poco non mi aveva investito. Senza volerlo uno dei quaderni che stavo comprando mi cadde dalle mani, finendo a terra. Mi chinai per raccoglierlo e Francesco fece altrettanto, finendo con l'urtare la mia testa.
- Scusami. - disse lui con un sorriso. Mi porse il quaderno e mi aiutò ad alzarmi. - Non volevo, davvero. -
Annuii e lo vidi massaggiarsi un punto poco sopra la fronte. - Certo che hai proprio una testa dura. - commentò, senza smettere di sorridere.
Io lo fissai. - Ti ringrazio del complimento. -
Lui parve sorpreso della mia risposta, ma poi riprese a sorridere, mostrandomi le fossette che aveva sulle guance. Ma la cosa che catturò la mia attenzione dal primo momento fu il suo sorriso: aveva dei denti bianchissimi e per un attimo dimenticai cosa stavo facendo.
Dovevo ammettere che era davvero un bel ragazzo, con la maglietta chiara che gli metteva in risalto gli occhi.
- Allora, stai comprando il necessario per la scuola? - mi chiese, riportandomi nel mondo reale.
Annuii. - Sì. Io, beh... mi sono iscritta a scuola quest'anno e... insomma, ovviamente mi sono iscritta a scuola, visto che devo andarci, ma mi sono iscritta qui, quest'anno. Qui in Italia, intendo. -
Mi diedi mentalmente della stupida, conscia del fatto che avevo appena balbettato per spiegargli il semplice fatto che avrei frequentato la scuola a Roma.
Lui parve divertito dalla mia reazione. - Ho sentito dire che non sei di queste parti, giusto? Dall'accento direi che sei Americana... -
Fissai un punto sopra la sua spalla. - Esatto. Vengo dall'Ohio. Mio padre abita qui e all'inizio ero venuta per vederlo. Era la condizione che mi era stata imposta per venire qui a Roma, sai. Poi però mi sono innamorata di questa città e ho deciso di studiare un po' meglio la lingua. -
- E quale posto migliore dell'Italia per imparare l'italiano? - chiese lui retoricamente. - Hai fatto un'ottima scelta. -
- Lo spero. - risposi a mezza voce.
Lui mi fece l'occhiolino. - Ne sono sicuro. Ora però devo proprio andare, mi dispiace. È stato un piacere rivederti... -
- Audrey. - gli suggerii.
- ...Audrey. - ripeté lui con voce sensuale. Mi sorrise un'ultima volta e poi si incamminò verso la cassa per pagare un paio di cose che aveva in mano e che non avevo notato. Certo che non le hai notate, pensai, Tutto ciò a cui hai fatto caso sono i suoi muscoli e il suo sorriso.
Mi guardai intorno, cercando Tay che nel frattempo era sparito. Riapparve magicamente dietro di me con un sorriso complice stampato in faccia.
- Non ho capito una parola di ciò che ha detto. - iniziò lui, prendendo la mia roba e mettendola in un piccolo cestino per la spesa già pieno di quaderni colorati, paillettes e pennarelli di ogni genere. - Ma non serve capire la lingua per rendersi conto che è interessato a te. -
Sbuffai, riempiendo gli spazi vuoti del carrello con matite di ogni tipo. - Tay, non tutto ciò che respira è interessato a me. Fattene una ragione. -
Lui scrollò le spalle, apparentemente indifferente a ciò che avevo appena detto. - Io dico che gli piaci. -
- Io dico che devi smetterla di cercare di mettermi con qualcuno e andare alla ricerca di qualche prodotto per la casa. - ribattei. - Avremo bisogno di qualche detersivo, uno stendino con delle mollette e... -
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Just friends
Teen FictionAudrey è una ragazza con un passato difficile: da piccola è stata abbandonata da suo padre e dal suo migliore amico, situazione che l'ha costretta a costruire intorno a sé un muro di sfiducia e incertezza e che pian piano l'ha spinta nel baratro del...