Rimasi a bocca aperta per qualche secondo, fissando mio padre come se fosse stato un attore famoso appena entrato nel mio appartamento. L'unica differenza era che odiavo mio padre e vedermelo arrivare in casa all'improvviso non era di certo la cosa piu' divertente del mondo.
- Posso entrare? - mi chiese lui, indicando l'interno del mio appartamento.
Mi scostai e lui entro', anche se realizzai solo dopo un paio di secondi quello che avevo appena fatto.
Tay usci' dalla cucina e si mise al mio fianco, cingendomi la vita con un braccio. Mio padre ci fisso' per un momento, scrutando Tay con sguardo impenetrabile.
- Lui chi e'? - chiese alla fine.
- Non ti riguarda. - risposi, abbracciando il mio migliore amico.
Mio padre lo fisso' per un momento. - Ho il diritto di sapere perche' c'e' un ragazzo sporco di farina nella casa di mia figlia. -
- Adesso sono tua figlia? - scoppiai a ridere, ma la mia risata nascondeva una tristezza profonda. - E dimmi... dove sei stato tutti questi anni in cui avevo bisogno di te? -
Lui mi fisso', ma non rispose. - Mi rendo conto che le mie scelte ti hanno ferita, ma questa e' la mia vita adesso. -
- E questa e' la sua. - si intromise Tay, reggendo lo sguardo di mio padre. - Non ti permettero' di rovinarla ancora. -
- Stanne fuori, ragazzino. - rispose mio padre.
Tay mi strinse a se' ancora di piu', facendogli capire che non mi avrebbe mai abbandonata.
Decisi di prendere in mano le redini della situazione. - Che cosa vuoi? -
Lui mi guardo', poi sposto' lo sguardo su Tay e infine torno' a fissarmi. - Ho bisogno di parlarti. -
- Dimmi pure. - risposi, senza staccarmi da Tay. - Qualunque cosa devi dirmi me la puoi dire davanti a lui. -
Mio padre scosse la testa. - Audrey Whitney, per favore. Ho bisogno di parlare con te. In privato. -
- Assolutamente no. - rispose Tay.
- Va bene. - dissi invece io. - Hai cinque minuti. -
Tay mi fisso' e io annuii. Quello era uno degli aspetti che adoravo di piu' in lui: mi capiva senza dover usare le parole e sapeva riconoscere una situazione in cui avevo bisogno di stare da sola.
Alla fine Tay si stacco' riluttante, fissando mio padre per un momento. Era pieno di farina e aveva il suo stravagante grembiule nuovo, ma aveva una determinazione nello sguardo e nei micro-movimenti del corpo che lo rendevano tanto pericoloso quanto lo era mio padre.
- Sono in camera se hai bisogno di me. - disse Tay ad alta voce, scandendo bene le parole per farsi sentire da mio padre. Poi mi diede un bacio sulla guancia nel modo piu' sensuale possibile e alla fine si diresse in camera mia.
Mio padre attese che Tay chiudesse la porta della camera prima di parlare. - Che diamine significa tutta questa situazione? -
Lo fissai, senza smentire la sua idea che Tay e io fossimo fidanzati.
- La mia vita non ti riguarda da quando te ne sei andato. Ora dimmi che ti serve. -
Lui apri' la bocca per dire qualcosa, ma alla fine cambio' idea e inizio' a vagare per il salone, con le mani incrociate dietro la schiena, senza dire una parola. Poi ando' in cucina, dove inizio' ad aprire qualche anta senza neanche avere il mio permesso.
Alla fine lo raggiunsi e chiusi con forza una delle ante che stava guardando.
- Hai intenzione di rispondermi? - gli chiesi con un tono arrabbiato. - Altrimenti puoi lasciare il mio appartamento senza problemi. -
- Posso sedermi? - chiese alla fine.
Deglutii, poi gli feci cenno di sedersi sul divano. Rimanemmo a fissarci ai due estremi del divano per qualche momento. Poi lui inizio' a parlare.
- So che non sono la persona che ti fa piu' piacere vedere nell'intero mondo. - Ero perfettamente d'accordo, ma non commentai. - Ho bisogno di te. -
- Non faro' niente per te. - risposi. - Sono qui per godermi la mia esperienza, non per aiutarti. -
- Non e' per me. E' per Filippo: nelle due settimane in cui sei stata a casa nostra, Filippo era completamente un altro bambino. Sorrideva, si divertiva, e ogni volta che tu e Marshall lo portavate in giro, tornava sempre a casa con il sorriso. Ma da quando sei tornata in America, lui e' tornato a essere il bambino solo e triste che era prima di incontrarti. -
Si accomodo' meglio sul divano, fissandomi con quei suoi occhi uguali ai miei. - Filippo e' un bambino molto intelligente, ma non fa altro che stare da solo. Non ha amici e ogni volta che parlo con i suoi insegnanti, loro mi dicono le stesse identiche cose che gia' so: dal punto di vista scolastico e' il migliore della classe, ma se ne sta sempre in un angolo e non parla mai con nessuno. -
- Mandalo in riabilitazione. - gli risposi acidamente. - E' un'esperienza cosi' divertente per un bambino... -
Lui digrigno' i denti. - Mi dispiace per quello che e' successo, okay? Non posso tornare indietro nel tempo, ma posso cercare di rimediare con il mio ultimo figlio. -
Volevo urlargli che oltre un "ultimo figlio" aveva altre tre figlie con cui non aveva mai trascorso piu' di una manciata di minuti. Ma alla fine decisi che il problema era mio padre, non Filippo.
- Cosa vuoi che faccia? - chiesi con voce piatta.
Lui sembro' davvero sorpreso della mia risposta. - Vorrei che passassi del tempo con lui... -
- Non so se ti interessa, ma in questi giorni sto andando a scuola e non ho tempo per stargli dietro. -
- Ti chiedo di farlo solo quando puoi. So che la scuola e' la cosa piu' importante, ma ci tengo davvero a mio figlio. -
Provai un moto di odio profondo nei confronti di mio padre e di Filippo. Cosa aveva lui in piu' di me che spingeva mio padre a idolatrarlo in quel modo?
Chiusi gli occhi. Lo volevo fuori dal mio appartamento, ora. - Va bene. Passo a prenderlo quando posso, ma non ti assicuro niente. -
Lui sorrise apertamente e rimasi a guardarlo per un momento: non l'avevo mai visto sorridere in quel modo.
- Ti ringrazio. - disse alla fine. - Non sai quanto mi fa felice sapere che... -
Decisi che non avrei sentito una parola di piu'. - Non lo faccio per te. Ma per lui. -
Lui annui' e non aggiunse altro.
Mi alzai dal divano e aprii la porta di scatto. Attesi che mio padre uscisse e chiusi la porta con forza.
Tay mi fu subito accanto, strigendomi tra le Sue braccia forti.
- Mi dispiace, Edith, sarei dovuto rimanere accanto a te. - sussurro'.
Io lo strinsi ancora piu' forte, sentendomi protetta tra le sue braccia. - Non devi scusarti. Va bene cosi', non gli permettero' di rovinarmi la vita un'altra volta. -
Mi strinse ancora, poi si stacco'. - Va' a riposare. Ti raggiungo appena finito di cucinare. -
Lo ringraziai e mi feci una doccia veloce prima di infilarmi nel letto. Era piuttosto tardi, ma non volevo addormentarmi per paura che gli incubi che avevo quando ero piccola tornassero a pervadere la mia mente.
Presi invece il cellulare, notando che Francesco mi aveva mandato un messaggio piu' di un'ora prima.
"Mi dispiace per cio' che e' successo, ma volevo solo dirti che e' stato il bacio piu' fenomenale che abbia mai avuto. Grazie della serata, e' stata davvero perfetta."
Sorrisi al telefono come un'idiota. Mi sentivo felice e lo ringraziai mentalmente per aver spostato la mia attenzione su qualcosa di diverso da mio padre.
"Grazie a te per avermi portata a cena fuori. Per la questione del bacio... non preoccuparti, Tay sa mantenere un segreto."
Lui mi rispose pochi secondi dopo. "Per me il bacio non e' un problema, fidati. Mi chiedevo se lo fosse per te."
"Assolutamente no! Non mi sentivo cosi' bene da tanto tempo."
"Mi fa piacere che l'appuntamento ti sia piaciuto."
"Cosi' quello era un appuntamento?"
Digito' un sacco di tempo prima di rispondere. "Ti dispiacerebbe pensarlo come un appuntamento?"
"Penso di no."
"Bene! Dio, pensavo di aver rovinato tutto."
"Tranquillo, va tutto bene."
"Mi chiedevo... domani hai qualcosa da fare?"
"Domani sera passo la serata con Noemi e qualche altra ragazza. Perche'?"
"Mi chiedevo se ti andava di venirmi a vedere giocare a calcio. Domani abbiamo una partita importante e penso che averti li' mi sarebbe di grande aiuto."
"Come un portafortuna?"
"Per me sei piu' di un portafortuna, Audrey. Ma se vuoi vederla cosi'..."
Alzai gli occhi al cielo sorridendo. In quel momento Tay entro' in camera con un vassoio pieno di biscotti al cioccolato. Lui mi passo' il vassoio e io gli passai il telefono.
Per noi era normale leggere le conversazioni dell'altro e spesso non avevamo neanche bisogno di parlare.
Ingurgitai qualche biscotto prima di lanciare uno sguardo al mio telefono. Notai che Tay aveva risposto al suo messaggio senza che me ne fossi accorta.
"Non vedo l'ora di tifare per te. A domani." Aveva aggiunto un paio di cuoricini colorati.
- Tay! - lo rimproverai, impossessandomi di nuovo del mio telefono.
Lui scrollo' le spalle. - So che vuoi ringraziarmi. -
Scossi la testa divertita, ma entrambi sapevamo che non ero affatto arrabbiata con lui.
- Vado a farmi una doccia. - mi informo'. - Penso di avere della farina anche nelle mutande. -
Scoppiai a ridere e lui mi diede un bacio sulla fronte. - Buonanotte, raggio di sole. -
- Notte. - mi stesi sul letto e chiusi gli occhi, improvvisamente stanca. Ero mezza addormentata quando Tay si stese sul letto accanto a me, abbracciandomi con il suo corpo caldo.
Mi addormentai con l'immagine di Francesco che mi baciava e sentii vagamente le mie labbra tirarsi in un sorriso.-----------------------------------------------------------
Angolo autrice:
Ho scritto il capitolo dal telefono, quindi non ho potuto usare le lettere accentate perche' la tastiera inglese non le ha. Quando posso le cambio dal computer.
Detto cio'... che ne pensate? Audrey e' abbastanza gelosa di Filippo, ma sa che non e' colpa sua se il padre e', diciamo cosi', non proprio il miglior genitore del mondo.
Dall'altra parte c'e' Francesco, che sembra essere il ragazzo perfetto. Ma non dimentichiamo che Francesco ha baciato Audrey, Raf li ha visti e Marshall vive con Raf...
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Just friends
Teen FictionAudrey è una ragazza con un passato difficile: da piccola è stata abbandonata da suo padre e dal suo migliore amico, situazione che l'ha costretta a costruire intorno a sé un muro di sfiducia e incertezza e che pian piano l'ha spinta nel baratro del...