Il silenzio è assordante.
Ti travolge quando meno te lo aspetti, non lasciandoti scampo. Spesso le persone provano a fuggire, parlando di tutto ma nello stesso tempo di nulla.
Perché è proprio il nulla quello che non capiamo, parliamo e basta. Arriviamo, persino, ad inventare cose non vere, solamente per paura di essere soli.
Ma lo capisco, come ho detto si ha terrore di essere sommersi dal nulla, dall'oblio. Nel silenzio il proprio corpo viaggia e spesso e volentieri si finisce per rimuginare su tematiche importanti o su figure di merda che si sarebbero potute evitare. Un via vai di pensieri, è questa la vita. Molti considerano i pensieri come qualcosa di vitale, la dimostrazione che l'uomo ha una grande capacità intellettiva, quella di formulare idee, opinioni, giudizi. Non sempre, però, i pensieri sono positivi. Si fa un uso errato della propria capacità di pensare, l'uomo tende a farsi travolgere dalle oscurità dalla sua vita. Conscio o inconscio, il pensiero si mette in relazione con noi nel momento in cui siamo più deboli, quando il silenzio aleggia intorno a noi.
Chi riuscirebbe a reggere il peso di rimanere da solo con quest'ultimo?
Il silenzio fa paura, come la verità. Se uno dei due iniziasse a parlare sarebbe la fine.
La nostra.
Eppure la paura è il sentimento che caratterizza la nostra vita, perché senza di esso noi non esisteremmo.
L'uomo di per sé ha paura, l'ha sempre avuta. Sin da piccini si ha paura di non trovare un amico con cui giocare o di cadere e di sbucciarsi un ginocchio.
Crescendo, diventando adolescenti, le paure cambiano, si evolvono. A quell'età si vuole essere accettati, e una volta che ciò accade ci si sente vuoti, come se mancasse qualcosa.
E dopo essersi resi conto che nemmeno un classico amore giovanile è capace di riempire quel vuoto, si passa alla fase successiva, quella dei famosi 18. Gli anni in cui si vuole trovare il proprio posto nel mondo. Ma questo è il lavoro più difficile e in pochi ci riescono a pieno, si ha paura, di conseguenza, di non raggiungere il traguardo e molti arrivano a strappare il dono più bello mai ricevuto. Sempre più sono le persone che decidono di farlo, di uccidersi perché non vengono accettati perché non riescono ad arrivare alla tappa successiva, creando così solo dolore.
Infine, quando si ha avuto la possibilità di trascorrere una lunga vita, si ha paura di dover un giorno abbandonare tutto ciò che con tanta fatica ci siamo creati: carriera, beni e soprattutto famiglia, quest'ultimo il regalo più prezioso al mondo. Ammettiamolo è la paura della morte che accomuna tutte l'età, la paura di non vedere più nessuno al nostro fianco, la paura di non sapere con certezza dove siamo diretti, la paura di perderci nell'oblio. È buffo pensare che passiamo tutta la vita a scappare da quello che più ci spaventa eppure giorno dopo giorno gli andiamo incontro. Convinti che quel momento sia ancora troppo lontano... ecco... ci viene sbattuto in faccia con una prepotenza che ci fa vacillare.
Ed è proprio quello che sta succedendo a me, alla soglia dei 18 anni, ho dovuto fare i conti con quell'essere minaccioso da cui scappiamo. Di fronte probabilmente all'ultima donna della nostra vita, un dolore incolmabile ti assale, un dolore da cui non è possibile scappare. Dicono che il tempo guarisce le ferite, ma se questa non fosse una ferita che si può cicatrizzare, cosa succederebbe?
È proprio in questo periodo di lutto che io non ero capace di proseguire, che io non vedevo altra uscita se non rinchiudendomi in me stessa, perché sono così, di solito scappo, fuggo via dal dolore, dal terrore. Ora è diverso, perché ora sono giunta al punto della vita in cui ci si sente così forti da voler cambiare il mondo. Da voler rivoluzionare la storia, non solo nostra, dalla voglia di essere qualcuno, ed essere ricordati per sempre, aggiungendo il nostro nome a quel mattone di libro che un giorno, i miei discendenti dovranno imparare, maledicendo quel povero insegnate che vuole acculturare la gioventù. Ancora adesso ho il terrore di capire cosa mi riserva il futuro, ma ormai sono in gioco, non si può più scappare. Non voglio scappare. Voglio lottare, voglio combattere ogni situazione, immagazzinando giorno per giorno tutti gli insegnamenti che lì per lì vengono sottovalutati.
È vero che la paura molto spesso ti impedisce d'agire, ma è proprio quando sei davanti ad essa che scopri quel forte lato del carattere che hai sempre avuto con te, il coraggio. Il coraggio di poter voltare pagina, perché se la precedente non ha fatto altro che riempirti di brutte esperienze, la successiva ti riserva dolci sorprese.
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Random Walk
RomanceDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...