Capitolo 78

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Quel ragazzo, si capiva, era davvero sicuro di sé e la cosa mi piaceva molto. A volte sembrava scorbutico ma è pur vero che aveva un senso dell'umorismo che apprezzavo.

《Senti tu, dovresti velocizzare il passo, se vuoi andare a pranzare. 》Cercò di mettermi fretta e stranamente ci riuscì.

《Non so se lo hai notato ma un tuo passo vale almeno due dei miei. 》Mi presi in giro da sola per sdrammatizzare la situazione.

Il ragazzo con un fare veloce e sicuro mi prese la mano quasi come se volesse aiutarmi a camminare su quel terriccio scivoloso. Da una parte ne fui grata, dall'altra ammaliata dal suo dolce comportamento. In poco tempo, strano ma vero, arrivammo a quella che era la mensa.

Prima di aprire la porta sentii qualcuno che si schiariva la voce. Mi voltai. Era Shane che incrociava le braccia al petto, fortemente irritato. Ritirai la mano dalla stretta di quel ragazzo e mi avvicinai a Shane per poi rivoltarmi e volgendomi al ragazzo con un flebile sussurro. 《 Grazie. 》Shane mi avvolse repentinamente la vita.

《Non ti preoccupare ragazza dai capelli blu, saprai come ripagarmi. 》Esclamò e dopo aver lanciato un'occhiataccia in risposta a quella di Shane aprì la porta per entrare nella mensa.

《Bello, molto carino non trovi? E poi "ragazza dai capelli blu" è davvero fine. 》 Ironizzò Shane visibilmente infastidito. Scoppiai a ridere.

《Sei tu che mi hai sempre chiamato "Ninfa" almeno il suo è un nomignolo di certo più indicato. 》Commentai, staccandomi dalla sua presa e facendogli una linguaccia. Shane sorrise anche se un po' infastidito.

《Hai conosciuto Benjamin Carter quindi. 》Constatò afferrandomi la mano.

《Oh si chiama così? 》Pensai, guardando la porta ormai chiusa. 《Non mi aveva detto il suo nome. 》Shane a quelle parole mi diede un piccolo colpo alla testa.

《Non ti azzardare a pensare a quel ragazzo in quel modo. Non mi piace quel tipo. 》Sospirò ad un centimetro dal mio viso, dopo essersi un po' inclinato con il busto in avanti.

Gli diedi un bacio appassionato, mancavano solo dei fuochi d'artificio. Nel mio stomaco si sentì quella sensazione di farfalle, mentre la mia anima sperava di non dover mai mettere fine a un momento del genere. Appena fummo costretti a prendere aria, sorrisi con un leggero affanno causato da quel contatto.

《Se non ti conoscessi bene, direi che ti sia geloso. 》Sentii ancora una voglia improvvisa di rilegarmi a quella belle labbra, mentre mi perdevo nei suoi occhi marroni.

Era sul punto di protestare, ma sapeva benissimo che non era il caso.

《Ho fame. 》Disse per poi trascinarmi nella mensa e prendere posto al nostro tavolo. I ragazzi parlottavano di qualcosa, anche se era impossibile prestare attenzione, siccome una volta arrivati chiusero immediatamente la bocca.

Sinceramente non ci prestai attenzione, anzi quando Shane andò a prendere il pranzo sia per me che per lui, il mio sguardo fu attratto dal ragazzo dai capelli bianchi che scoprì chiamarsi Benjamin. Il tavolo del suo club sembrava davvero ambiguo, persone particolari erano sedute intorno a lui, che per un millesimo di secondo mi scoprì intenta a guardarlo. Feci un cenno con la mano per non sembrare un'emerita stupida, lui fortunatamente ricambiò facendomi sentire meno idiota di quanto mi ero dimostrata e voltandomi verso i miei compagni cercai di prestare attenzione al loro discorso, mentre da una parte volevo sapere che cosa passasse nella testa di quel ragazzo.

《Quindi è arrivata? 》Domandò Manuel alzando leggermente la voce, mentre John cercava in tutti i mondi di farlo zittire. Tutti si voltarono verso di me quasi fossimo nel 1600 e io fossi un untore.

《Chi è arrivata? 》Domandò Shane, una volta averci raggiunto con il vassoio e poggiandolo fra me e lui, lo ringraziai. Shane attirò l'attenzione su di sé e di questo ne fui immensamente grata, ma era certo che i miei compagni non volevano parlare nemmeno con lui.

《Nessuna. 》Sancì Mitch, sparando un'occhiataccia a Shane. Sicuramente riguardava noi due e la cosa non andava bene.

《Ti conviene essere sincero, prima che sia troppo tardi. 》Una voce dal fondo del tavolo parlò. Forse era tanto che sentendo la sua opinione non avevo una infrenata voglia di ucciderla. Abigail rivolse la sua frase verso Shane, che rimase particolarmente turbato. Subito dopo però la ragazza decise di scappar via, lasciando a metà non solo il discorso ma anche il suo pranzo.

《A cosa si riferisce? 》Chiesi soprattutto rivolta verso Shane e non verso gli altri.

《Ma chi lo sa. 》Rispose frettolosamente Stewart. 《Quella ultimamente dà i numeri. 》Continuò Steven, i due evidentemente nascondevano qualcosa.

《Forse sarà così. 》Risposi stringendo le spalle e continuando il mio pranzo in un rigoroso silenzio che durò un attimo.

《Come sta andando il vostro articolo? 》Domandò John con l'intento di voler far cambiare repentinamente il discorso fatto.

《Tutto bene. 》Risposi in modo veloce e subito ripensai alla figura di quel Carter. 《Senza nessun aiuto non ho concluso molto, ma spero ben presto di avvicinarmi a quel mondo, così da poter concludere il tutto. 》Affermai, guardando Mitch quasi avesse la peste.

《Stai tranquilla, vedrai che con calma tu e Mitch farete un bel lavoro. 》Disse John con il suo fare sempre molto gentile. Gli sorrisi, ma in quel momento la mia testa era tormentata da altri pensieri. Controllai il mio orologio da tasca, mancavano almeno venti minuti e poi avremmo tutti dovuto riprendere le nostre mansioni. Guardai Shane, il quale si era alzato per parlare con degli amici, suppongo. Finito il pranzo, salutai gli altri e decisi di dirigermi verso di lui. Shane vedendomi mi venne incontro.

《Manca poco alla fine della pausa, ti va di passare del tempo insieme? 》Chiesi, sinceramente era un po' che volevo passare almeno cinque minuti da sola con lui e da quando avevamo ufficializzato il nostro rapporto questo non era mai accaduto. Tutto ciò mi faceva una rabbia pazzesca. Shane, ovviamente, non rifiutò, anzi apprezzò il mio gesto, mi prese per mano e sotto gli occhi curiosi di tutti mi accompagnò verso l'uscita. Non ci allontanammo da lì, anche perché avremmo soltanto sprecato tempo. Vide una panchina accanto alla mensa e ci fermammo lì, entrambi seduti ma lui mi sorreggeva le gambe.

《Sai sono felice del compito che mi hai assegnato. 》Sussurrai appoggiando il viso sulla sua spalla. Mi guardò quasi pervaso dalla gelosia, sicuramente pensava a Benjamin. 《Non è per quello che pensi tu. 》Cercai di giustificarmi alzando le mani in segno di resa. 《Al contrario, lui non c'entra niente, è stato solo uno spiacevole inconveniente. In realtà perché il teatro mi ha sempre affascinato. Non lo spettacolo che viene portato sulla scena, ma era ciò che vedevo dietro le quinte che mi emozionava. Ora potrò farne parte e la cosa mi eccita davvero. 》 Sospirai ripensando a quel mondo fantastico.

《Non penso tu mi abbia chiamato solo per parlare di quanto il teatro ti piaccia, anche perché ero consapevole del tuo amore verso quest'arte. Quindi, dimmi cosa c'è che non va, Ninfa? 》Domandò, con una certa sincerità che trapelava dai suoi occhi, che io mi accorsi di amare tanto.

《Shane... 》Tentennai un po'. 《Io... 》Era inutile quelle parole non uscivano dalla mia bocca.

《Ragazza dai capelli blu, il tuo tempo è finito, devi darti una mossa, hai perso la scommessa. 》La voce sensuale di Carter era sicuramente l'ultima cosa che avevo intenzione di sentire.

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