Capitolo 42

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《Adesso basta, prendiamo posto, è il momento di consegnare gli articoli. 》 La voce di Shane interruppe la conversazione, ma non fui infastidita da questo, non eravamo qui per scherzare tutto il giorno. Ero sicura che se avessi passato solo un'ora in più ad ascoltare la storia dei gemelli, sarei uscita pazza in pochissimo tempo.

《Manca solo il tuo. 》Shane mise una mando davanti il mio volto, quasi a volere i fogli dell'articolo.

《 Si un secondo. 》cercai di guadagnare tempo, giusto quello che bastava per stampare e consegnare il mio scritto.

Shane con aria indifferente prese in nostri lavori e si rinchiuse in uno stanzino accanto il nostro.

《E adesso che si fa?》chiesi dopo almeno cinque minuti, già distrutta da quella suspense.

《Si aspetta. 》sorrise Mitch invitandomi a trasportare la mia sedia alla sua postazione, acconsentì e in poco mi resi conto che dall'altra parte del tavolo si avvicinarono Abigail e Manuel.

《È arrivato il momento di una partitina. 》sorrise la bionda poggiando sul tavolo un contenitore giallo con dentro un mazzo di carte.

《Io e la ragazza pudica contro voi.》esordì Manuel con un sorriso. Gli altri annuirono e lo stesso feci io.

I minuti passavano e tra una partita e l'altra, controllavo quella porta accanto la scrivania centrale. Shane ci stava mettendo troppo tempo e questa cosa mi faceva ribollire il sangue.

《Non preoccuparti Dafne, andrà bene. 》il piccolino del gruppo Jonathan sembrava essersi accorto del mio turbamento. Gli sorrisi e continuai la partita a carte.

Un mazzo di carte e gli amici, era questa l'estate che avevo sempre desiderato trascorrere, anche se solo allora mi resi conto di quanto era divertente vivere momenti del genere.

Proprio nel momento in cui pareggiammo, dopo ben due sconfitte e ci preparammo per iniziare l'ultima partita, la bella, la porta si aprì. Shane in tutto il suo splendore, uscì con in mano quei fogli straordinariamente ordinati.

Tutti prendemmo posto, era il momento di lavorare. Il ragazzo dai capelli neri chiamò uno ad uno tutti i membri e dopo aver consegnato il loro lavoro, diede qualche consiglio su come migliorarlo.

《Dafne. 》sentire il mio nome per la seconda volta uscire da quelle labbra, mi sorprese non poco.

Che mi stessi abituando ad essere chiamata Ninfa da lui? Ero un po' infastidita perché aveva utilizzato il mio nome, come fanno tutti? Eppure lui non era tutti, lui era...

《Veloce. 》mi richiamò, costringendomi ad andare verso di lui e a prendere i fogli. Notai una scritta in stampatello con una matita rossa. "Non è adatto per la pubblicazione."

Un forte frastuono riempì il mio animo, non era adatto? Come non era adatto?

《Scusatemi devo andare agli allenamenti per la partita, potete continuare da soli? 》Dopo che gli altri annuirono, Shane uscì, lasciandomi ferma come una statua.

I miei occhi viaggiavano dalla scritta alla porta e dalla porta alla scritta, così per almeno altre tre volte, finché non presi un po' coraggio e corsi dietro quel ragazzo che mi stava decisamente mandando in crisi.

《Shane. 》cercai di chiamarlo, ma ovviamente sordo com'era non sentiva. 《Shane. 》provai una seconda volta, nulla.

Imprecai mentalmente e iniziai a seguirlo in quel labirinto senza fine di corridoi. In un baleno mi ritrovai davanti ad una porta blu con su scritto " Spogliatoi maschili". Un po' riluttante, decisi di entrare. Quella stanza, caratterizzata da una vernice per metà blu e per metà bianca, conteneva al suo interno diversi armadietti dipinti di due colori, in modo alterato, quelli della squadra, giallo e blu. Vi erano anche diverse panchine di legno, sparsi un po' dappertutto, forse perché i giocatori prima degli allenamenti avevano fatto, come si suole dire, il delirio. Infatti, asciugamani, magliette, pantaloni e scarpe erano sparse un po' ovunque. Nella stanza aleggiava un forte odore di sudore, che per poco mi costrinse a tapparmi il naso.

Mi guardai intorno e fortunatamente gli altri giocatori erano agli allenamenti e questo mi fu favorevole.

Arrivai poco tempo dopo, giusto quello che bastava per trovarlo a petto nudo, intento a sbottonarsi i pantaloncini di jeans.

《Shane! 》urlai entrando e trovando invece quel bel regalo.

《Ninfa! 》Urlò anche lui con il mio stesso tono, quasi a farlo apposta per prendermi in giro.

《Che cosa cazzo significa "Non è adatto per la pubblicazione."? 》 il mio cuore era frastornato, ma quella domanda più che con tono arrabbiato, uscì quasi come un sussurro. Quei muscoli iniziavano a confondermi.

《Come scusa? 》 domandò lui divertito, avvicinandosi ancora di più.

《M-me-mettiti una cavolo di maglietta, per la miseria è una cosa seria. 》 cercai di guardare altrove, anche se con scarsi risultati.

《Perché? Chi ti impedisce di parlare? 》sorrise maliziosamente lui avvicinandosi lentamente. Bastardo, pensai tra me e me.

Feci una panoramica del suo fisico, partii da quel collo che quasi con fierezza mostrava il pomo di Adamo. Gli occhi passarono alle spalle, in seguito al petto e alla tartaruga ben definita, fino ad arrivare a quei jeans sbottonati che lasciavano intravedere i boxer bianchi.

Distolsi, ancora una volta, lo sguardo con fare tranquillo.

《Ripeto, siccome non capisci. Perché il mio articolo non è adatto alla pubblicazione? 》 incrociai le braccia sotto il petto e facendo leva sulla mia forza di volontà cercai di guardare solamente il suo viso, che di colpo si fece serio.

Quasi ironico era il suo atteggiamento convinto, nonostante la maggior parte del suo corpo era in bella vista.

《Ninfa, tu non hai creatività. 》 ammazzò in un attimo tutte le speranze con una semplice frase. Il mio sangue iniziò a ribollire di rabbia e mancava poco che dalle mie orecchie uscisse il fumo, quasi come quando Majin buu era arrabbiato.

《 Io non ho creatività? Che significa? 》cercai di essere calma, ma quelle parole sembravano dei proiettili che uscivano, con gran fracasso, dalla mia bocca.

《Significa quello che ho detto. 》 Shane mi rispose a tono, poggiando le mani, chiusi in dei pugni, sui fianchi.

《E allora, siccome fai tanto il saputello, dimmi perché e da dove deduci questa affermazione? 》il suo atteggiamento iniziò a darmi davvero fastidio.

《Ninfa, hai semplicemente messo insieme frasi dette! 》prese un respiro profondo e poi continuò. 《 "Gli occhi sono lo specchio dell'anima." Ma ti prego! Per quanto sia vero, è un classico. Quell'articolo non ha nulla di tuo. 》 si voltò andando incontro a quello che doveva essere il suo armadietto per poi prendere la maglietta della squadra con il numero 8.

Non gli diedi nemmeno il tempo di mettere la maglietta che subito mi avvicinai a lui, ancora arrabbiata.

《E allora dimmi, siccome tu sai tutto, che frase avrei dovuto inventare per esprimere quell'esatto concetto? 》iniziai a puntare più volte l'indice sul suo petto. Ormai il suo corpo scolpito non mi faceva il minimo effetto.

Prima di rispondere guardò un po' intorno a sè, poi aprì le carnose labbra e iniziò 《Non lo so, ma non ti ho chiesto di creare un articolo con ciò che scrivono gli altri, al contrario, volevo qualcosa di tuo. Fanculo se non saranno frasi fatte che regalano un po' di emozione. 》 mi prese le mani, e le strinse forte nelle sue. 《 La verità è... 》 quasi ci pensò sopra. 《 La verità è che... 》quella situazione straziante per poco non mi soffocata.

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