《Ehi Ninfa...》 iniziò a parlare accarezzando con la mano destra la parte dietro del suo collo, sotto il mio sguardo infastidito.
Non gli lasciai nemmeno il tempo di concludere l'intero pensiero. Chiusi di botto la porta, causando un forte suono che si placò subito d,opo.
《Ma... che succede?》Chiese la mia migliore amica, dopo aver adagiato la lettera nel comodino e averlo chiuso con cautela.
《Niente, è meglio se ci riposiamo un po'.》Sussurrai con voce flebile, buttandomi sul letto.
Un nuovo colpo alla porta mi fece sussultare, questa volta però decisi di non andare ad aprire. La mia migliore amica non fu dello stesso parere e in men che non si dica, aprì la porta, facendo entrare quella figura possente e sexy nel mio alloggio.
Amavo le persone che si prendevano subito di confidenza, così da poter saltare quelle odiose tappe del "Se non ti avvicini tu, non lo faccio io". Questo ragazzo era così, per quanto poco lo conoscessi, avevo capito che era uno che saltava quella tappa. Non avevo mai incontrato una persona che ragionasse in questo modo e la cosa, ammetto che mi faceva piacere.
Quella figura così sexy saltò sul mio letto stringendomi con le sue ginocchia e limitando i miei movimenti《Ma che diavolo fai?》chiesi, cercando di rimanere indifferente, quando l'indifferenza era l'ultima cosa che volevo far notare in quel momento.
《Tu...piccola Ninfa odiosa, come hai osato chiudermi la porta in faccia?》chiese e senza aspettare una risposta da parte mia, iniziò a farmi il solletico al mio punto debole, i fianchi!
Per quanto cercassi di trattenere le risate e di contorcermi il meno possibile, fu tutto inutile, in meno di un minuto, avevo già iniziato a fare le acrobazie per cercare di liberarmi da quella maledetta presa.《Chiedi scusa, implora pietà.》urlò con tono scherzoso e divertito.
La terza persona che stava assistendo alla scena scoppiò a ridere, ma nessuno dei due le prestò attenzione.
《Giammai!!》urlai in modo cavalleresco, come se fossimo in una battaglia e lui mi stesse dando la possibilità di buttare a terra uno straccio, una bandiera o quel che sia, di colore bianco.
Quel ragazzo di cui ignoravo il nome continuava imperterrito la sua mansione, voleva vedermi arrendere.
Le risate risuonavano nella stanza e io non riuscì più a trattenere le lacrime. Con gli occhi umidi, i capelli scompigliati, il mascara sulle gote e la mascella ormai dolorante, decisi di chiedere perdono.《Pietà, Signore, imploro pietà!》urlai con voce alquanto stridula, ma abbastanza possente per imitare gli uomini del medioevo.
Il ragazzo si alzò e si mise seduto sul bordo del letto per alzarsi definitivamente. 《Grave errore...》sussurrai fiera di me stessa e di quello che stavo facendo, gli saltai sulle spalle e iniziai a fargli la così detta "carotina" tra i capelli, a cui sembrava tenere più di qualunque cosa al mondo.
《Ora tocca a te chiedere scusa!》dissi continuando divertita il mio lavoro.
Non ci mise molto e anche lui supplicò perdono. Finimmo per ridere allegramente e sigillai il tutto in un ricordo che ormai sarebbe stato fondamentale per la mia vita.
《Allora ragazzo affascinante, cosa ci fai qui? 》chiese la mia migliore amica, notai che ormai aveva adocchiato colui che mi chiamava Ninfa e per questo ci avrebbe provato in tutti i modi per avere anche solo una notte di passione con lui.
Annoiata ormai dalla situazione, mi alzai e con passo spedito mi recai in bagno dove mi diedi una ripulita.
Sentii provenire dall'altra parte risate che si alternavano a minuti di silenzio. Ma soprattutto sentí quella risata, la tipica risata che usava lei per dire "peccato che non siamo soli, avremmo potuto fare qualcosa di più".
Uscì dal bagno e come al solito vidi lei sulle ginocchia di lui e le mani intorno al suo bel collo. Tipico di Charlotte, era come un segnale per noi, "lasciaci soli" è questo ciò che cercava di dire.
Non me lo feci ripetere due volte, presi il mio orologio dal comodino《Vado a farmi un
giro.》 Dissi mentre uscivo dalla porta.《Aspetta Ninfa, vengo con te.》 parlò il ragazzo che fino un attimo prima era sopra di me e adesso si trovava sotto la mia migliore amica.
《Non c'è bisogno.》sussurrai, la mia voce uscì come un misto di dolore e tristezza.
《Ma davvero, vengo a farti compagnia.》annunciò ancora seduto.
《Ho bisogno di rimanere sola.》 sussurrai per poi chiudere la porta facendola sbattere.
Iniziai a camminare accompagnata del silenzio assordante del luogo e dal rumore incessantemente dei miei pensieri.
Charlotte è sempre stata così, per quanto potesse essere ingenua e amasse un lieto fine con la persona che amava, non si lasciava mai perdere un occasione del genere, da una parte chi lascerebbe un'occasione del genere? Io, ovviamente.
Io ho sempre sognato un amore sincero un amore come quello dei film, un amore romantico, ma non troppo, sincero, ma abbastanza problematico, così un giorno, da riuscire a dire "noi siamo riusciti a superare tutto perché è questo ciò che volevamo".
Per quanto posso sembrare scontrosa e scorbutica, amo anch'io le cose dolci e non parlo dei cioccolatini il giorno di San Valentino.
Ma di quell'amore puro e sincero che un giorno ti porta ad essere la ragazza più felice del mondo e il giorno dopo, ti potrebbe far crollare, ma nello stesso tempo, lo sai, lui ama te come tu ami lui. Perché non c'è cosa più bella di amare, che essere amati.
Sentirsi importanti per una persona, sapere che quella persona ti pensa ventiquattro ore su ventiquattro, come fai tu, ogni momento della tua giornata.
È questo l'amore che voglio vivere, un amore che mi consumi, un amore passionale, di cui non mi dimenticherò mai anche se potrebbe non durare, è quello l'amore di cui ho bisogno.
Perché è un bisogno sentire cosa si prova ad amare. È contraddittorio pensare che ormai non credo di poter trovare l'amore, non troverò quel che cerco, ma perché non provarci?
Perché non raccogliere le opportunità che mi capitano? Semplice perché io sono fatta così, sbadata e sognatrice, ma nello stesso tempo, è stato facile per me costruire una corazza intorno a ciò che sono, perché tutti dentro di noi, siamo deboli come le foglie d'autunno che con un semplice soffio di vento finiscono a terra, per poi essere calpestati da miliardi piedi e altrettante macchine, sentendoci inutili e senza un vero scopo nella vita.
Ormai persa nei miei pensieri, non sapevo in che luogo mi stavo recando, camminai ancora e ancora, le gambe cominciavano a farmi leggermente male, ma non mi importava, camminare era sinonimo di rilassamento per me.
Vidi un laghetto circondato da alberi, mi abbassai a raccogliere un sasso piatto, sperando di riuscire a farlo saltellare sull'acqua.
Tentai la prima volta, il sasso compì un solo salto. "Riproviamoci" dissi nella mia testa. Presi un'altra pietra piatta. Un saltello.
《Mi sa che non è proprio cosa tua.》disse una voce possente che però non riuscii a riconoscere.
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Random Walk
RomanceDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...