《Ho pensato che ti andasse un po' di the fresco fatto in casa.》 sorrise amorevolmente, porgendomi una delle due tazze.
《Certo, prendo una giacchetta e arrivo.》dissi per poi sparire dentro casa e ricoprire con un semplice coprispalle.
Ci sedemmo sulle scale e nessuno dei due era deciso ad aprire bocca su una qualsiasi conversazione.
Ammiravo la sera, a dire il vero erano ancora le 20:00 e il cielo era ancora illuminato dalla luce del sole ormai scomparso.
《Grazie..》sussurrai, avvicinandomi a lui per ricevere un po' del suo calore.
《Di nulla..》 ci fu un secondo di silenzio, mi persi nei suoi grandi occhi che guardavano verso l'alto.《 Allora Dafne, cosa ti piacerebbe fare nella vita?》domandò voltandosi verso di me e facendo ritrarre il mio sguardo siccome ancora era intento a guardarlo.
《Vorrei lavorare in uno dei giornali di New York.》feci un secondo di pausa, il mio lavoro sarebbe stato quello di sedermi ad una scrivania ed iniziare a scrivere, certo, forse non è l'ambizione di molti, ma è il mio unico sogno. 《E tu?》chiesi dopo un po'.
《Il mio destino è già segnato.》 sorrise debolmente.
《Siamo noi gli artefici del nostro destino.》recitai una frase che ripeteva sempre mia nonna.
《No, se chi ha deciso il tuo destino è un uomo come mio padre.》disse stringendo la tazza fra le mani.
《Economia, legge o medicina?》chiesi, quasi sempre i genitori indirizzano i figli in queste due categorie, ovviamente questi tipi di genitori.
《Legge.》rispose, buttando fuori un grosso sospiro e bevendo un po' del suo the ghiacciato.
《Che ti piacerebbe fare?》ormai il discorso mi interessava.
《Pediatria.》un sorriso comparve sul suo volto.
Per poco un riso non mi scappò di bocca, immaginavo come sarebbe stato per quei bambini avere davanti un ragazzo che incuteva tanto terrore, ma che in fondo era un pezzo di pane.
Cercai di tramutare la risata in un semplice sorriso, per poi annuire. 《Sarei felice per te, se coronassi il tuo sogno.》avevo reputato sin dall'inizio Brent come un ragazzo in gamba.
《Non sarà così facile come credi.》Quel ragazzo si stava demoralizzando sotto i miei occhi. Non potevo lasciarglielo fare, non so come e non so perché ma sono sempre stata quella ragazza a cui viene raccontato tutto di tutti, in un modo o nell'altro. Sono quella ragazza che odia veder soffrire le persone e cerca di farsi in quattro per aiutare gli altri.
Di istinto mi alzai, lasciando la tazza lì sul gradino di legno. Strinsi le mani in dei pugni, così forte che le nocche iniziarono a farsi bianche. 《Sei uno stupido! Un vigliacco! Un idiota!》feci un momento di pausa mente lui mi guardava sbalordito.《Se non sarai tu a lottare per te stesso, chi pensi lo farà? Sei un povero illuso se credi che tuo padre ti lascerà andare senza che tu faccia nulla! Povero stolto! Dovresti lottare per i tuoi sogni! Sarà il tuo futuro cavolo! Non vorresti fare qualcosa che ti piace? Non vorresti badare a quei bambini? Ti rispondo io: No! Non lo vuoi sul serio, perché se solo lo volessi, faresti qualcosa, se solo ti importasse davvero faresti qualcosa. Ma se non vuoi farlo, allora sarà meglio così. Quei poveri bambini non avranno bisogno di un vigliacco che non ha saputo nemmeno tenere testa al padre. Reagisci per una volta! Cerca di fare qualcosa! Rendi fiero te stesso, non tuo padre. Lui non è te, lui non sa ciò che ti piace fare se non glielo dirai. Ma sappi una cosa se ti troverai a lavorare come avvocato o qualunque cosa sia e sarai infelice è tutta colpa tua, idiota.》 Forse mi lasciai trasportare troppo dall'emozione e finii per sparare a raffica tutte quelle parole. Sembravo una mitragliatrice che si era incappata e non finiva mai di sparare. Scrutai il suo volto da cui non traspariva nessuna emozione, il nulla. Sembrava fissasse il vuoto sul pavimento. I suoi occhi si spostarono in un istante, rivolgendosi fissi nei miei. Poi si alzò quasi di scatto, scese i due scalini rimanenti e si posizionò ad un centimetro da me.
Sentivo il suo respiro sul mio viso. Era arrabbiato o almeno così traspariva dal suo corpo. Ero nei guai, ne ero convinta, mi stava per gridare contro, come facevano tutte le persone alla finale di quello che doveva essere un conforto.
Non so consolare le persone, non ne sono mai stata capace. Al contrario, ho sempre parlato in modo schietto e preciso, causando spesso molte grida da parte di diverse persone arrabbiate dal mio comportamento.
Ma lui no, lui fece una cosa che non fece nessun altro, una cosa che mi fece sentire bene, una cosa che calmò il mio corpo cacciando via tutte le mie ansie, una cosa che mi stupì e che forse ricorderò in eterno. Mi abbracciò. Un semplice abbraccio di due amici, un abbraccio quasi fraterno, sentito, un abbraccio che mi fece sentire accettata per quello che sono.
《Grazie Dafne.》sussurrò al mio orecchio. Quel ragazzo portò nel mio cuore un senso di tranquillità. Rimasi per un attimo sbalordita. Poi Brent si staccò, quasi convinto di essere stato di troppo, come se un abbraccio non fosse mai gradito.
Come se quel contatto che da sempre era servito per consolare e mostrare affetto, fosse qualcosa di disgustoso.
《Mi sa che dovresti un po' migliore il tuo modo di esprimerti mentre cerchi di consolare una persona, sai, essere chiamato idiota, vigliacco, stupido e stolto, non aiuta molto.》scherzò lui per spezzare un po' la situazione che aveva forse assunto un lato bizzarro.
Poi prese la sua tazza e la mia da quel gradino fatto di legno. 《Ma hai ragione.》disse per poi porgermi la tazza.《Devo fare qualcosa per le scelte del mio futuro.》mi sorrise mentre io ancora non riuscivo a dire una parola. 《Dobbiamo brindare a questo, ad un nuovo inizio e alla nostra nuova amicizia.》 Alzò quella tazza, in segno di brindisi. Quasi vittoria.
Lo feci anch'io. 《Ad un nuovo inizio e alla nostra nuova amicizia.》ripetei come farebbe un pappagallo.
Mandai giù tutto il the in un solo sorso, quel discorso mi aveva prosciugato la bocca. Lo stesso fece Brent, a cui forse mancava poco per finire la bevanda.
《Brent.》lo chiamai mentre lui prendeva le due tazza, ormai vuote, e le rimetteva sul gradino.
《Si?》chiese girandosi e guardandomi negli occhi.
《Ora sarei felice di ricambiare il tuo abbraccio.》Non so come, non so perché, ma quelle parole uscirono dalla mia bocca da sole. Da parecchio tempo non abbracciavo un ragazzo capace di farmi sentire così accettata. Forse avevo semplicemente bisogno di calore umano, o forse lo feci solamente perché mi andava.
Brent si avvicinò per stringermi in un caloroso abbraccio fra amici, che ovviamente ricambiai. Mi sentivo protetta fra le sue braccia, quasi come se fosse un fratello maggiore.
《Cosa succede qui?》una voce familiare uscì dall'ombra, spezzando quel momento che sembra quasi essere perfetto.
Angolo autrice.
Chi è questa persona? Voi chi pensate che sia? Rispondete e indovinate per poter avere come premio pubblicità, voti, commenti, o anche una semplice domanda da pormi per sapere cosa succederà durante il corso della storia.
Bene, allora chi è la persona che ha interrotto quell'abbraccio:
A) Charlotte Hall.B) Brandon Jones.C) Shane Allen.D) La Segretaria.
Rispondete in tanti!!
Un bacione,
GCDreamer
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Random Walk
RomanceDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...