Capitolo 18

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Angolo autrice.

Spero che il capitolo vi piaccia.

Anche se mi rendo perfettamente conto che non sia un capitolo come gli altri, al contrario. Ho cercato di sperimentare un po' e ho voluto creare qualcosa di diverso, utilizzando delle parole che io definirei poetiche e con un significato nascosto. Posso capire che a qualcuno non piacerà molto e vorrei comunque dei pareri SINCERI.
Non chiedo altro, vi prego di dirmi sinceramente cosa ne pensate. Buona lettura..

Il mio respiro si fece pesante, mi alzai dal letto e presi una felpa. La indossai e senza cercare di sistemare le cose con Charlotte, uscii da quella baracca in cui ormai era impossibile continuare a stare.

Sbattei la porta e iniziai a correre non importandomi delle mie gambe nude a contatto con il freddo della notte.

Più mi allontanavo da quel luogo più un senso di angoscia mi assaliva. Corsi ancora più veloce. Nulla da fare, il mio cuore spezzato era rimasto lì, insieme a lei, su quel letto ormai freddo. Rallentai il passo cercando di riempire i polmoni. Ancora con il fiatone ripresi a camminare con un passo che restava in ogni caso veloce. Sentii la terra leggermente umida sotto i miei piedi. Notai solo allora di non aver messo le mie infradito. Guardai i miei piedi sporchi, illuminati da un lampione sopra la mia testa. La luce gialla e artificiale faceva risplendere i miei occhi umidi, che cercavano disperatamente di trattenere le lacrime.

Alzai lo sguardo, mi strinsi ancora di più nella mia grande felpa, rilassai i muscoli, il cuore riprese a battere con regolarità. Il mio corpo si era tranquillizzato, ma i miei sentimenti non presero quella stessa direzione.

Feci come sempre, chiusi le mie emozioni in un piccolo stanzino del mio cuore. Non ci avrei pensato, le cose si sarebbero risolte da sole, come sempre. Con il viso ancora rivolto verso il cielo, cercai di mandar via le lacrime sbattendo più volte le palpebre, come se questo avrebbe aiutato e reso possibile quel miracolo.

Mi voltai e con passo calmo ripresi a camminare nella direzione della mia baracca. Notai come la notte esprimeva calma e tranquillità. Nel cielo si sentiva il tipico verso del cuccù o più correttamente cuculo. Sorrisi pensando a come è proprio da questo uccello che deriva il verbo comunemente utilizzato "Cuccare". (N/A Per chi non lo sapesse il cuculo o meglio cuculus, è un uccello, che si insinua nel nido degli altri uccelli per lasciare il proprio uovo. Questo comportamento, ossia quello di insinuarsi nel nido degli altri, ha dato origine al detto Cuccare inteso come "insidiare la donna altrui." )

Continuai il mio percorso, quando il mio udito fu richiamato dal suono di un ruscello ormai familiare. Senza volerlo il mio corpo cambiò direzione e in poco tempo finii in quel luogo che per qualche oscuro motivo sembrava il set di un film horror. Mi misi a sedere su un masso gigante. Cercai di coprirmi ancora meglio con la mia felpa e iniziai a sfregare le mani cercando di fare attrito e generare calore.

Ripensai a quel caldo abbraccio. Ripensai a Brent e alle sue gracili braccia che in quel momento mi sembravano così forti e possenti.
Mi persi nel pensiero di quel dolce contatto, sperando di poter rivivere le stesse sensazioni.

Pensai a quanto fosse potente un abbraccio. Un legame forte e indissolubile. Sono tante le tipologie di un abbraccio. Ci si abbraccia per amore, ci si abbraccia per amicizia, ci si abbraccia per rispetto o per esprimere gioia. Ma una cosa è sicura, un abbraccio ti fa sentire supportata, Ti consola, ti rende partecipe di qualcosa di più grande. In quel momento sei accettata per come sei, senza dover cambiare una virgola. Sei te stessa.

Una voglia di urlare si era manifestata nel mio corpo. Mi serviva proprio quell'abbraccio, mi serviva proprio essere accettata da qualcun'altro. Ma chi avrebbe lottato per starmi accanto? Chi avrebbe avuto il coraggio di dirmi, di urlarmi di non arrendermi?

《Ci sono anch'io. 》sussurrai con voce flebile.

《Ci sono anch'io. 》 ripetei con voce più sonora. 《 Perché sono sola? Perché continuo a sentirmi sola?》la mia voce diventava sempre più alta. 《 Perché non sono considerata? Perché nessuno mi capisce?》 Non riuscivo più a trattenere i miei sentimenti.《 Perché i miei sentimenti sono trasparenti agli occhi degli altri? 》l'ultima domanda uscì come un urlo e per un attimo mi guardai intorno.

《Non mi arrenderò, capito? Non mi fermerai.》 non sapevo con chi stavo parlando, forse stavo solo cercando di convincere me stessa.

《Non permetterò di avere la meglio su di me!》gridai, avevo ormai la gola secca, ma non mi fermai, era inutile sperare di interrompere i miei continui pensieri.

《Io ci riuscirò!》strinsi le mani in dei pugni.

《Non so se la rotta è giusta. Non so se è una follia. Ma io cambierò, io riuscirò ad andare avanti, senza dimenticare il passato. Ricorderò la mia sofferenza, ma io non mi mi arrenderò. Io arriverò al mio obbiettivo! Io non mi arrenderò, perché...》 feci una piccola pausa.

《Perché al mondo ci sono anch'io!》 Ormai ero in piedi, orgogliosa di me stessa. Non capivo nemmeno perché. 《Perché al mondo ci sono anch'io.》urlai con tutto il mio cuore. Non mi importava di essere sentita, non mi importava di nulla. Mi ero sfogata, ero libera. E nessuno avrebbe distrutto questo momento. Accarezzai leggermente la mia gote. Mi sorpresi sentendo le lacrime scendere e rigarmi il volto.

《Ma chi prendo in giro, sono sola, sarò sempre sola, mi basta così, devo pensare solo a me stessa.》le lacrime si trasformarono in singhiozzi, non c'era nessuno con me, nemmeno Charlotte. Nemmeno la mia migliore amica era accanto a me. Nemmeno lei.

《Ci sei anche tu.》una voce fin troppo conosciuta proveniva da un angolo non ben preciso di quel luogo.

《Chi sei?》il mio cuore batteva a mille, sapevo chi era e pensare che avevo servito un pezzo de mia anima su un piatto d'argento al ragazzo che forse odiavo più di tutti, mi fece pentire del mio gesto, forse troppo impulsivo e avventato.

《Io lo so che ci sei anche tu al mondo. Io vedo quello che vedi tu.》la sua voce possente era ferma e dura, convinto di ciò che stesse dicendo.

Rimasi per un attimo paralizzata, quella conversazione stava finendo per toccare l'assurdo, tutto sembrava non avere senso.

Tutto non aveva senso.

Sentii delle braccia dietro le mie spalle stringermi sempre più forte. Sentii il suo profumo che mi riempì le narici, arrivando direttamente fino al mio cuore e rimanendo intrappolato, senza via d'uscita.

《Tu non sarai mai sola.》 Disse con un filo di voce.

《Tu non sarai mai sola, Ninfa.》 ripeté la stessa frase di prima, aggiungendo quel maledetto soprannome che in un attimo stregò il mio cuore.

Era stregoneria...
No! Era magia, una strana magia.

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Pubblicizzo le storie di trislovefour una delle vincitrici di quel piccolo quiz.

Mi raccomando leggete le sue storie :)

Un bacio
GCDreamer

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