Capitolo 5

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《Mi sa che non è proprio cosa tua.》disse una voce possente, che però non riuscii a riconoscere.

Mi voltai con il sassolino ancora tra le mani. Vidi una figura alta e muscolosa. Il suo corpo era solo un'ombra appoggiata al tronco di un albero.

In pochissimo tempo, sentii ogni minima cellula, che formava il mio corpo, tremare di paura, respirai profondamente, non mi ero resa conto che prima di quel respiro avevo trattenuto l'aria a causa dello spavento. Il mio cuore riprese a battere normalmente.

《Mostra il tuo viso, se hai il coraggio! 》dissi, facendo saltellare con la mano il sasso.

《Sembravi così pensierosa prima.》cambiò il discorso in un secondo, ma feci finta di nulla.

Rimasi in silenzio, non sapevo che rispondere, non avrei mai detto a cosa stavo, o meno, pensando, ad una persona che non avevo ancora visto in faccia.

Scoppiò a ridere e io notai come la sua risata fosse contagiosa, metteva buon umore e per un istante mi rilassai.

《Guardati! Lo fai di nuovo.》 disse fra una risata e l'altra.

Sorpresa dalle sue parole, non controllai il lancio del sasso, che casualmente finì sulla mia testa. Oggi la mia fortuna era pari a zero.

Abbassai la testa, massaggiando il punto dolente con le dita.

《Stai bene?》disse la voce di quel ragazzo sconosciuto che però dopo poco mostrò il suo bel viso.

La sua figura era molto più snella di quanto avessi pensato, i muscoli erano infatti appena accennati, ma comunque abbastanza in vista da poterci fare qualche pensierino non molto casto.

Il suo viso invece era caratterizzato da dei lineamenti marcati, i capelli castani gli ricadevano sulla fronte, gli occhi verdi facevano da contrasto con la sua pelle appena abbronzata. Per un momento rimasi stupita davanti alla sua particolare bellezza.

《B-b-bene.》balbettai incantata dal suo viso.

Sorrise, facendolo fare anche a me.

《Ti va di ritentare?》chiese chinandosi a terra a prendere lo stesso sassolino che mi aveva colpito il capo.

《Ironica la cosa, ma se non lo avessi capito, sono negata per quest'attività.》scherzai prendendomi in giro da sola.

《Potresti almeno imparare.》 sorrise porgendomi il sasso.

《Ma sai..》iniziai a parlare prendendo la pietra che mi stava porgendo 《Io non prendo lezioni dagli sconosciuti》mi morsi il labbro, stuzzicandolo un po'.

《Allora rimediamo subito, mi chiamo Brandon Jones!》mi regalò un altro sorriso ultra perfetto. Giurai che se non avesse smesso di sorridere, avrei iniziato a baciarlo da un momento all'altro.

《È un piacere conoscerti.》 dissi solamente, mentre lui si avvicinava al mio corpo.

《Allora, vuoi imparare a far saltare il sassolino? 》chiese gentilmente mettendomi le mani sui fianchi e facendomi girare verso il lago.

Annuii, non so per quale motivo ma mi sentivo debole in quel momento. E non come ci si sente quando si ha la febbre, veramente non so come, ma non riuscivo ad essere immune davanti al suo fascino.

Ma che mi stava prendendo, sembravo una marionetta nelle mani di quel bellissimo ragazzo.

Sentii il sui respiro sul collo 《Ti conviene piegare un po' le gambe》sussurrò con voce sensuale, avevo paura che se avessi provato a fare ciò che mi diceva, mi sarei sciolta in un attimo.

In ogni caso, piegai leggermente le gambe, mentre lui continuava ad essere alle mie spalle.

Senza dire nulla, mi avvolse la mano con la sua, l'altra invece finì sul mio stomaco e con un gesto leggero ma deciso, mi fece girare lentamente il busto, per poi lanciare il sasso nelle nostre mani che rimasero ancora allacciate l'una a l'altra.

Il sasso colpì l'acqua creando delle onde a forma di cerchi concentrici, che pian piano si andavano ad allargare.

La pietra continuò il suo percorso. 1..2..3..4..5..

Saltai di gioia abbracciando quel ragazzo che avevo appena conosciuto. Sembravo una bambina che aveva finito di colorare ed era arrivato il momento di far vedere il disegno ai propri genitori, i quali la lodavano e festeggiavano con lei.

《Visto che ci sei riuscita?》disse
Brandon prendendomi in braccio e facendomi girare.

Gli sorrisi 《Grazie! Senza di te sarei ancora qui a tentare e ritentare 》dissi mentre lui mi rimetteva a terra.

Continuò a guardarmi negli occhi e per un minuto mi persi anch'io nei suoi.

Il mio stomaco iniziò a contorcersi. Avevo già provato queste emozioni, mi ero già fidata di un uomo che mi aveva spezzato il cuore.

Non sarei sopravvissuta ad una nuova relazione finita male. Eppure Brandon mi intrigava, dietro quegli occhi verdi c'era qualcosa, una storia mai raccontata, una storia che speravo un giorno di riuscire a scoprire.

Ma ora avevo paura, avevo bisogno di tutelare me stessa, perché sapevo cosa mi poteva succedere, sulla mia pelle portavo ancora i segni di quella notte, portavo i segni come ricordo, per non dimenticare quanto sia stata stupida e ingenua.

il mio sguardo si incupì《devo
andare.》 Sussurrai come se non volessi che nessuno sentisse.

《Ma..》cercò di dire il ragazzo dagli occhi verdi.

《Scusami... è-è tardi. 》 balbettai, iniziando ad andare via da quel luogo, lontana da lui.

《Ho fatto qualcosa di male?》chiese inseguendomi.

《Si, cioè no..》mi fermai vendendo la sua faccia confusa.
《Non hai fatto nulla di male, al contrario, senti ci vediamo domani, ti va bene?》 chiesi cercando in tutti i modi di liquidarlo.

《Va bene, stesso posto, stessa ora?》chiese regalandomi uno di quei suoi sorrisi pieni di serenità.

《Stesso posto, stessa ora.》gli regalai un occhiolino. Mi voltai riprendendo il mio cammino con passo svelto.

《Un ultima cosa!》gridò quasi dall'altra parte del bosco.

《Dimmi!》risposi anche io urlando, ignorando l'eventuale possibilità che lì vicino ci fossero alcuni alloggi contenenti persone che speravano di prendere sonno.

《Dimmi come ti chiami, ti prego! 》urlò, notai che il suo viso veniva illuminato dalla luna e i suoi occhi verdi spiccavano in quel bosco.

Non era un verde chiaro, era un verde muschio intenso, che rendeva il suo sguardo profondo e incredibilmente sexy.

《Mi chiamo Dafne...Dafne Moore.》 Dissi per poi continuare il mio cammino regalandogli semplicemente un cenno di mano.

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