Capitolo 10

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Varcai la soglia di quell'alloggio, mi stupii a notare che la mia amica non si trovava ancora nel letto, spettinata e assonnata.

Posai le chiavi di quella baracca sul tavolo che alzò un incredibile alone di polvere. Quella nuvola si intrufolò nei miei polmoni, facendomi tossire ripetutamente.
《Che schifo.》sussurrai fra me e me, avrei sicuramente fatto pulizia in quel posto schifoso.

Controllai l'orologio che segnava le 7:15, ero in tempo per fare tutto. Feci una coda alta così che i miei lunghi capelli non avessero intralciato il mio lavoro. Iniziai a pulire i mobili in quello strano posto. Uno dopo l'altro, uno più inquietante del l'altro, procedevo con calma, senza però perdere tempo.

Quante cose feci invece di stare al cellulare e a passare tempo sui social Network. In quel momento ringraziai veramente chi mi aveva sottratto il cellulare, se fosse così anche a casa mia a quest'ora la mia stanza sarebbe limpida e avrei già provato prima le sensazioni di passeggiare all'aria aperta, con i capelli baciati dal vento e i rumori della natura a farmi compagnia.

Mi accingevo a pulire la stessa scrivania che mi spinse a fare le pulizie di casa. Notai la complessa struttura che essa aveva. Mi colpii soprattutto l'unico cassetto semplice, o credevo lo fosse. Ignara del meccanismo che apriva quel piccolo cassetto, iniziai a tirare con tutte le mie forze, ma nulla da fare, il cassetto non voleva che saperne di mostrare ciò che tutelasse al suo interno con grande gelosia. Tentai una seconda volta. Nulla. Qualunque cosa fosse, voleva nascondere qualcosa e in quel momento mi sentii così attratta da quella scrivania che rimasi ad ammirarla mentre la pulivo con cautela e delicatezza, come se potessi eliminare un pezzo di storia dalle pagine di quel luogo libro.

《Eccomi arrivata!》 Annunciò Charlotte mentre varcava la soglia, mi alzai dal pavimento e lasciai lo straccio sul mobile. 《WoW sembra un altro posto, complimenti Dafne, ti sei data da fare.》 Mi elogiò ancora un po'.

《Guarda che non dimentico le cose. Io e te abbiamo un discorso da fare. 》dissi cercando il suo sguardo e incrociando le braccia sotto il petto. Guardò verso il cielo, come al solito cercava di perdere tempo per trovare una risposta plausibile.

《Ma sai che puzzi tanto? non credi di doverti andare a fare una bella lavata?》

Mi trascinò in bagno, chiudendo la porta e facendola sbattere procurando in forte tonfo.

Cercai di ribattere ma mi sembrava inutile, non era questo il momento per parlare, lo sapevo. Io la conoscevo.

In fin dei conti non aveva torto, quella passeggiata, quella escursione nel bosco e quelle pulizie, mi avevano fatto sudare in una maniera impossibile da credere.

Rifeci la doccia, questa volta però senza perdere tempo, misi un vestitino azzurro come i miei capelli, ricamato con dei fiori di diversi colori. Misi dei sandali alla schiava e rifeci il trucco, ero pronta per uscire da quella baracca.

《Charlotte, allora? Andiamo?》la mia migliore amica mi squadrò dalla testa ai piedi e dopo aver approvato il mio look guardò l'orologio vedendo che orario segnavano le lancette.

《Ma sono solo le 09:45, perché dovremmo andare così presto?》 chiese curiosa quella ragazza.

《Sono stata messa in punizione e mi devo occupare di ogni minimo particolare per le iscrizioni ai diversi club.》cercai di riassumere tutto in una sola frase.

《E come mai? Che hai combinato? 》chiese alzando un sopracciglio e sorpassando la porta seguita da me.

《Sono rimasta fuori anche dopo il coprifuoco.》 Ero abbastanza annoiata e non mi andava più di tanto di parlare, soprattutto di qualcosa di futile.

Charlotte annuì sapeva benissimo quando non era il caso di parlare, o almeno insistere a farlo.

Passo dopo passo seguendo la mappa presente nel programma della mia migliore amica arrivammo a destinazione.

Alzai lo sguardo da quei fogli indirizzandolo alla porta principale.

Cercai di sbattere più volte le palpebre così da poter vedere nel migliore dei modi.

Ciò che vidi doveva sorprendermi e invece l'effetto fu contrario. Shane era abbracciato a due ragazze diverse palpando il fondoschiena di una e cingendo la vita all'altra. I tre appoggiati al muro limonavano e dopo aver notato il mio sguardo le ragazze presero a massaggiare il petto del ragazzo, ignaro della mia presenza.

A testa alta e dopo essermi rivestita con il mio scudo passai oltre, come al solito non mi importava di niente e di nessuno.
Varcai la soglia di quell'edificio e notai una figura a me familiare.

《Ma tu non lavoravi soltanto alla mensa?》chiesi a quel ragazzo dal look simile ad una bambola assassina.

《A dire il vero lavoro per pagare questa accademia.》disse abbassando lo sguardo, era troppo impacciato.

《Ah deve piacerti molto questo posto!》disse Charlotte che fino a quel momento mi aveva seguita in questo luogo.

《Si, esatto.》rispose solamente, rivolgendo per cinque secondi lo guardo alla mia migliore amica e successivamente a me. 《Mi sembra che questo sia tuo.》 disse porgendomi il mio programma.

《Ah, grazie mille.》lo ringraziai, devo dire che parlare con lui non era poi tanto difficile, al contrario sembrava essere una persona adorabile.

《Ninfa, ci conviene andare o non finiremo il lavoro.》sentii una voce familiare alle mia spalle.

Annuii e salutai Charlotte e quel ragazzo di cui ancora ignoravo il nome per poi seguire Shane.

《Allora..》 iniziò a spiegare 《il primo passo di questo lavoro è abbastanza semplice, consiste nello stampare questo foglio.》 disse porgendomi un foglio.

Iscrizioni al club

Prima preferenza
Seconda preferenza

Nominativo ragazzo/a Anni

Rimasi a fissare quel foglio, sapevo che ci si poteva iscrivere in soli due club ma non capivo di quali club si trattassero.

Non feci domande tenendo a bada la mia lingua. Iniziai a fotocopiare quei fogli. Un lavoro che però non mi impiegò tanto tempo, pur dovendo effettuare mille e passa copie.

《E ora?》chiesi a Shane che stava finendo di fotocopiare altre cose.

《Dobbiamo spillare le fotocopie che hai fatto tu, con quelle che ho fatto io.》disse semplicemente portando le fotocopie su un tavolo fatto di legno e abbastanza grande.

Ci mettemmo a sede uno affianco all'altro e armati di spillatrice iniziammo il nostro lavoro.

Notai che i fogli che aveva stampato lui presentavano in due righe tutti i club presenti in quel tipo di campo estivo.

Il silenzio regnò soprano fra di noi. Gli unici rumori erano quelli di fogli e di spillatrici.

Per un attimo pensai di dover placare il silenzio, ma ad essere sincera non ero in grado di farlo, o per meglio dire mi sembrava inutile arricchire con delle parole superflue quella sensazione di calma e tranquillità.

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