Capitolo 70

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La mattina ormai era alle porte, annunciata da un dolce colore rosso, l'alba.

Mi ero sempre chiesta come mai il sole, appena sorge, assume un colore rossastro.

Non ho mai trovato una risposta, non l'ho mai veramente cercata.

Aprii gli occhi, scoprii di essere sul mio letto, abbracciata al mio morbido cuscino, quasi fossi un koala.

《Buongiorno, puffo brontolone. 》Charlotte, intenta ad uscire dal bagno con addosso una semplice asciugamano, non poteva regalarmi un sorriso così felice e allo stesso tempo un po' perverso.

《Buongiorno... ehm... come sono arrivata qui? 》Domandai, alzandomi dal letto e lasciando stare quel cuscino così morbido.

《Sapevo l'avresti chiesto. 》Rispose solamente, buttandosi sul letto, e passandosi la sua famosa crema su ogni parte del corpo. 《È stato Shane. 》Sorrise, rivolgendo a me uno sguardo alquanto divertito. 《Mi sarei offerta io stessa, ma sai com'è, non sei mica leggera come una piuma, eh? 》Sorrise ancora una volta, dirigendosi all'armadio, prendendo degli indumenti che in fretta e in furia indossandoli. 《E poi dovevi vedere quel belloccio quanto si pavoneggiava portandoti a mo' di sposa al falò. 》Iniziò a truccarsi, ponendo molta cure nel farlo. 《Hai presente quei film in cui il cavaliere esce dal fumo bianco, con in braccio la propria dama? 》 Sorrise pensando alla scena. 《Si, era proprio così... magico, fatta eccezione per... 》Non concluse la frase e con fare divertito si mise il rossetto rosso.

Temporeggiai un po', con un pizzico di ansia addosso. Notai però che lei armeggiò nell'armadio con una grande borsa, convinta quasi che il discorso fosse concluso.

《Fatta eccezione per? 》La incalzai io, non contenta che avesse lasciato la frase a metà.

《Fatta eccezione per il tuo russare. 》Rise di gusto lei mentre raccontava l'accaduto.

《Sai che russavi come un maialino? 》Rise ancora di più imitando il verso simile ad un grugnito. 《Russavi proprio sulla sua spalla. 》Si lasciò andare alle risate trattenendosi la pancia. 《Maialino Daf, suona bene. 》Commentò dirigendosi verso l'uscita. 《Daf, il maialino. 》 Scherzò fra una risata e l'altra, mentre io cercavo di far combaciare alla perfezione tutte le nozioni che la mia migliore amica, con poco tatto, mi aveva regalato.

《Comunque ti conviene muoverti. 》Disse infine sull'uscio della porta, andiamo al mare e tu sei in macchina con Shane. 《Mi raccomando non sbavare sulla sua maglietta oggi. 》Sorrise, sul punto di chiudere la porta alle spalle. 《Hai venti minuti. 》

Rimanendo per un attimo a bocca aperta, decisi che la cosa migliore era correre al bagno. Feci una doccia veloce e asciugai i capelli un po' alla rinfusa. Indossai un costume blu come i miei capelli e un vestitino bianco, accompagnato da un paio di sandali dello stesso colore e dagli occhiali da sole poggiati sulla testa. Decisi di mettere un filo di mascara e un rossetto rosa corallo. Forse a Shane sarebbe piaciuto anche questo.

Cercai di allontanare l'idea dalla mia testa e dopo aver lanciato un'ultima occhiata allo specchio, approvando il mio look, dopo aver preso tutto il necessario per una giornata in spiaggia e averlo inserito accuratamente in uno zainetto, corsi verso la mia meta che quel giorno era la fontana, il punto di ritrovo mio e dei miei amici.

Amici.

Non potevo crederci che io, proprio io che mi ero sempre fatta bastare mia madre e Charlotte, io che ero sempre stata sfruttata da tutti coloro che si avvicinavano per avere qualcosa in cambio, proprio io, ora avessi delle persone da considerare amici.

Corsi sempre più velocemente, non avevo intenzione di farli aspettare, non di nuovo.

Otto figure attendevano impazientemente il mio arrivo.

《Finalmente, Dafne, vorrei arrivare prima che faccia buio. 》Commentò scorbuto Manuel, incrociando le braccia sotto il petto.

《Beh, potevi benissimo iniziare ad andare. 》Risposi un po' aggressiva, regalandogli comunque un bacio sulla guancia, in segno di ringraziamento per aver atteso pazientemente, o quasi.

《Non sei l'unica per cui abbiamo aspettato. 》Confessò Mitch, guardai ad uno ad uno tutti i miei amici e mi resi conto che mancava ancora qualcuno all'appello.

《Dov'è Shane? 》Domandai, un po' sbalordita del suo ritardo, di solito lui era puntuale come un orologio svizzero.

《È andato nella baracca a prendere qualcosa che aveva dimenticato. 》Fu Jon a rispondere e un piccolo, timido sorriso comparve sul suo viso tondo.

《Se aspettiamo lui, ci cresce la barba. 》Commentò ancora infastidito Manuel.

《Shane conosce la strada, alcuni potrebbero iniziare ad andare e altri aspettare lui. 》Propose Brent, anche se un po' in dubbio per la sua stessa idea.

《Certo, ha ragione, è Dafne in macchina con lui, facciamo aspettare lei. 》Disse Manuel, completamente soddisfatto di poter partire subito.

《A meno che non volesse far cambio con me, se vuoi Dafne, vado io in macchina con Shane. 》Si propose gentilmente Abigail.

《I posti sono stati già stabiliti. 》Precisò Mitch, per poi rivolgersi verso di me. 《Per te non è un problema aspettarlo? 》

Feci di no con la testa. Mitch annuì, dando dimostrazione di aver capito. 《Tutti ai propri posti, è ora di partire. 》Urlò mentre gli altri erano tremendamente eccitati all'idea di una scampagnata fuori da quelle mura.

《Spero di prendere una seppia. 》Confessò Steven al fratello.

《Sarebbe bellissimo ricoprire qualcuno con il nero di seppia. 》Commentò Stewart con una strana luce negli occhi, quasi maligna.

Sorrisi a quel pensiero e sedendomi sul muretto della fontana, osservai quelle auto che si allontanarono sgommando. Steweart e Steven erano in macchina con Charlotte e Brent, Mitch e Jon, invece, andarono con Manuel e Abigail, quest'ultima stranamente annoiata.

Con un'aria annoiata accavallai le gambe e iniziai ad aspettare Shane.

Ormai trascorsi quindici minuti, la mia pazienza iniziava a sparire.

Mi alzai e con passo spedito, decisi di andare verso l'alloggio di quello stupido che si faceva attendere.

Bussai alla porta in modo aggressivo. 《Muoviti, idiota, non diventi più bello stando sul cesso. 》Dissi, mandato a quel paese tutte le buone maniere.

Incrociando le braccia sotto il petto e respirando in maniera affannosa, aspettai impazientemente che Shane venisse ad aprire la porta.

《Era ora! 》Esclamai, quando finalmente un rumore di serratura mi arrivò all'orecchio.

《Shane, diavolo, ci stanno aspettando! 》Quasi urlai, nera in volto. 《Sei... 》Non riuscii a concludere la frase. Quel volto si era impossessato del mio corpo di nuovo. "Brandon, aiutami." Una sottile voce si insinuò nella mia testa.

Quegli occhi si persero per l'ennesima volta nei miei.

Brandon.

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