《Ti conviene lasciare stare Shane. Non si metterebbe mai con una come te. 》una voce bassa e calda mi trafisse il cuore.
Perché le persone non potevano iniziare a farsi un mazzo di cavoli loro? Perché all'uomo interessa così tanto sapere i fatti altrui? Se le persone pensassero ai propri problemi, si vivrebbe di sicuro mille volte meglio. In più quel quattr'occhi non mi conosceva minimamente!!
Ero stufa di tutto questo, non dovevano più mettere naso nei miei affari. 《Che cazzo ti frega?》 Forse ero stata troppo acida, forse ero stata insensibile, forse potevo reagire in modo diverso, ma quelle parole uscirono come saetta dalla mia bocca. Non mi pentii di quello che avevo detto, anzi era il momento di farmi valere.
《Io ti ho avvertito. Uomo avvisato mezzo salvato. 》 il suo fare da sapientino iniziava a darmi davvero fastidio.
Finii di bere il mio caffè, presi il muffin e comunicai a Charlotte che l'avrei preceduta.
《Fatti i cazzi tuoi e non rompere le palle a me.》sussurrai all'orecchio di quel ragazzo, una volta in piedi. Ero davvero arrivata al limite.
《Che donna pudica.》ironizzò lui quando io ormai avevo intrapreso il mio cammino.
Per un attimo però il pensiero di quelle parole tormentava ancora la mia testa. E se davvero stessi sbagliando a provare qualcosa per Shane? Perché era inevitabile non ammetterlo, mi trovavo bene con lui, davvero bene. Eppure il suo carattere mi confondeva giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto. Perché era così, ormai era il mio pensiero fisso ed era inutile illudermi del contrario.
Scossi il capo...No! Non posso... "non posso o non voglio? " ripetei la stessa domanda più e più volte. Ero quasi sicura di conoscere la risposta, ma la realtà è che quando le cose si vogliono, in ogni modo, anche se dovessero passare anni, le si ottengono.
Non mi resi conto di aver camminato fino alla fontana. Presi posto proprio sulla panchina impiantata lì davanti. Finii di mangiare il mio muffin e iniziai a pensare a ciò che mi era successo in così poco tempo, era passata praticamente una sola settimana e Shane tormentava di già i miei pensieri, iniziavo davvero a stancarmi.
Finii l'ultimo boccone del dolce e dopo aver preso una chewing gum dalla mia infinita scorta, mi recai nel luogo in cui si sarebbe dovuto riunire il mio club.
Dopo mille giri, finalmente riuscii a trovare quella porta di legno. Sopra vi era una targa, su cui era incisa "Club del Giornalino Scolastico".
Una sensazione strana mi riempì lo stomaco. Nervosismo. Non mi sentivo così da molto tempo. Lo stesso batticuore, lo stesso fastidio che si prova prima di un'interrogazione. Rimasi lì ferma e immobile, le mie gambe iniziarono a tremare e lo stesso le mie braccia.
《Muoviti donna poco pudica, mi blocchi il passaggio.》la stessa voce che poco tempo fa mi aveva fatto innervosire, adesso si prendeva gioco di me.
《Mi stai seguendo? 》chiesi infastidita dal suo comportamento.
《Beh può essere il contrario, ci hai mai pensato? 》 quel ragazzo iniziava ad infastidirmi.
Odiavo i tipi come lui: sapientini e soprattutto veri e propri figli di papà. In sintesi odiavo lui.
Si stava pericolosamente avvicinando a me e con fare lesto aprii la porta così da liberarmi da quel ragazzo.
L'aula era vuota e un senso di tristezza si fece presente sulle mie spalle. Dovevo passare del tempo con quel tipo.
Mi guardai intorno, vi erano diverse postazioni dotate di un computer. Sembrava un'aula di informatica, proprio di fronte a queste postazioni, vi era una stampante, probabilmente per il giornalino.
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Random Walk
RomansaDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...