Capitolo 43

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《 La verità è... 》 quasi ci pensò sopra. 《 La verità è che... 》quella situazione straziante per poco non mi soffocata.

《La verità è che: io voglio che tu metta in quell'articolo te stessa. Fidati se ti dico che non lo faccio perché ti voglio torturare, anzi so che tu ne sei completamente capace e son sicuro che ne uscirà un capolavoro, se solo ti lasciassi andare e liberassi la mente. Tu sei incredibile, Dafne. Puoi fare questo e altro. Mi fido delle tue capacità. 》la gentilezza di quelle ultime parole mi rapì, incatenandomi in una cella da cui era difficile sfuggire ed inutile era anche solo provarci. mi persi nei suoi occhi e le sue labbra pian piano si avvicinarono, quasi in procinto di unirsi per sempre alle mie. Quanto avrei voluto gridargli di essere un semplice ruffiano, ma non ci riuscii, in quelle parole c'era qualcosa di più, c'era la verità.

Lui si fidava davvero e io non ci pensai due volte a fidarmi di lui.

Quando ancora i nostri occhi erano legati in un abbraccio indissolubile, la maniglia della porta iniziò a girarsi. Lo scatto mi fece saltare e allontanarmi da lui, ma il danno era ormai fatto. La situazione poteva essere mal interpretata.

《 Scusate il disturbo. 》disse la voce di quel ragazzo che si palesò sull'uscio della porta. In un attimo la chiuse con un enorme frastuono, lasciandoci soli avvolti in un odioso silenzio.

《 Chi era? 》domandai quasi in preda al panico, tenendolo a debita distanza.

《 Chi era chi? 》chiese lui di rimando, quasi stessimo giocando al "rispondi con una domanda alla mia", come se mai esistesse un gioco del genere.

《Quello che ha aperto la porta. 》 cercai di spiegarmi il meglio possibile.

《Che ne posso sapere io, non conosco tutti i nuovi arrivati. 》 il suo tono divenne irritato. Iniziò ad abbottonarsi finalmente i pantaloni e ad infilare la maglietta della squadra.

《Come non lo sai? E se andasse a dire di averci visto insieme? Se Brandon lo venisse a sapere? Cosa penserà? 》 iniziai a formulare molteplici domande, una dopo l'altra.

《 Di che ti preoccupi? Non facevamo nulla di male. 》 il suo modo indifferente iniziò a darmi fastidio.

《Eri a petto nudo, con i pantaloni sbottonati e cosa più importante, ad un centimetro si distanza, non mi stupirei se tutto questo venisse frainteso. 》 iniziai a fare l'elenco contando sulle dita delle mani.

Shane alzò le spalle, dopo averci pensato un po' su 《Se proprio vuoi andare a parlare con Brandon, è agli allenamenti, ti accompagno. 》per una volta mi sembrò davvero molto più gentile del solito.

《Non c'è bisogno, grazie. Io vado. 》 salutai e dopo aver fatto la panoramica del suo corpo ormai coperto, corsi via, in cerca di Brandon. Non credevo di aver sbagliato in qualcosa, anzi ero quasi sicura che tutto si sarebbe risolto in un battito di ciglia, in fin dei conti non era successo nulla.

Vidi la sua figura in quel campetto, era quasi completamente sporco di fango, sicuramente era scivolato diverse volte.

Aspettai un po', seduta su quelle gradinate poste accanto il campetto. Non volevo disturbare l'allenamento, anche perché mi sentivo di troppo.

Vidi arrivare anche Shane che, in poco tempo, si aggregò ai suoi compagni.
Iniziò a parlare con Brandon che sembrava veramente infastidito da qualcosa, ma Shane riuscì a mantenere un comportamento calmo e questo fu rassicurante.

Iniziarono, anzi completarono gli allenamenti e fecero anche venti minuti di breve partita, ovviamente non si volevano stancare per ciò che li aspettava.

Una volta concluso l'allenamento, Brandon mi vide e si diresse verso di me, salutando i compagni. Notai che, tra le figure che aveva lasciato indietro, c'era quel ragazzo che aveva aperto la porta degli spogliatoi, interrompendo la conversazione tra me e Shane.

《 DaDa, che ci fai qui?》domandò sedendosi accanto a me e lasciando sulla mia guancia un bacio leggermente bagnato, a causa del sudore.

《 Nulla. 》 mi resi conto che in tutto quel tempo, che avevo passato lì, non avevo pensato ad un discorso.

《 Sei venuta a parlarmi del fatto di Shane?》 Una punta di gelosia, era particolarmente presente in quella frase.

《Si, voglio essere sicura di non venire fraintesa.》spiegai torturando le mani.

《Ti ascolto. 》 incalzò il discorso.

《 Oggi abbiamo consegnato i nostri lavori per il giornalino, ma il mio è stato rifiutato, in quanto non adatto alla pubblicazione. 》 mi fermai un secondo, la cosa continuava ad infastidirmi. 《 Shane stava andando agli allenamenti, ma dovevo chiedere spiegazioni, riuscii a raggiungerlo solo agli Spogliatoi e poi la cosa iniziò a degenerare. 》 Spiegai con semplici frasi, evitando di menzionare il suo corpo prevalentemente nudo.

《 A torso nudo ti spiega cosa non andava nell'articolo? 》 disse guardandomi dritto negli occhi, il mio viso mutò il colore, passando ad uno simile al pomodoro. Brandon ammazzò la tensione scoppiando in una grossa risata. 《 Tipico di Allen. 》 continuò fra una risata e l'altra. Qualche lacrima uscì persino dai suoi occhi e finalmente, mi sentii più tranquilla.

Una volta che ebbe terminato mi guardò con un sorriso cordiale sulle labbra. 《 Non ti preoccupare, so che non è successo nulla. Shane non lo farebbe mai, sa che tu sei fidanzata con me. Allen è leale non c'è niente da obbiettare. 》 mi rassicurò prendendo saldamente la mia mano.

《Lo conosci da tanto, eh? 》 domandai, notando il loro legame.

《 Oh si, ricordo ancora il giorno in cui l'ho conosciuto, i nostri genitori erano vicini di casa molto tempo fa..》lasciò in sospeso la frase quasi come ste stesse pensando con nostalgia a quei momenti. 《Abitavano in una gigantesca villa, erano una famiglia perfetta, un buon reddito, dei buoni genitori e ovviamente, un figlio che prendeva dalla famiglia: Posato, garbato, intelligente e davvero molto superbo o così inizialmente lo avevo inquadrato. Odiavo lui e la sua famiglia, le cose perfette secondo me non esistono, al contrario è l'imperfezione che rende bellissima una persona.
Un giorno Bea, mia sorella, aveva mandato il pallone dall'altra parte della siepe che divideva le due abitazioni. Andammo a cercarlo, passammo scavalcando il cancello che spesso veniva utilizzato dai domestici. Ci dividemmo e dopo un bel po' di tempo trovai il pallone, proprio sopra un salice piangente, non so come ci sia arrivato sin lassù, ma il problema adesso era prenderlo, anche perché, quel ragazzo perfettino era proprio sotto quell'albero sfruttando la sua ombra per la lettura di un libro di natura storica. 》 iniziò a ridere di gusto, quasi come poco prima. 《Ma si è mai visto un bambino di 10 anni che leggere mattoni riguardanti la storia? In ogni caso...》 riprese più serio di prima. La storia era ancora nel vivo e io non vedevo l'ora di scoprire cosa era successo.

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