Capitolo 7

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《Bene, bene, cosa abbiamo qui?》chiese ironicamente una voce abbastanza familiare.

La luce che proveniva dalla torcia, colpì i miei occhi, che furono immediatamente coperti dalla mia piccola mano. Ci misi un po', ma finalmente riuscii a distinguere le figure che mi circondavano.

《Venite fuori!》gridò quella voce familiare. Rimasi immobile stringendo la mano gigante di quel ragazzo. 《Ora!》gridò una seconda volta e il mio cuore riprese a battere forte.

Il fatto di essere stati scoperti e la lunga corsa avevano suscitato una sorta di adrenalina che però non era tale da farmi sentire tranquilla.

Il ragazzo uscì per prima da quel nascondiglio, mentre stringeva ancora la mia mano. 《Stai tranquilla Ninfa, Carota non fa mai nulla. 》sussurrò al mio orecchio.

Rimasi un po' confusa dalle sue parole, chi sarebbe Carota?

Un secondo dopo lui, uscii pure io dal nascondiglio. Mi misi in piedi e pulii gli indumenti colpendoli delicatamente con le mani.

Alzai gli occhi e notai la stessa persona che qualche ora prima era ferma dietro quella scrivania piena di scartoffie.

Analizzai la sua figura, la classica donna sulla cinquantina che però non mostrava per nulla segni di vecchiaia, aveva si e no cinque rughe d'espressione.

《Venite subito in presidenza, dovreste essere puniti. 》 urlò, girando la torcia fra le mani come se stesse nascondendo il suo modo di essere.

Riprendemmo a camminare ma questa volta leggermente più calmi. Il mio cuore continuava a battere, un battito causato principalmente dalla mano che continuava a stringere la mia e dalla forza che irradiava tutto il suo corpo.

Un passo dopo l'altro in quel fitto bosco, arrivammo velocemente in quella struttura che conteneva la segreteria.

Il viaggio fu più veloce di quanto mi aspettassi o almeno rispetto alla lunga corsa che si era rivelata praticamente inutile.

《Sedetevi, il preside dovrebbe essere qui da qualche parte. 》 disse quella donna. Riuscii a notare ancora meglio i suoi capelli color carota, forse da questo proveniva quel soprannome.

Io e quel ragazzo ci mettemmo seduti, con ancora una mano dentro l'altra.

Non so per quale motivo ma in quel momento, mi sentivo sicura, protetta.

Ho sempre cercato di essere una donna indipendente, di essere io, senza alcun problema, ma soprattutto di essere capace di difendermi, senza bisogno di protezione da parte di nessuno, volevo bastarmi nella vita, ma in quel momento, tutto era diverso, avevo bisogno di quel ragazzo di cui ignoravo il nome, avevo bisogno della sua protezione e del suo calore.

Accarezzai con la mano libera il mio braccio così da poter creare attrito e da poter riscaldare il mio corpo.

《Hai freddo, Ninfa?》 Chiese quel giovane.

Mi limitai ad annuire. Con le nostre mani unite cinse il mio corpo,  richiudendomi in quello che si direbbe essere un abbraccio fra fidanzati.

Rimasi per un attimo rigida, il suo modo di fare era completamente diverso da quello dei miei precedenti amici e la cosa mi stupiva un bel po'.

Il suo corpo richiamava al sesso puro, ma il suo carattere sembrava strano e contorto. Il suo calore, per quanto fossi contraria, era essenziale per me adesso.

Mi accucciai al suo petto, non mi importava ciò che avrebbe pensato e sinceramente non sembrava molto infastidito.

《Scusa se ti ho fatto finire in questa situazione. 》dissi un po' dispiaciuta.

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