Capitolo 57

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Una volta conclusa la cena decisi di alzarmi e di rivolgere un piccolo saluto collettivo, domandando permesso per allontanarmi da loro.

《Vai già via, Ninfa?》 Mi fermò Shane. Annuii solamente e lui mi raggiunse, mettendosi al mio fianco.

《Ti accompagno.》 Affermò e insieme, ci dirigemmo alla capanna.

Il cielo risplendeva quasi come se fosse cristallizzato, tutto frutto delle molteplici stelle e del buio che ci circondava. Shane camminava al mio fianco, perdendosi in quel magnifico spettacolo che era la natura.

Potei osservare bene il suo profilo, la mascella prorompente caratterizzata da una leggera barba rendeva il suo viso duro, ma il suo sguardo era spensierato e tranquillo, i capelli gli ricadevano in fronte in modo sbarazzino. 

Qualcosa nel suo sguardo non mi convinceva. Forse pensava a lei, a quella Beatrix, forse la stessa ragazza che baciava in quella fotografia. Quasi mi ingelosii quando mi resi conto che lui pensava ad un'altra ragazza e non a me. Scossi la testa, ma i dubbi non cessarono. Lui stava pensando a Beatrix? Ma lei chi era stata per lui e ora che fine aveva fatto?

《Sai c'è una cosa che voglio chiederti. 》Dissi quando ripensai a quanti misteri ancora circondavano quel ragazzo.

《Dimmi. 》Rispose con gentilezza spostando lo sguardo su di me. Subito mi pentii, non sapevo cosa dire, non sapevo che parole usare.

《Nulla, non era nulla. 》A vedermi sembravo una povera ragazza lunatica, eppure non riuscivo a parlare.

《 Colui che non parla, non potrà mai essere servito. 》Disse, rivolgendo lo sguardo verso il sentiero che stavamo percorrendo. Aveva ragione, ma il mio coraggio venne a mancare. Annuii solamente e in silenzio proseguimmo il cammino.

Arrivammo velocemente e quasi ne rimasi delusa, mi avrebbe fatto piacere passare altro tempo in sua compagnia.

《Grazie per avermi accompagnata, Buonanotte. 》Dissi prendendo le chiavi in mano.

《Buonanotte. 》Rispose, guardandomi aprire la porta. Mi sarebbe piaciuto rimanere a conversare con lui, questo era vero, ma avevo terribilmente paura che tutto si potesse rovinare, di punto in bianco.

《Ninfa. 》Mi chiamò e mi spinse a girarmi. 《Se io ti provassi a baciarti, tu ricambieresti? 》Domandò, quasi come se fosse una richiesta fatta ad un sovrano. I miei occhi si persero nei suoi e la sua voce aveva riempito l'aria. Il suo profumo si espandeva nei miei polmoni. La sua leggera barba curata, mi pizzicò le labbra mentre lui si avvicinava pericolosamente ed eccoci arrivati a quello che si può chiamare punto di non ritorno.

《Devo andare. 》Affermai correndo dentro, lasciandolo lì, solo, forse desideroso di qualcosa di più, qualcosa di meglio. Entrai nella capanna, chiudendo la porta alle mie spalle. Un forte suono risuonò per almeno qualche metro e buttai la testa indietro appoggiandola alla porta. Quel piccolo strato di legno divideva i nostri corpi desiderosi l'uno dell'altro.

《Domani ti aspetto alla partita. 》Disse Shane dall'altra parte della porta. Poco dopo sentii i suoi passi allontanarsi e io ripresi a respirare. Mi sentii vuota ma con coraggio proseguii la mia serata. Se non si fosse intromessa la mente sarei corsa da lui, dalle sue braccia e sarei rimasta lì fino almeno al giorno dopo. Scossi la testa, non dovevo pensarci.

Ora potevo dedicare l'intera serata a me, era il momento di passare un momento rilassate. Mi misi il mio pigiama con topolino e in poco tempo mi infilai nel letto.

Non volevo essere disturbata, era un momento che preferivo godermi da sola. In verità non fui sola, Charlotte non c'era, ma ciò che mi fece compagnia fu un buon libro e un pacco intero di biscotti che avevo baratto con la mia amica.

Lei avrebbe passato la nottata fuori e ovviamente io l'avrei coperta, ma perché non chiedere qualcosa in cambio, già che ci siamo?

Mi buttai alla lettura di quel libro, a dire il vero lo divorai e devo ammettere che era stata la lettura più coinvolgente della mia vita.

Riuscii a sorridere, a ridere, a piangere e a soffrire insieme alla protagonista. La sua storia, il suo amore, mi sentivo dentro il racconto e nessun momento era peggiore per dire che questa era stata la serata estiva più bella che potessi trascorrere.

Pensai a come stesse diventando strana la mia vita, la fine di luglio si faceva sentire e il tempo sembrava essere volato in un battito di ciglio.

La mattina successiva come sempre mi toccò alzarmi alle 5:08. Mi preparai in fretta, quella mattina ci sarebbe stata la partita e anche se non avevo promesso nulla, ci sarei andata.

In poco tempo, dopo aver fatto colazione con il resto dei biscotti e un succo, mi trovai sulle gradinate ai lati del campetto. La partita era già iniziata, ma non mi importò. La nostra squadra guidava la partita per ben 1-0, ciò significava che avrei dovuto sprizzare gioia da tutti i pori, almeno così facevano tutti coloro che mi circondavano e in maniera particolare, quelle ragazze che erano spinte da un susseguirsi inesorabili di ormoni. I miei pensieri, però erano ben altri.

Vedere Brandon mi fece uno strano effetto, a dire il vero volevo chiarire con lui, anche se sembrava davvero così distante. Non diedi retta alla partita e nemmeno ai miei compagni di club che si impegnavano a scattare foto e a prendere appunti. In mano avevo una penna e un taccuino, che però continuava ad essere bianco.

Quanto avrei voluto essere anch'io la protagonista di un libro, vivere un amore senza confini e finire con il classico "e vissero felici e contenti". Avrei voluto amare ed essere amata come non mai, come loro, come il loro amore.

Non mi resi conto che la partita era giunta al termine e che la squadra del nostro campo estivo aveva vinto per l'ennesima volta.

Shane puntava gli occhi su di me e io sentii uno scossone per tutta la schiena, gli sorrisi, ma il suo viso presto diventò cupo, mentre guardava fisso qualcuno che si stava dirigendo verso me. Era Brandon.

《DaDa. 》Mi chiamò con il soprannome che mi aveva dato. Il suo sguardo era rivolto per terra, il sudore causato dalla partita scendeva dalle tempie, sembrava dispiaciuto, terribilmente dispiaciuto.

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