Capitolo 55

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《Brandon, ti devo dire una cosa. 》 Cercai di accumulare più coraggio possibile, sapevo che il discorso si sarebbe fatto sempre più serio.

《Di che si tratta? 》Domandò, quasi preoccupato vedendo il mio viso convinto.

《Di Abigail. 》Confessai continuando a giocare con le mani per scaricare la tensione.

《Non ho voglia di aprire questo discorso, in questo momento.》 Strinse le mani in dei pugni in tensione.

《Ne dobbiamo parlare, non intendo far finta di niente, ti sei comportato male, ma voglio che tu mi racconti il tuo punto di vista. 》Dissi, cercando di essere più calma possibile, non sapevo di cosa era capace quel ragazzo e preferivo evitare qualsiasi cosa.

《Non c'è nulla di cui parlare. Lei mi aveva tradito e io avevo deciso di reagire. 》Rispose con una semplicità che diventò snervante.

《Non ti sembra di aver reagito male per un misero abbraccio?  Dovresti come minimo porgerle delle sante scuse. 》cercai di far ragionare il ragazzo.

Brandon si avvicinò a me, spingendomi su uno dei lati di quella cabina, mi impedì di scappare via, come se fosse possibile, mettendo le braccia ai lati del mio corpo. La ruota panoramica riprese a girare e io caddi su uno sgabello che faceva da sedile. Il viso di Brandon era nero e cupo, incuteva terrore.

《Non ti immischiare in affari che non ti riguardano. 》Mi minacciò con lo sguardo.

Non provai a muovere nemmeno un muscolo, sembravo pietrificata, dov'era il ragazzo di pochi minuti fa?

La cabina arrivò al terreno e Brandon stava per scendere, quando io cercai di fermarmi afferrandolo per un braccio. Per divincolarsi, mi gettò via, quasi fossi immondizia, persi l'equilibrio e con la guancia colpii lo sgabello causando un dolore allucinante.

Mi sfiorai la guancia mentre il mio ragazzo si allontanava a grandi passi, decisi di alzarmi, presi il topolino che avevo vinto e mi allontanai anch'io da quel luogo.

"Non piangere." Mi spronai, convincendomi di non dover far vedere il mio dolore alle altre persone. Guardai intorno, Brandon non c'era, mi aveva lasciata da sola.

Decisi di ritornare al campo estivo, non conoscevo bene quel posto, ma fortunatamente riuscii ad orientarmi molto facilmente.

Quando arrivai, corsi nella mia abitazione, Charlotte non c'era, forse era agli allenamenti delle cheerleader, ma preferii fu così.

Andai in bagno, per vedere come poter sistemare quel grande livido che aveva occupato la maggior parte della mia guancia sinistra.

Usai qualsiasi cosa, ma quel colore rosso e viola spiccava in qualunque modo, decisi di aspettare che Charlotte tornasse, lei avrebbe risolto la situazione, con i trucchi era fantastica e forse questo era quello che mi serviva. Aspettai un po', ma finalmente la mia amica tornò, mentre io era ancora in bagno.

《Dafne, sei qui? 》Domandò Charlotte, entrando nella capanna, non vedevo il suo viso, ma dalla voce si poteva intuire la sua preoccupazione.

《Si, Charlotte, sono in bagno, ma promettimi che non ti arrabbierai. 》La avvertii prima che entrasse in quella stanza.

《Perché dovrei ar... 》 Non finì la frase, aveva visto il mio viso caratterizzato da quel piccolo trauma.

《Chi è stato? Brandon? Vi hanno visto uscire oggi, si è sparsa la voce. Ti ha picchiato? Ti ha fatto del male? 》Domandò preoccupata correndo verso di me e guardando con accuratezza il trauma.

《No, non ha fatto nulla del genere, sono semplicemente caduta. Ma Charlotte, voglio coprire questo coso e non ci riesco proprio. 》Risposi velocemente e cambiai discorso frettolosamente.

《Dammi qua faccio io. 》Disse con voce infastidita, sapeva che nascondevo qualcosa.

《Sarà impossibile nasconderlo del tutto ma posso attenuare i colori, se vuoi che Shane non lo veda dovrai mettere i capelli davanti. 》Spiegò con un'incredibile normalità, quando ebbe concluso.

《Come fai a saperlo? 》Domandai stupita di come mi avesse letto nella mente.

《Dafne, puoi convincere te stessa, ma non me. 》Affermò per poi continuare il discorso. 《Comunque io posso passare sopra a qualche piccola bugia come quella che hai detto poco fa, ma non penso che Shane crederà che Brandon non ti ha fatto nulla. 》Parlò tranquillamente, in teoria Brandon non aveva provocato il trauma, ma era vero, mi aveva spinta.

《Lo nasconderò con i capelli. 》Mi convinsi spostando la folta chioma dal lato della ferita. Sarà meglio andare a pranzo, potrebbero pensare male e vorrei evitare. Dissi una volta completato il look che serviva principalmente a camuffare il danno.

Quando arrivammo alla mensa, indugiai ad entrare, era affollata e di certo, sarebbe stato difficile trovare un posto a sedere.

Fortunatamente i miei compagni di club mi avevano tenuto il posto e convinsi Charlotte a starmi accanto e a sedersi alla mia sinistra. Come al solito non seppe dire di no. Dopo aver preso alcune prelibatezze e dopo essere state servite da Brent in persona, ci dirigemmo dai miei amici. Fortunatamente non c'era Shane e io mi rilassai un po' di più.

《Ehi, Dafne, romantica la scappatella, eh? 》Scherzò Steven suscitando un piccolo sorriso da parte mia.

《Si, davvero interessante. 》 Risposi, indossando un sorriso.

《Ti ha portato dietro un albero, dì la verità! 》Scherzò Stewart con il suo fare malizioso, beccandosi un richiamo da tutti.

《Dove ti ha portato? 》Domandò una voce bassa alle mie spalle. Shane era appena arrivato.

《Ad un luna park. 》Risposi senza voltarmi e abbassando lo sguardo sul vassoio, cercando di coprire con i capelli il livido.

Shane si sedette proprio davanti a me, facendosi spazio fra i gemelli.

《Dafne. 》Mi chiamò Abigail che mi era seduta affianco. I miei occhi continuavano a viaggiare e a incontrare lo sguardo di Shane, ma quando mi sentii chiamare, mi voltai di scatto.

《Dimmi. 》Risposi, con un entusiasmo fuori dal comune, gli occhi di Shane erano ancora puntati su di me.

《Sei sicura di star bene? 》Chiese, stringendomi la mano.

《Ma certo che sto... 》Mi voltai incontrando gli occhi spalancati di Shane. 《...bene. 》Sussurrai l'ultima parola come se fosse un segreto. Notai che lui si era reso conto di qualcosa, aveva visto il livido, il suo volto mutò ancora una volta: i suoi occhi si infiammarono di rabbia, non sapevo che fare, volevo solo fuggire via, ma era impossibile. Era inutile. Non si poteva scappare dalla verità.

《Devo andare scusate. 》Mi alzai cercando di sfuggire dallo sguardo di Shane, ma lui fu più veloce, mi prese la mano e mi trascinò con sé. Era furioso.

《Cosa stai facendo? 》Chiesi cercando di oppormi, non ci riuscivo.

《Chi ti ha fatto questo? 》 Domandò quando finalmente fummo soli e scostando i capelli dal mio viso. Non sapevo cosa rispondere, non avevo parole.

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