《Ma... Mi piaci molto, DaDa! 》
Le sue parole si ripetevano come un eco nella mia mente. Avevo forse interrotto il mio respiro, finii per sentirmi oppressa da quelle sue parole, anche se sapevo che da una parte, nel profondo del mio essere, aspettavo una persona che dicesse queste cose.
Sfiorai la mia guancia che per la prima volta aveva preso un colorito peperoncino. Sentii la mia mano bollire al tatto. Alzai lo sguardo, sperando che lui non stesse fissando il mio visto in pessime condizioni. Incrociai i suoi occhi che mi facevano tremare. Non nello stesso modo in cui un tempo mi guardava la professoressa vendicativa, o meglio giusta, ma come quando mi ritrovavo ad un bivio ed ero costretta a fare una scelta.
《 non ti ho mica chiesto di sposarmi eh? 》Scoppiò in una fragorosa risata che riempì le mie orecchie di gioia. 《 A dire il vero non ti ho nemmeno chiesto di fidanzati con me. 》Un masso gigante abbandonò il mio petto, facendomi riprendere fiato. 《 Ti sto proponendo di essere solo amici. 》Finalmente iniziai ad abituarmi a quel suo sorriso caldo e affettuoso, come quello di una mamma appena vede suo figlio per la prima volta. 《Allora DaDa, amici? 》 sorrise ancora una volta.
Decisi di alzarmi dal tavolo. Lo stesso fece lui anche per gelateria, un gesto che ovviamente va considerato. 《 È meglio che vada. 》 esordì ripensando al lavoro che mi attendeva insieme a Shane.
《Vuoi che ti accompagni?! 》 domandò, mentre mi scortava verso la porta.
《 Ma guarda che lo stai già facendo. 》lo presi in giro. Lui aprì la porta della mensa facendo ovviamente uscire per prima me. 《È meglio che continui da sola. 》dissi cercando di salutarlo il più in fretta possibile, ero già di oltre 10 minuti in ritardo.
《Ne sei sicura? 》chiese e io subito dopo annuì.
《Ad una condizione però.. 》 stavo iniziando a pensare che non mi volesse più lasciare andare.《Stasera c'è un falò, ti andrebbe di venire con me? 》 chiese prendendo la mia mano saldamente quasi mi volesse urlare "Non ti lascerò scappare!".
《Non so》risposi di colpo. 《Non credo di riuscire a venire》ci pensai un po' su. 《Al massimo ci incontriamo direttamente lì.》 Lo liquidai tirando via la mia mano dalla sua presenza e avviandomi verso l'edificio che conteneva la segreteria e tutte le aule per i club.
Per un attimo quel posto mi sembrò immenso, in fin dei conti era proprio così.
Camminai per quei corridoi illuminate da gigantesche finestre in legno pregiato che dava a quel posto un senso di luogo rustico. Lo si notava anche dagli immobili che contrastavano tutti gli oggetti di alta tecnologia di quel posto.
Finalmente arrivai davanti alla porta di quell'aula, nella quale trovai Shane impegnato con un computer portatile e con una miriade di foglietti delle iscrizioni.
《Mi sa che ti serve proprio una mano.》ironizzai vedendolo così impegnato.
Lui non si voltò, i suoi occhi persi nel vuoto continuavano meccanicamente quel movimento quasi ripetitivo. Sembrava quasi un alieno. Sembrava un povero operaio del '700 che non lavora soltanto, ma era un vero e proprio ingranaggio del macchinario.
Non ero convinta però fosse realmente così per lui. Mi sembrava solamente perso nei suoi pensieri, anche se cercava in qualsiasi modo di evadere da quella realtà.
Con passo felpato mi diressi versi di lui che beatamente continuava il suo lavoro. Mossi una mano davanti i suoi occhi cercando di risvegliarlo da quello stato ipnotico.
《Oiii!! Ci sei?》scherzai continuano a muovere quella mano.
Lui afferrò il mio polso in modo stretto 《Perché?》sussurrò con voce flebile prima di sbattere più volte le palpebre. Quelle sue dita facevano pressione sulla mia carne bianca. Il polso iniziava a farmi male e il sangue non riusciva ad arrivare fino alle dita. Scosse la testa riprendendosi un po' da quello strano momento. Allentò la presa e per un attimo sentii una fitta di dolore, quasi una scossa. Il sangue aveva ripreso a circolare.
Con faccia sotto shock, approfittai di quel momento per ritrarre la mano, iniziando a massaggiare il mio polso indolenzito. 《Scusa.》 chiese riprendendosi da quella confusione in cui si trovava.
Notai i suoi occhi, quasi sotto incantesimo, mentre mortificato prendeva la mia mano, fissando quel polso ormai rosso.
Mi guardò fisso negli occhi, non sapevo che emozione esprimesse il mio viso, una cosa era certa, per un attimo avrei voluto piangere. Mi soffermai sui suoi occhi che imploravano perdono. Il mio cuore che prima aveva accelerato i battiti, riprendeva i suoi ritmi regolari. Buttai fuori l'aria che senza, accorgermene, avevo trattenuto. I miei muscoli si rilassarono e così fecero anche le mie emozioni.
Shane con ancora quell'espressione dipinta sul viso, non sembrava lui. Continuava a tenermi la mano questa volta delicatamente e inizio con le sue lunghe dita ad accarezzare la mia parte dolorante.
《Hai bisogno di una mano?》chiesi, cercando di ritrarre la mano che ovviamente lui lasciò andare.
Lui si girò, spostando l'intero busto sino a ritrovarsi davanti il computer portatile. Numerose pile di fogli ricoprivano la superficie di quel tavolo di legno.
《Ho quasi finito. 》mentiva. Era impossibile che un lavoro così duro fosse fatto in così poco tempo.《Lo so che non è così. 》Le persone quando mentono sperano che qualcuno non se ne accorga, ma è impossibile che ciò non avvenga. Tutti quando mettiamo assumiamo un tipo di atteggiamento. Lui tendeva a sorridere più del solito e a passare una mano tra i capelli, quasi in segno di disperazione.
《Non manca molto. 》insistette quando ormai mi ero decisa a compiere il mio dovere, com'era giusto che fosse.
《Smettila di fare lo stupido e spiegarmi come ti posso aiutare. 》ormai la mia pazienza aveva raggiunto un limite e sarebbe stato meglio per lui non oltrepassarlo.
Lui sbruffò, ma poi mi porse una pila piena di fogli 《Dettami il nominativo e i club che ha scelto.》 Credevo che dopo di quello avremmo finito, ma poi indicò altre due pile 《In seguito proseguiremo con queste due》 concluse la spiegazione.
《Menomale che avevi quasi finito!》borbottai prima di metterci finalmente al lavoro.
Venimmo circondati solamente dal suono della mia voce che ripeteva e ripeteva nomi di cui non riuscivo a collegare i volti. Quante persone si erano iscritte in quel luogo. Veramente innumerevoli.
Finalmente il lavoro finì e a dire il vero, fu più veloce del previsto. Non ci restava che stampare gli elenchi e metterli sulla bacheca degli annunci. Infatti così facemmo e in poco tempo finimmo tutto. Notai come Shane non mi rivolse la parola nemmeno per un secondo. Forse non aveva nulla da dirmi, ma non mi degnò nemmeno di un saluto. Una volta appeso l'ultimo foglio, fu chiamato all'altoparlante dal nonno e non ci pensò due volte a girare le spalle e ad andare verso la presidenza.
Girai i tacchi, un po' delusa e mi avviai anch'io verso la mia meta, non curante delle persone che mi circondavano.
Era il momento di prepararsi per andare al falò.
Speravo di poter vivere una bella serata.
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Random Walk
RomansaDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...