Capitolo 49

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Brandon si presentò lì, davanti a tutti, puzzava di alcool e la cosa mi infastidì molto. I suoi occhi erano rossi, forse si era dato ancora di più alla pazza gioia.

《Ecco qui la mia ragazza. 》Disse abbracciandomi e sfoggiandomi come se fossi un premio.

《Puzzi di alcool. 》Cercai di liberarmi dalla sua morsa, finendo per essere rinchiusa con più forza.

《È un vero bocconcino in quel vestitino bianco, Brandon! 》 Gridò a gran voce uno dei suoi amici.

《Te la presto quando vuoi! Ma dovrai pagare bene. 》Brandon iniziò a ridere di gran gusto e con lui anche i suoi amici.

《Dai DaDa, facciamogli vedere quello che sai fare. 》sussurrò al mio orecchio. Cercai di liberarmi, non sopportavo la sua voce da ubriaco e sentire quel soprannome uscire da quelle labbra bagnate di birra mi fece infuriare.

《Lasciami stare. 》 urlai cercando di spingerlo via, mentre lui di tutta risposta mi stringeva e poggiava quelle sue labbra umidicce sul mio collo.

Mitch e Manuel in poco tempo presero le mie difese. Afferrarono Brandon dalle braccia, allontanandolo da me. Steven e Stewart si misero al mio fianco, quasi a volermi proteggere dallo sguardo delle altre persone. Lacrime calde, anzi roventi, si facevano spazio lungo le mie gote.

Brandon si allontanò borbottando qualcosa che non riuscii a capire. I miei amici mi circondarono. Abigail mi abbracciò forte, Manuel andò a chiamare Charlotte e Brent che accorsero subito, lasciando tutto per venire a consolarmi.

《Sto bene. Sussurrai asciugando le lacrime. 》 Non sapevo perché piangevo, non mi aveva mica stuprata, ma quel comportamento non mi piacque affatto. Più che lacrime di tristezza, erano lacrime di rabbia. Non si doveva permettere di trattarmi in quel modo, di mancarmi di rispetto.

《Puffo Brontolone!! 》 Urlò Charlotte vedendomi in quel modo e correndo ad abbracciarmi forte. 《È stato Brandon? Giuro che se lo prendo lo ammazzo a mani nude. 》

《Questo non aiuta Charlotte. 》 Disse Brent che aveva pensato prima a me e non alla pianificazione di una vendetta.

《Hai ragione. 》 Sussurrò Charlotte, era strano vederle piagare la testa davanti alle parole di un ragazzo.

《Non vi preoccupare. 》 Dissi, ormai ripresa da quello shock iniziale. 《Ora sto bene, ho solo bisogno di stare un po' da sola. 》 Confessai a quei volti preoccupati per ciò che mi stava succedendo.

《Sei sicura, Dafne? 》 Chiese Abigail, continuando a stringermi forte.

《Se vuoi stiamo insieme fino a notte tarda! 》 Si intromise Steven, con un volto misto fa rabbia e preoccupazione.

《O se vuoi, noi potremmo farti spazio nel nostro letto, così da poter dormire insieme. 》 Ironizzò Stewart, beccandosi un piccolo pugno da Mitch.

《È giusto che sia lei a decidere di cosa ha bisogno. 》 Mitch pensò ad alta voce che era la cosa migliore da fare. A dire il vero tutti erano d'accordo.

《Vorrei solo andare a dormire un po'. 》 Confessai nel bel mezzo di quegli sguardi.

《Ti accompagno. 》 Charlotte mi afferrò per il braccio, intenta ad accompagnarmi.

《Non ti preoccupare, anzi grazie a tutti, avete fatto già abbastanza, mi farà bene schiarirmi le idee durante il tragitto. 》 salutai tutti con un cenno.

Nessuno ebbe nulla da ridire e io mi incamminai verso quella strada desolata. Un po' di silenzio mi avrebbe fatto bene. Ripensare a come si era comportato, mi faceva ancora male. Non aveva avuto rispetto per me, per il mio corpo. Permettere alle altre persone di ridere in quel modo di me, mi sentii come quando da bambini si viene presi in giro dai compagni. Sapevo che pensare a quel momento non mi avrebbe giovato affatto, al contrario sarei rimasta intrappolata in quel turbine di frustrazione. Speravo di passare una bella serata, ma ogni mio piano si era dissolto. Spazzato via come un po' di polvere.

Sentii delle grida e il rumore dell'acqua, causati da innumerevoli tuffi. Era la mezzanotte, tutti si buttavano nel lago per festeggiare la vittoria, mi diressi a guarda ciò che succedeva. Dall'altra parte del lago, i ragazzi si gettavano in acqua, esibendosi in dei tuffi straordinari. Da lontano non riuscire a mettere bene a fuoco le figure, ma sapevo che si stavano divertendo come non mai.

Io, invece, ero lì, seduta alle radici di un albero ad ammirare quel divertimento, perdendomi nel grande paesaggio che avevo difronte. La vegetazione era rigogliosa e forse faceva anche un po' di paura. La notte incombeva portando con sé una sensazione di tranquillità. Mi sentivo bene, per quanto stessi soffrendo, mi sentivo in pace con me stessa. La sensazione scaturita da quella delusione, da quell'atto che mi aveva schernito, era quasi svanita, non ricordavo nemmeno cosa era successo. Tutto sembrava offuscato, confuso, forse perché in quel momento stavo bene con me stessa.

《Ti ho trovata, Ninfa. 》 Quel dolce suono, quella voce soave, si univa in una bellissima danza con i rumori della natura.

《Shane. 》 Sospirai, cercando di ritornare a quella tranquillità. 《Se sei intenzionato a scherzare, mi dispiace deluderti, ma non sono in vena di battute. 》 Sputai acidamente.

《A dire il vero, sono venuto a cercarti e non per prenderti in giro. 》 Confessò lui, iniziando a sfregare con la mano destra, la nuca.

《Di che hai bisogno? 》 Avere un'altra discussione con lui non era nei miei piani, ma sapevo che era inevitabile non rivolgergli la parola, non se ne sarebbe andato facilmente, ma la cosa non mi disturbò più di tanto.

《Nulla, non mi serve niente. 》 Rispose soltanto, per poi prendere posto proprio accanto a me.

《Ti vorrei far notare che la foresta è grande, non c'è bisogno di sedermi proprio accanto. 》 Affermai brusca. 《Ho bisogno dei miei spazi. 》 Conclusi sempre più infastidita dalla sua presenza.

Per tutta risposta Shane si sposto di mezzo millimetro. "È già un passo avanti" pensai tra me e me.

《Se sono di disturbo, vado via. 》 Disse, con tono rassegnato.

《Si, la tua presenza mi disturba molto. 》 Non so perché ero così acida, ma quella discussione non l'avevo minimamente digerita, anzi non avevo nemmeno iniziato a masticarla.

《Ah allora tolgo il disturbo. 》 Disse per poi alzarsi ed allontanarsi di un passo.

《Adesso continuo a infastidirti? 》 Domandò con una faccia da ebete facendomi morire dal ridere.

《Forse se ti allontani ancora un po'. 》 Cercai di fare la preziosa, anche se il suo viso era così buffo che mi veniva difficile non trattenere le lacrime.

《Ora? 》 Domandò dopo essere tornato indietro di un solo passo, mentre io mi alzai.

《Mhm. 》 Feci finta di pensarci un po' su. 《Ancora un po'. 》 Dissi, mimando il movimento con la mano.

《Oh ecco! Ora è perfetto. 》 Esordì quando era a pochi millimetri dal lago. In un attimo gli corsi incontro, buttandolo in acqua con una leggera spinta, probabilmente era in bilico. Un grande rumore invase quella tranquillità.

《Ehi. 》 Urlò quando riemerse dall'acqua e scosse la testa per muovere un po' i capelli. 《Come hai osato. Ora tocca a te buttarti. 》 Disse emergendo lentamente e porgendomi la mano. 《Dai buttati. 》 Mi incitò.

Mimai un "no" con la testa.

《Fidati di me. 》 Il suo sguardo puntato sui miei occhi, il suo sorriso stampato sul suo viso, i suoi capelli che ricadevano bagnati sulla fronte. Mi potevo fidare di questo diavolo vestito da bravo ragazzo?

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