Capitolo 52

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Piccolo angolo autrice.

Questo capitolo è dedicato a tutte le persone che fanno un duro lavoro e vedono gli altri ricevere i meriti. (Non è inerente alla storia, ma è un momento di sfogo personale) Grazie e buona lettura, a presto :)

-GCDreamer

Mi sfiorai leggermente il viso, si poteva sentire ancora il suo profumo e le sue labbra poggiate sulle mie.

《Dafne, ma che succede? 》Si avvicinò Charlotte vedendo il colorito che aveva assunto il mio volto.

Guardai dalla finestra la figura di Shane che si allontanava a grandi passi, una volta che la sua ombra si camuffò fra gli alberi, mi voltai verso i miei due amici.

《Brent è meglio che tu vada, grazie per la cioccolata, ma ho bisogno di parlare con Charlotte. 》Dissi quasi buttandolo fuori dalla baracca. Mentre lo spingevo cercava in tutti i modi lo sguardo della mia amica, che semplicemente alzò le spalle con aria totalmente confusa.

《Allora chi era? 》Chiese quando ci sedemmo sul letto e presi la tazza con la cioccolata ormai fredda.

《Shane. 》Confessai cercando di mantenere la calma e bevendo un sorso di cioccolata. Charlotte mimò un piccolo ballo della vittoria, era impossibile non notare che lei tifava per Shane e sperava che lasciassi Brandon una volta per tutte, soprattutto dopo quello che aveva fatto quella sera.

《Dove ti ha portata? Che ti ha detto? 》Charlotte iniziò a farmi mille domande, ma io la fermai con un semplice sguardo, doveva capire che se avesse iniziato a fare la ragazzina alle prime armi con l'amore, non ne saremmo più uscite.

《Abbiamo fatto due passi, mi ha esplicitamente detto che Brandon non mi merita... 》Lasciai la frase in sospeso, sapevo che stava morendo dalla voglia di sapere cosa accadde dopo, ma mi piaceva torturarla un po'.

《E poi? 》Domandò con il cuore in gola, i suoi occhi vispi continuavano a fissarmi mentre io sorseggiavo un po' di cioccolata per perdere tempo.

《Nulla, mi sono arrabbiata e gli ho urlato contro. 》Alzai le spalle, continuando la bevanda mentre Charlotte mostrava un volto completamente deluso.

《Tutto qui? 》Domandò, incurvando le spalle e cancellando il morale che aveva prima.

《Si, tutto qui. 》Dissi, facendo passare altri tre secondi. 《A parte il fatto che mi ha baciato. 》Confessai, poggiando la tazza sul comodino, come se fosse tutto molto normale, quando la normalità in quello che avevo detto non esisteva proprio.

Charlotte saltò dal letto e iniziò canticchiare e a battere le mani, in modo davvero strano. Sembrava una bambina, o meglio sembrava London Tipton in Zack e Cody.

《Calmati, questo non significa che lascerò Brandon per mettermi con Shane. 》Dissi velocemente, forse spezzando la magia. Il suo volto passò dalla bambina che aveva ricevuto un regalo a quello di una bambina a cui veniva detto che Babbo Natale non esiste.

《Come no? 》Domandò, diventando seria, sapeva che la mia affermazione doveva avere una motivazione, mi conosceva e sapeva anche che non avrei mai preso una decisione senza averci pensato prima.

《Molti mi hanno detto che è meglio se lasci stare Shane, io non lo conosco e ho una dannata paura del suo passato. Mi hanno nominato quella Beatrix più volte e se dovesse essere l'amore della sua vita? E se un giorno tornasse e di punto in bianco? Sarebbe la mia rovina. Con Shane sarebbe sempre un punto interrogativo, Brandon invece è una certezza. 》Confessai tutto d'un fiato.

《Si, hai la certezza di avere un ragazzo ubriacone. 》Sputò acidamente Charlotte. 《Dafne davvero non ti capisco, conosci un ragazzo così sincero, senza peli sulla lingua e perfino bellissimo e tu scegli un pezzo di merda ubriacone? Ma hai i paraocchi o fai finta di guardare altrove? 》Charlotte si stava davvero arrabbiando e questa era l'ultima cosa che volevo.

《Tu non capisci. 》Borbottai, peggiorando di gran lunga le cose.

《Ah e allora dimmi cosa c'è da capire? 》La sua voce era sempre più irritata, sapevo che lei voleva la verità e sapevo di non dover mentire, non se lo meritava.

《Ho paura. 》Confessai, abbassando gli occhi, in quel momento con un semplice sguardo mi si poteva leggere dentro, ero un libro aperto.

《Di cosa? 》Charlotte sembrò calmarsi e la sua voce si fece più tranquilla.

《Ho paura di affezionarmi davvero ad una persona... che credi? Che non lo sappia? Che non lo sappia che Shane è capace di farmi battere il cuore e che quando sto con Brandon non provo nulla? Io lo so, lo so benissimo. 》Le lacrime, per qualche ragione rigavano il mio viso. 《Non ho intenzione di innamorarmi, non voglio, ho paura di soffrire, di essere lasciata sola dopo aver dato l'anima e corpo ad un ragazzo. Non voglio essere tradita, mi è già capitato e non intendo riprovare quella delusione. 》Conclusi il discorso ormai le lacrime si trasformarono in singhiozzi.

《È diverso Dafne. 》 Affermò Charlotte, non prima di avermi poggiato una mano sulla spalla per confortarmi. 《Tu non hai paura di Shane, tu hai paura dell'amore. 》Sussurrò al mio orecchio. 《Lui non aveva tradito...》 Non la lasciai finire, non volevo che quell'argomento tronasse a galla.

《Il dolore era lo stesso. 》Affermai con sguardo serio, per poi asciugare le lacrime. Sapevo cosa intendevo, ma quella sensazione era insopportabile.

《Potrebbe essere l'amore della tua vita. 》Affermò Charlotte, stringendomi in un forte abbraccio. Stavo per risponderle, ma lei non aveva concluso la sua frase. 《Ma capisco e rispetto la tua scelta. Penso sia un peccato, ma preferisco vederti sorridere che soffrire. Sappi però che qualunque scelta farai, io sarò con te e qualunque cosa, la supereremo insieme. Noi due contro il mondo, Puffo Brontolone. 》Mi strinse ancora più forte, sussurrando soprattutto l'ultima frase.

《Noi due contro il mondo. 》Ripetei convinta di ciò che stavo dicendo.

Dopo quella lunga chiacchierata, decidemmo di andare a dormire, mi infilai nel letto con il pensiero di quanto fosse strana l'amicizia. Io e Charlotte ci conoscevamo fin da piccine, le nostre due mamme erano migliori amiche e fu così che iniziammo a frequentarci. Non penso che quello si possa chiamare una frequentazione, anche perché in origine ci odiavamo a morte, soprattutto perché io maschiaccio come ero, decapitavo le sue Barbie e ovviamente lei correva a piagnucolare dalla mamma. Non so quando iniziò questa faida fra di noi, ma sapevo quando finalmente giunse al termine. Eravamo all'asilo e due nostre compagne avevano preso di mira Charlotte, non potevo lasciar correre, solo io avevo il diritto di prenderla in giro, almeno così pensavo. La difesi, finendo anch'io per essere coinvolta, ma quello fu l'inizio di un'amicizia, una di quelle che non si scorda mai e che non finirà mai.

Charlotte e io eravamo complici, avremmo intrapreso questo viaggio che si chiama vita e ne saremmo uscite vincitrici, l'una affianco all'altra. Questa è amicizia, la vera amicizia. Nessuna distanza, nessun ragazzo, nessuna litigata ci poteva dividere e soprattutto poteva competere con il bene che ci volevamo. Non eravamo amiche, non eravamo sorelle, eravamo molto di più, eravamo noi.

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