Capitolo 8

1.2K 218 73
                                    

Quella sua splendida voce mi risuonò tutta la notte nelle orecchie. "Mi sa che ci sarà da divertirsi" le sue parole generarono un susseguirsi  di pensieri. Pensieri non sempre capaci di portarmi ad una soluzione. Ma per il momento non mi interessava, l'importante era mettere in dubbio me stessa e per quanto sembrasse strano in quel momento sembrava stessi vivendo un dissidio interiore. Mi sentivo strana, diversa, forse anche cambiata. Si può cambiare in un secondo o in una mezza giornata? Si può essere capaci di mutare in questo? Non sapevo la risposta, ma queste domande non mi lasciavano pace. In più in cosa ero cambiata?

Mi misi a sedere sul letto guardai l'orologio da taschino poggiato sul comodino. Come al solito 5:08. Non era una novità per me svegliarmi a quell'ora. Da sempre quel numero segnava la mia vita, ogni situazione importate, ogni svolta nella mia vita era caratterizzata da questi numeri. Sembrava strano, quasi surreale, delle volte mi autoconvincevo che fosse una coincidenza e nulla più. ma sapevo benissimo che quelli erano i numeri che utilizzava il destino per mostrarmi qualcosa.

Misi i piedi per terra, uno scossone attraversò il mio corpo a causa del pavimento freddo. Strofinai con i pugni gli occhi ancora assonnati. Decisa a prepararmi, mi alzai dal letto e mi recai in bagno. Lo specchio rappresentò la mia orrenda immagine da appena sveglia, capelli scompigliati, mascara sbavato e occhi rossi. Il classico.

Senza pensarci due volte tolsi il pigiama lasciandolo con un piede in un angolo della stanza. Entrai nella doccia e dopo aver fatto lo shampoo decisi di rimanere ancora sotto il getto di acqua calda. Sembrava strano, ma quel posto era ben attrezzato riguardo l'igiene e l'impianto elettrico. I muscoli iniziarono a lasciarsi andare a quella sensazione estremamente rilassante. Sfortunatamente, tutte le cose belle finiscono presto.

Uscì dal box doccia creando un piccolo lago ad ogni passo, avvolsi l'asciugamano bianco intorno al mio piccolo e esile corpo.

Asciugai i capelli con la spazzola e il fono, passando successivamente la piastra che avevo rigorosamente portato con me. Appena finii, cercando di far piano presi dalla valigia un paio di pantaloncini di jeans neri stretti accompagnati da una maglietta bianca con la scritta "I am me" che lasciava una spalla nuda. Misi le mie converse bianche che nascondevano una zeppa al loro interno, piccoli trucchi del mestiere, come li chiamo io. Presi il mio orologio da taschino, le chiavi della baracca ed con il programma in mano mi recai fuori quel alloggio, lasciando la mia migliore amica nel pieno del sogno.

Erano le 5:50 e nell'aria si respirava odore di silenzio e natura. Un profumo che da sempre inebriava la mia mente.

Respirai a fondo per poi guardare il programma che avevo fra le mani. Lessi solo il primo punto di una lunga lista.

"1. La colazione viene servita dalle ore 6:00 alle 9:00."

Sorrisi pensando che molti sarebbero arrivati  all'ultimo minuto per fare colazione.

Sfogliai le pagine vedendo la mappa che mi era stata assegnata il giorno prima. Individuai il luogo sognato sulla mappa come "Mensa", mi misi a camminare, percorrendo quel bosco con un sole appena sorto che faceva da cornice. Ripensai a ciò che era successo ieri e a come ritornai al mio alloggio scortata da quella segretaria dai capelli color carota. All'apparenza sembrava una donna vissuta o per lo meno una donna che aveva fatto molte esperienze di vita, ma che ancora non era riuscita a trovare il suo equilibrio. il tipico equilibrio che ti porta alla realizzazione di te stesso. Lei sembrava così, forte e tenace, ma non aveva trovato il suo posto nella vita, non ancora almeno.

Non ci volle molto, arrivai in quella struttura dove avrebbero servito i pasti. Varcai la soglia e non mi sorprese il vuoto dentro quel luogo. il silenzio era tombale, adatto per rilassare tutti i sensi, soprattutto quello del gusto. Molti tavoli fatti di legno, erano disposti in modo sistematico della sala e un lungo bancone pieno di prelibatezze era disposto sul lato. Senza pensarci due volte presi un vassoio. Mi avvicinai al bancone iniziando a guardare cosa sarebbe stato meglio mangiare a colazione.

《Posso servirti qualcosa?》 chiese un ragazzo dal lato opposto del bancone. Squadrai il suo viso chiaro come le nuvole primaverili e i suoi capelli castani che ricadevano dolcemente sui suoi occhi coprendo quello sguardo quasi assassino ma nello stesso tempo particolare e unico. Occhi grandi e di un azzurro intenso, era questo che lo rendeva particolare e unico.

《Lavori alla mensa?》 chiesi, storcendo il naso e rimanendo a fissarlo catturata dalla sua bellezza stravagante. 

《Si.》 sussurrò timidamente. Non avevo idea di chi poteva essere, ma di una cosa ero certa, i suoi comportamenti delineavano un ragazzo con la mente capace di attraversare un universo infinito di pensieri e forse anche di trovare l'uscita da quel buio insopportabile, ma aveva bisogno di una luce, un punto di riferimento. Era bizzarro immaginare come quel ragazzo potesse assomigliare alla mia persona, ma ovviamente non ero del tutto certa del mio giudizio, nello stesso tempo speravo un giorno di riuscire a trovare la risposta ai miei dubbi.

Dopo il mio lungo monologo interiore decisi di rispondere 《Vorrei una fetta di torta al cioccolato》 dissi indicandola. 《poi vorrei anche un caffè espresso.》Lo vidi annuire per poi voltarsi e armeggiare con la macchinetta del caffè. 《Guarda che dei mettere il caffè in polvere》 risi, pensando che non sapesse fare nemmeno il suo lavoro.

《Lo so》 sussurrò imbarazzato prendendo la busta chiusa del caffè in polvere. Non so come fece ma appena aprì il pacco si alzò una nuvola di polvere che gli finì sulla faccia. Scoppiai a ridere vendendo quella scena buffa. Fortunatamente, riuscì a completare l'ordinazione: prese il dolce e mi porse il vassoio con su le cose che avevo richiesto. Allungai la mano e pulii i suoi capelli, ancora sporchi di caffè 《Grazie per la colazione》 sorrisi per poi andarmi a sedere in un angolo della sala, vicina ad una finestra che dava sul lago dove ieri incontrai Brandon.

Continuai a viaggiare con la mente, mentre con calma facevo la colazione. In solo mezza giornata mi sentivo più felice del giorno precedente o per lo meno, pronta a passare l'estate più bella della vita. Iniziai a crede che per una volta avrei dovuto ringraziare Charlotte. Se non fosse per lei, non mi sarei trovata in questo luogo, se non fosse per lei sarei a casa ad annoiarmi a morte, cercando di concludere qualcosa in giornata e finendo di fare sempre le stesse identiche cose. Ma non era forse l'unica persona da ringraziare. Shane Allen aveva in pochissimo tempo stravolto la mia giornata e per una volta fui felicissima di questo. Forse aveva ragione mia mamma: Mi sarebbe piaciuto molto questo posto.

Angolo autrice.

Scusate l'ora tarda, in verità avrei dovuto aggiornare domani, ma siccome il capitolo era quasi pronto, quindi ho deciso di farlo ora.

Colgo l'occasione per pubblicizzare il libro scritto dalla ragazza a cui ho dedicato il capitolo. Un libro fantastico che racconta la storia d'amore di una ragazza di nome Hope, timida e introversa, che si imbatte in Cameron Dallas, un ragazzo sveglio ma riservato. Come andrà a finire?

Buona lettura. 

GCDreamer



Random WalkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora