《Ehi tu, ragazza dai capelli blu. 》Mi sentii chiamare da qualcuno in modo poco consono al mio stato d'animo.
《Avrei un nome. 》Sollevai il capo che era rivolto verso terra poco prima. Vidi davanti a me un ragazzo dai capelli bianchi, quasi a ricordare la neve e gli occhi color ghiaccio da sembrare inanimati.
《Si, ragazza con un nome, puoi darmi una mano? 》Chiese, solo allora mi accorsi che aveva con sé due grandi scatoli, sembravano pure pesanti.
《Sai, non riesco proprio a dire di no a qualcuno che è in difficoltà. 》Dissi sporgendomi per prendere una delle due scatole.
《Grazie. 》Rispose con un fare che appariva quasi davvero riconoscente.
《È vero che... 》Riportai a me le braccia, iniziando a picchiettarmi sul mento con l'indice.
《È vero che...? 》Incitò lui a proseguire.
《È vero che sarebbe bello aiutare una persona che ricambierà il favore. 》Cercai di dire con voce gentile e sapiente.
《Non è così che funziona la logica del dare una mano. 》Contestò cercando di restare in equilibrio e non far cadere le due scatole.
《Allora ci stai? 》Non aspettai molto una risposta, aveva bisogno di una mano e anch'io. 《Cerco la sala del teatro, ho girato tutto l'edificio e non riesco a trovarlo. Mi aiuti? 》Chiesi con fare cortese, allungando le mani per prendere uno scatolone.
《Cercavi nel luogo sbagliato. Andiamo dalla stessa parte, seguimi. Disse quasi buttandomi la scatola addosso. 》Non mi piaceva quel ragazzo, anche se aveva un no so che, e io avevo un disperato bisogno di trovare quel posto. Decisi quindi di seguirlo.
《Allora ragazza dai capelli blu, perché cerchi il teatro? 》Chiese inoltrandosi in un'ala a me ignota di quel posto senza confini.
《Semplice impegno di lavoro, devo scrivere un articolo sulla preparazione per lo spettacolo che segna la fine di questa avventura. 》Spiegai con un tono infastidito, quel ragazzo non mi ispirava fiducia.
《Capisco, ma gli attori non saranno molto socievoli, sappilo, amano restare nel personaggio tutto il tempo. 》Scherzò, senza però suscitare una qualche risata alla sua battuta da parte mia.
《Si, comprendo, ma tu perché cerchi il teatro? 》Domandai, mi sembrava legittimo avere le stesse informazioni.
《Non ti meravigliare, io mi occupo di tutto lo spettacolo e sarò anche il protagonista. 》Disse lasciando trapelare il suo grande ego.
《Poco modesto mi dicevano, ma allora perché non mi riveli tu qualcosa dello spettacolo? 》In quel momento sperai di poter buttare via il grande scatolo per appuntare su un pezzo di carte tutte le preziose informazioni che era in grado di darmi.
《Sarebbe troppo semplice per te non credi? 》È il tuo compito quello di storcermi qualche informazione ed è il mio quello di non lasciar trapelare niente, perché ciò che stiamo preparando dovrebbe restare una sorpresa. Sancì, con un atteggiamento che mi faceva salire il crimine.
《Bene allora significa che farò da sola. 》Grazie del consiglio. Sbraitai scorbutica, lasciando quello scatolone per terra. 《E in bocca a lupo con quelli. 》Quasi urlai per poi cambiar strada.
《Non riuscirai a trovare il teatro senza una mano. 》Affermò, arreso all'idea che io sarei andata a cercare la mia meta da sola.
《Tu credi? Scommettiamo? 》Lo sfidai, voltandomi verso di lui e porgendogli una mano.
《Bene, se non riuscirai a trovare da sola il teatro allora ti toccherà aiutarmi con i preparativi ogni giorno fino al momento dello spettacolo, altrimenti risponderò ad ogni singola domanda mi farai. 》Strinse la mia mano. Annuii, mi stava bene.
Voltai le spalle e mi incamminai mentre lui continuava a seguirmi.
《Cosa fai? Perché mi corri dietro? 》Domandai, mentre lui reggeva da solo quei due pesanti scatoli.
《Ovvio, devo evitare qualunque tipo di imbroglio, non posso permetterti di barare e poi, quando ti arrenderai io sarò felice di accompagnarti, così da evitarti dei giri inutili. 》Quel ragazzo parlava tanto, ma è vero che ci sapeva fare con le parole quando voleva dar fastidio a qualcuno e con me ci stava riuscendo.
《Va bene, ma sta zitto, la tua voce mi urta e io mi devo concentrare per potermi orientare. 》Affermai, cercando di pensare da che parte sarei potuta andare, mentre lui, quasi come se quello che avessi detto fosse una battuta, si mise a ridere in modo caloroso. Lo ignorai e continuai il percorso in quei labirinti di sentieri che si diramavano all'interno di quell'immensa natura. Non doveva essere troppo lontano, come poteva essere questo posto così immenso? Un teatro, alla fine non era mica una pallina persa nel bosco, era un palcoscenico quello che cercavo, ma mi sembrava quasi impossibile trovarlo.
《Non mi dire che ti stai arrendendo così presto, ragazza dai capelli blu. 》Scherzò seguendomi come un cagnolino.
《Ma chiudi quella bocca e seguimi. 》Sancii anche se dopo almeno venti minuti mi appoggiai ad un tronco ormai stanca di quel continuo camminare.
Il ragazzo decise di poggiare a terra quei due scatoloni per poi rivolgermi lo sguardo. 《Sono sicuro che sei sul punto di arrenderti. 》Mi sfidò, anche se mi resi conto che aveva ragione, non riuscivo a trovare la strada e ormai morivo di fame, a breve avrebbero servito il pranzo.
《Bene. 》Mi avviai per prendere uno scatolo. 《Mostrami la strada, ho perso e come promesso ti aiuterò nei preparativi. 》
Il ragazzo dai capelli bianchi annuì soddisfatto, aveva vinto. Prese l'altro scatolone e mi fece strada in quel bosco, cercai di memorizzare ogni passo così da non potermi riperdere più, quando di colpo, lo vidi. Il teatro. Non un teatro qualunque, al contrario seguiva al meglio il modello greco. Ovviamente non risaliva a quel periodo, questo era certo, ma l'architetto aveva avuto delle indicazioni precise: ricreare il teatro sulla base di quello antico. Il risultato si rivelò strabiliante, immerso nella natura che creava un'atmosfera fantastica e suggestiva.
《Chiudi quella tua boccuccia e seguimi. 》Sussurrò al mio orecchio con una voce da orgasmo.
Forse in un altro momento lo avrei ammazzato di botte, ma era del tutto persa in quell'ambiente, di fatto con lo scatolo in mano, continuai a seguirlo, senza perdere di vista un particolare di quella struttura. Arrivammo in quella che veniva considerata la skené, il retroscena se così si può considerare.
《Poggia lo scatolone lì. 》Il ragazzo indicò un angolo, seguii le sue indicazioni e dopo essermi voltata lo vidi a petto nudo.
《Che stai facendo? 》Domandai senza riuscire a togliere lo sguardo da quella sua tartaruga perfetta. Possibile che in questa accademia tutti avessero un fisico da urlo? Mamma grazie per avermi portato qui.
《Pulisciti la sbava e muoviti, mi hai fatto perdere tempo, muoio di fame. 》Disse indossando un'altra maglietta e dirigendosi di nuovo verso il bosco. 《Non vorrai perderti di nuovo, vero? 》
Angolo autrici.
Ed ecco un nuovo capitolo ma adesso aiutatemi, non so come chiamare questo ragazzo un po' particolare, sono indecisa tra diversi nomi, ecco qui un elenco:
1) Benjamin Carter
2) Hermes Carter
3)Leandro Carter
4)Malachai Carter
Grazie mille a tutti voi
Un bacio dalla vostra,
GCDreamer
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Random Walk
RomanceDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...