Capitolo 66

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《Io sono qui, Ninfa, qui per te. 》Sussurrò, sfiorando le mie labbra. Eravamo ancora uniti in quel romantico bacio.

Staccarsi da ciò che ci univa fu la cosa più difficile che fui costretta a fare in quel momento. Rimanemmo ancora rinchiusi in quel dolce e caldo abbraccio.

《Ripetilo, ti prego. 》Sussurrai sfiorando le sue labbra.

《Io sono qui, Ninfa, qui per te. 》Sussurrò ogni singola parola, alternandola con un bacio lungo il mio collo.

Un forte brivido mi percorse la schiena, forse era passione, ma in quell'attimo mi sembrò molto di più, era il segno di un amore, uno di quelli che son difficili da abbattere. Io e lui eravamo così, un unico essere capace di combattere il mondo intero.

Mi coinvolse in un altro profondo bacio delicato, casto, ma capace di mandarti in confusione.

《Vieni con me. 》Mi invitò quando decise di separare le sue labbra dalle mie. Annuii, sarei andata ovunque con lui accanto.

Si fermò a metà del ruscello e con un gesto repentino, mi afferrò la vita, sollevando il mio corpo, per poi lasciare la presa una volta superata l'acqua.

Tutti i miei sentimenti di rancore, di odio, di delusione, diventarono come una piuma in confronto a quel turbine che avvolgeva il mio corpo, quando era a contatto con quello di Shane.

《Dove mi vuoi portare? 》Domandai, quasi come una bambina curiosa. Era bello sentirsi così in sua presenza, era bello diventare di nuovo come una bambina spensierata.

Shane alzò le spalle, non intendeva rispondere, se lo avesse fatto, non avrebbe resistito a dirmi dove eravamo diretti.

Capii subito che era un posto importante, non solo per Shane, probabilmente per tutti coloro che avevano fondato questo campo estivo.

Mano nella mano, Shane mi trascinò lungo quel tunnel fatto di rampicanti, lo stesso luogo dove avevo colloquiato con suo nonno. Mi avvinghiai al suo braccio muscoloso, non so perché ma ero quasi sicura di poterlo perdere se solo gli avessi lasciato andare la mano. Arrivammo davanti una porta fatta di legno, lavorata nei minimi dettagli. Sopra, una scritta intagliata recitava una celebre frase di Walt Disney: "IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN DO IT."

Mai frase diede tanto significato a quel luogo. Quel campo estivo rappresentava un sogno per molti, a dire il vero, permetteva ad ogni ragazzo di vivere seguendo il proprio sogno. Ogni club metteva alla prova tutte le nostre capacità. Lavoro duro, questo era quello che facevamo per arrivare ad un obbiettivo. Ogni sforzo rappresentava un gradino in meno per raggiungere la meta e alla fine, realizzare il nostro sogno.

《Amo questa frase. 》Confessai, stringendo la mano di Shane con molta più forza.

Shane mi guardò, regalandomi un sorriso raggiante. 《Sarà magico, lo prometto. 》Disse lasciandomi un leggero bacio sull'angolo della bocca, non era mai stato tanto dolce con me, eppure questo lato di lui mi faceva impazzire.

《Sei pronta? 》Domandò, eccitato dalla voglia di mostrarmi ciò che si celava dietro quella fantastica porta.

Senza indugiare troppo, infilò una chiave e con fare lento, quasi voglioso di aumentare la suspense, iniziò a smuovere quel maledetto meccanismo. "Muoviti" lo incitai nei miei pensieri.

Abbassò la maniglia fatta di ottone puro. 《Uno. 》Iniziò a contare. 《Due. 》Il cuore prese a battere più velocemente del solito. 《Tre. 》Sorrise aprendo la porta.

Una luce colpì talmente i miei occhi che fui obbligata a chiuderli.

Iniziai a sbattere più volte le palpebre, finché non mi fu consentito di osservare bene ciò che mi circondava.

Rimasi a bocca aperta, non mi aspettavo uno spettacolo simile. Coprii la faccia con le mani e iniziai a sfregare gli occhi, incredula di ciò che stavo vedendo.

《È... è... 》Cercai di dire, ma le parole non mi uscivano dalla bocca. 《Una... Serra. 》Conclusi finalmente, continuano a girare per guardarmi intorno. Una ricca vegetazione si parò davanti ai miei occhi, ogni tipo di pianta era stata scelta accuratamente per adornare al meglio quel luogo che sembrò immenso, ma in realtà non era nemmeno tanto ampio. Una luce solare penetrava da quella che era una costruzione fatta interamente di vetro, le piante sembravano innalzarsi in aria per essere baciati dai raggi del sole.

Mi abbandonai a quella visione spettacolare, mentre Shane rimaneva in un angolo intento a guardare ogni mio gesto.

Iniziai a sforare le piante una alla volta, quasi come se stessi accarezzando la testa di un bambino.

《Magnifico. 》Sussurrai, rivolgendo lo sguardo a Shane, regalandogli un grande e sincero sorriso.

Tutta la preoccupazione scaturita da quella spiacevole situazione, sembrò svanire. Mi concentrai a guardare gli occhi neri di Shane, al sole risaltavano ancora di più quelle pagliuzze castane.

《Speravo ti piacesse. 》Sorrise avvicinandosi sempre di più con uno sguardo quasi famelico, ma allo stesso tempo dolce.

《Sono senza parole, grazie per avermi portata qui. 》Cercai di sorridere anche se la situazione era alquanto imbarazzante.

Shane mi strinse forte fra le sue braccia e posizionò la testa nell'incavo del mio collo.

《Dio, sei così bella. 》Sussurrò facendomi sciogliere come il ghiaccio esposto al sole. Poche volte mi capitava di amare le frasi dolci, poche volte mi capitava di arrossire ad un complimento quasi banale, ma quella fu una di quelle volte.

Shane alzò lo sguardo e io cercai di spostare il mio su qualunque cosa potesse nascondere il mio rossore. Shane sorrise, mi diede un dolce e casto bacio sulle labbra, quasi di sfuggita.

《Ehi. 》Urlai colta di sorpresa. 《Non puoi fare così ogni volta che hai voglia. 》Cercai di fare il possibile per far capire che non ero imbarazzata, ma come sempre il mio viso era un libro aperto.

Shane girò le spalle e alzò il pollice mentre continuava a camminare diretto verso l'uscita. Rimasi imbambolata, dovevamo andare già via.

《Ninfa, rimarrai qui per un bel po' se non ti sbrighi ad uscire. 》Mi incitò dandomi ancora le spalle.

《Dobbiamo andare già via? 》Mi lamentai, quando capii che faceva sul serio.

《Se vuoi rimanere fai pure, i ragni non aspettano altro che te. 》Scherzò, mentre io iniziai a guardarmi intorno. Avevo la fobia dei ragni. Corsi verso l'uscita e fortunatamente riuscii a oltrepassare la porta, prima che Shane la chiudesse.

《Shane. 》Lo chiamai, quando stavamo ripercorrendo quel tunnel fatto da rampicanti.

《Dimmi. 》Rispose lui prontamente.

《Era tua nonna che sognava costruire una serra? 》Domandai, afferrandogli la maglietta bagnata che aveva utilizzato quando avevo perso i sensi,

Shane annuii, ma mi resi conto che quell'argomento non gli era affatto gradito. Decisi di rimanere in silenzio, lungo tutto il tragitto. La situazione era diventata imbarazzante, c'era una certa distanza fra di noi, forse avrei dovuto evitare quella domanda.

Il ragazzo che camminava al mio fianco però si fermò, si girò verso di me e afferrò le mie spalle con le sue possenti mani. Per lo stupore lo guardai in viso. I suoi occhi erano seri, la mascella contratta e notai ancora una volta il suo labbro gonfio. Non avevo ancora capito come se lo era procurato. 《Ninfa. 》Disse a denti stretti, quasi come se stesse lottando con sé stesso per dirmi quelle parole.

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