Quella notte non riuscii a chiudere occhio, ripensai ai miei sentimenti, a ciò che avevo confessa a Charlotte, ripensai a Brandon e ripensai a Shane. Io ero stata sempre una ragazza che programmava ogni singola cosa della sua vita, ma in quel momento mi sembrava tutto così complicato. Non sapevo quale sarebbe stata la mia scelta, forse avrei dato retta all'istinto o forse avrei scelto di preservare me stessa e di non pensare ad altro. L'estate era ancora nel pieno e tante cose dovevano ancora succedere. La stanchezza ebbe la meglio sui miei pensieri e finalmente fui cullata fra le braccia di Morfeo.
Dormii poche ore, ma dormii così profondamente dopo così tanto tempo. Mi svegliai alle 5:08 in punto, decisi di alzarmi e di prepararmi per andare a fare colazione, morivo di fare e avevo proprio voglia di qualcosa di cioccolatoso.
Presi una tuta a pantaloncino, lilla e dei sandali dello stesso colore. Il top della tuta si allacciava con un nodo al collo e quel colore creava un contrasto strano con i miei capelli, ma mi piaceva. Corsi in bagno e dopo una lunga riflessione sotto la doccia uscii, evitai di farmi i capelli, lasciandoli mossi come Charlotte li aveva fatti il giorno prima. Indossai gli indumenti e passai un leggero mascara alle ciglia. Decidi che era meglio uscire dalla baracca, non avevo proprio voglia di aspettare la mia amica senza avere nulla nello stomaco.
Aprii la porta, dopo aver rigorosamente preso l'orologio da taschino. Sulla soglia mi si presentò una figura con in mano i giacinti, spesso utilizzati per chiedere perdono.
《Brandon. 》Salutai facendo un cenno con il capo e oltrepassandolo diretta alla mensa
《Dafne, ti volevo chiedere scusa per ieri. 》Disse con la voce spezzata dall'emozione.
《Penso sia tardi, il danno è stato fatto. 》Iniziai a camminare spedita, mentre Brandon mi seguiva con il capo rivolto verso il basso, quasi come un cagnolino che è stato appena sgridato e segue docilmente il suo padrone.
Mi riuscì a raggiungere e mi strinse forte da dietro. 《Sono stato un idiota, ma vorrei rimediare, mi piacerebbe portarti fuori da questo posto, vorrei davvero farmi perdonare per ciò che ti ho fatto. 》La sua bocca non aveva intenzione di chiudersi, ma per qualche oscura ragione era quasi riuscito a convincermi.
《Dove vorresti portarmi? 》Chiesi facendo la preziosa, ma quasi completamente convinta di voler andare con lui.
《Sarà una sorpresa che scoprirai solo se verrai con me. 》Mi sorrise, mentre io mi voltavo verso di lui e annuivo.
《Va bene, a patto che prima andiamo a fare colazione. 》Mi lasciai andare a quel suo modo di fare dolce. Era questo il lato di Brandon che conoscevo.
Il ragazzo mi prese per mano e iniziammo a correre verso l'uscita, probabilmente avremmo fatto colazione fuori in qualche Bar.
Durante il tragitto incontrammo Shane. Si parò davanti a noi, quasi a volerci bloccare la strada. Guardò fisso negli occhi Brandon, poi spostò lo sguardo su di me. Abbassai gli occhi quando si incontrarono con i suoi e lui si soffermò a guardare le nostre mani unite.
《Dove cercate di andare? 》Domandò con un pizzico di fastidio negli occhi.
Fortunatamente Brandon mi anticipò e non dovetti rispondere, anche perché sicuramente mi sarei bloccata nel momento in cui l'avrei guardato dritto negli occhi.
《Stiamo per fare una scappatella, amico. Coprici le spalle, ok? 》Spiegò in fretta. Shane però aveva gli occhi puntati su di me, non riuscivo a vederlo, ma lo percepivo perché il mio viso prese a bruciare.
《È questo quello che vuoi? 》Chiese Shane, rivolgendosi a me, non lo guardai quando gli risposi, in verità non feci altro che annuire, puntando ancora una volta gli occhi verso il basso.
《Ma che domande sono, ora lasciaci passare, amico. 》Affermò con prepotenza Brandon. Lui continuò a guardami e quando alzai anch'io lo sguardo mi ritrovai il suo viso, deluso ed arrabbiato.
《Mi dispiace non venire al club, ma oggi pomeriggio ci sarò, ci vediamo. 》Dissi, mentre Brandon iniziò a camminare in modo spedito. L'ultima cosa che mi ricordavo di quella strana situazione era il viso di Shane.
Riuscimmo a superare facilmente il muretto che circondava quell'immenso luogo. Più ci allontanavamo, più pensavo di stare lasciando qualcosa di essenziale dietro, mi sentivo come se mi mancasse qualcosa.
Quasi la stessa sensazione che spesso si prova quando un ragazzo viene privato della propria indipendenza come la droga, le sigarette o peggio ancora il cellulare.
Arrivammo ad un bar diverso da quello in cui ero andata con i compagni del club.
《Allora dove mi porti? 》Chiesi quando ormai avevamo preso posto. Solo allora mi ricordai che i fiori del perdono li avevamo praticamente lasciati lì davanti la capanna, per vivere l'emozione di quella che era una piccola scappatella.
《Ti ho detto che è una sorpresa. 》Sorrise mentre sorseggiava il suo caffè e io mi fiondavo su quella fetta di Sacher.
Brandon allungò la mano pericolosamente e sfiorò dolcemente la mia guancia. Con un dito aveva preso una po' di cioccolata che non so come era finita proprio lì.
《Grazie. 》Sussurrai imbarazzata, prendendo un tovagliolo e pulendomi dalla macchiolina. Brandon sorrise.
《Sei così carina. 》Sussurrò prendendo la mano, che era poggiata sul tavolo e dando un piccolo bacio su di essa.
Lasciò la presa e dopo aver pagato, mi spronò a continuare insieme la nostra mattinata. Ogni suo minimo gesto era curato in tutti i particolari: mi aveva offerto la colazione, mi aveva aperto la porta del bar e mi aveva fatto passare prima, quando ci eravamo seduti, mi aveva persino scostato la sedia e ora camminava dal lato della strada con un braccio avvolto intorno al mio collo e con le nostre mani intrecciate l'una all'altra.
《Siamo arrivati. 》Urlò emozionato, forse più di me.
Guardai anch'io, davanti a noi si issava per aria, un grande e immenso Luna Park.
《Allora che facciamo? Entriamo? 》Domandò sorridendo e lasciandomi un bacio sulla guancia. Quel posto era da lasciare senza fiato e cosa più importante Brandon aveva pensato a me e a rendermi felice.
Con entusiasmo, lo abbracciai, stringendolo forte. 《Grazie. 》Sussurrai al suo orecchio lasciandogli un casto bacio all'angolo della bocca.
《Su coraggio, entriamo. 》Gridai come una bambina emozionata per quella piccola gita, mentre alle mie spalle Brandon sembrava stupito e divertito dal mio comportamento. Una cosa era certa sarebbe stata la mattinata più entusiasmante di quell'estate.
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Random Walk
Storie d'amoreDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...