《Dafne, non verrò a salvarti, non prenderò più le tue difese se continuerai a camminare. 》Concluse, bloccai il passo.
Cercai con tutto il mio cuore di non voltarmi, se solo lo avessi fatto, tutto sarebbe andato a puttane. Odiavo la mia testardaggine, odiavo il mio modo di essere indipendente e soprattutto odiavo le parole che erano appena uscite dalla bocca di Shane. Non avevo mai chiesto il suo aiuto, non mi ero mai buttata fra le sue braccia prima che lui le aprisse per accogliere me. Quello che aveva detto, non suonò come un qualcosa di dolce, come qualcosa di protettivo, forse sì le sue intenzioni erano sincere, ma qualcosa prese il sopravvento. Una sensazione di dolore mista a rabbia ebbe la meglio su di me, non gli avevo chiesto nulla, non avevo bisogno che mi rinfacciasse le cose solo perché lui aveva voluto fare. Forse si, aveva ragione, ero diretta in una specie di gabbia governata solo da uomini il cui cervello era annebbiato a causa dell'alcool, aveva ragione, senza dubbio, eppure... eppure la sua fastidiosa voce, le sue parole, ogni singolo suo gesto aveva un'enorme influenza su di me. Era capace di farmi arrabbiare, di farmi sorridere, di farmi ridere, ma quello non era giusto. Lui non sarebbe stato mai più al mio fianco? Bene, così sia.
《Non ti è mai stato chiesto. 》Strinsi i pugni così tanto che le unghie si infilavano nella pelle e le nocche diventavano bianche, una lacrima solcò il mio viso, ma non persi tempo ad asciugarla. "Non ti girare", dicevo a me stessa più e più volte. Non lo feci e con passo spedito arrivai in un batti baleno al bar in cui l'altro giorno mi aveva portato Brandon. Fuori da esso dei ragazzi con una sigaretta e una birra in mano, parlavano animatamente, a dire il vero forse non sapevano nemmeno di cosa stavano parlando. Riconobbi al volo un ragazzo, colui che era entrato negli spogliatoi quando stavo discutendo con Shane.
Shane.
Solo al pensiero di quella scena un senso di angoscia mi colse in un batter d'occhio. Quel giorno per quanto arrogante, aveva creduto in me e mi aveva spronato a fare lo stesso, perché era convinto che io avessi solo bisogno di crederci un po'. Aveva ragione.
Scossi il capo, non era il momento di pensare a lui, per quanto sembrasse strano e per quanto lo avesse fatto per il mio bene, mi aveva ferita, davvero ferita.
Mi rimboccai le maniche, sarei andata da quei ragazzi avrei chiesto loro di far uscire Brandon così da potergli parlare.
Mi avvicinai cautamente dopo essermi resa conto al 100% che erano compagni di Brandon e Shane, volevo mantenere una certa distanza fra me e quei ragazzi che avevano la birra in mano e una sigaretta nell'altra. Un odore di alcool si fece largo fra le mie narici, una puzza incredibile che quell'estate l'avevo sentita provenire solo da Brandon la sera della festa. Solo allora mi resi conto che anche Shane era con loro e a ripensarci anche lui aveva lo stesso odore, probabilmente non così forte, non aveva bevuto tanto da essere ubriaco fradicio.
《Scusate. 》Cercai di respirare il meno possibile la loro aria. I ragazzi si voltarono, i loro occhi erano talmente rossi da far paura, quasi sicuramente non avevano soltanto bevuto.
《Oh ma tu sei la tipa di Brandon? 》Disse uno dei quattro ragazzi.
《Ma questa non si fa anche Shane? 》L'ho vista io negli spogliatoi. Parlò il ragazzo di cui riconobbi il viso come se non fossi nemmeno presente. Una cosa era sicura, era messo peggio di quello che aveva aperto bocca qualche secondo fa.
《Mh... È proprio un bocconcino. 》Borbottò il terzo ragazzo, mentre il quarto annuiva alla sua affermazione. Cercai di non farci caso, forse era la cosa migliore per il momento.
《Sto cercando Brandon, lo potete chiamare, così da venire fuori? 》Cercai di essere più gentile possibile. I ragazzi si guardarono e scoppiarono a ridere, poi quello che sembrava il portavoce, mi avvolse un braccio intorno al collo.
《Perché non vieni tu stessa? 》Disse trascinandomi dentro, mentre un ragazzo mi poggiava la sua mano sulla schiena.
《No vabbè, grazie non è urgente. 》Cercai di liberarmi, ma quando ci riuscii i due ragazzi che mi avevano definita bocconcino mi tagliarono la strada.
《Ma che c'è di male? Potremmo offrirti pure qualcosa da bere. 》Sorrise il ragazzo che aveva scoperto me e Shane. Annuii, non sapevo cosa fare, almeno dentro c'era Brandon, sarei stata al sicuro.
Quando entrammo nella sala, da loro occupata, un alone di fumo mi venne incontro, sembrava di essere in una vera e propria cappa. Entrai a testa alta, scortata dai quattro ragazzi che non avevano intenzione di lasciarmi da sola. Vidi Brandon e mi diressi quasi correndo verso di lui, mi resi conto che era strafatto, quasi andato completamente, cercai di scuotere il suo braccio più forte che potevo. 《Brandon. 》Chiamai, lui sembrò riprendersi, stava sicuramente dormendo.
《DaDa. 》Disse con una voce assonnata. Odiai quel soprannome più di ogni altra volta, mi sentivo a disagio e l'unica cosa che volevo era andare via da quel posto.
《Ho biso... 》Cercai di parlare ma fui bruscamente interrotta da un ragazzo che mi circondò la vita con la sua mano sudaticcia, non sapevo chi era, ma in quel momento non mi importava granché.
《Bella la tua tipa. 》Disse dopo avermi stretto ancora di più, ero paralizzata, non sapevo cosa fare.
《Sai, prima le ho fatto un bel lavoretto, non sai quanto ha gridato vero, baby? 》Mi diede un bacio umido sulla guancia. Shane aveva ragione, non sarei mai dovuta allontanarmi da lui. Brandon mi guardò trasmettendo tutta la collera possibile. Per un semplice abbraccio di Abigail a Shane, aveva messo in ridicolo la ragazza, ora cosa avrebbe fatto a me?
Cercai di negare, ma il ragazzo che mi stava accanto mi tappò la bocca e continuò a parlare con la sua voce viscida. 《Perché non mi permetti di proporle qualcosa di bello? Tutti quanti ne gioveremo, ma ovviamente, sta a te darmi il permesso. 》 Si rivolse ancora una volta a Brandon che guardandomi fisso negli occhi, annuì senza dire una parola.
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Random Walk
Roman d'amourDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...