Capitolo 50

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《Fidati di me. 》 Il suo sguardo puntato sui miei occhi, il suo sorriso stampato sul suo viso, i suoi capelli che ricadevano bagnati sulla fronte. Mi potevo fidare di questo diavolo vestito da bravo ragazzo?

《Allora? Ti fidi? 》Incalzò Shane ancora con la mano tesa.

Ci pensai ancora un po', poi mi decisi e gli afferrai la mano. 《Mi fido, ma fai piano.》 Sussurrai, con voce flebile. Come non detto, Shane mi trascinò insieme a lui nell'acqua.

《Sei un pazzo.》 Urlai una volta emersa, mentre lui moriva dal ridere.

《Dai seguimi. 》Mi invitò voltandosi.

《Ma è notte fonda, non si vedrà nulla. 》Spiegai rimanendo con il corpo in acqua, per non prendere freddo.

《Non c'è bisogno di vedere. 》Mi strinse la mano, invitandomi a seguirlo.

Ci immergemmo nel lago e iniziammo a nuotare mano nella mano. Shane però, dopo un secondo, mi abbandonò. Mi sentii persa, non riuscivo a vedere niente, forse era meglio ritornare a galla. Un braccio però mi strinse la vita e delle labbra si poggiarono sui miei capelli. Mi trascinò ancora per un po' e io mi lasciai perdere in quella specie di abbraccio. Ormai stavo finendo l'ossigeno. Gli tirai la maglietta facendogli capire che dovevo respirare. Shane mi accompagnò stringendo ancora la mia vita. Non mi ero resa conto che eravamo riusciti ad arrivare in una parte isolata. Io e Shane eravamo uniti in un abbraccio da cui nessuno dei due era intenzionato staccarsi.

Lui mi strinse ancora più forte e io poggiai la mia testa nell'incavo tra il suo collo e la spalla.

《Non meriti di essere trattata così da Brandon. 》Sussurrò lasciandomi un leggero bacio sulla spalla.

Mi scostai di colpo. 《Sei venuto per questo? Perché ti facevo pietà? 》Domandai, irritata. 《Non ho bisogno di una mamma che mi controlli e soprattutto che mi protegga, non ho bisogno di te.》 Ancora più infuriata, cercai di allontanarmi dal suo corpo anche se era dannatamente difficile. Non riuscivo proprio a lasciarlo, di sicuro c'era una grande attrazione fisica fra i due.

《Fammi spiegare... 》Iniziò a parlare, ma non lo feci concludere.

《Non ti intromettere mai più nella mia vita privata.》 Sputai fuori come una furia.

Shane allentò la presa e io riuscii a liberarmi da quell'abbraccio. Mi allontanai, lasciando il ragazzo ancora nel lago. Il freddo invase il mio corpo. La mia pelle bagnata iniziò a gelarsi. Non avevo con me l'asciugamano, ma in quel momento quello che volevo era ritornare nella baracca. Corsi più veloce che potevo. In poco tempo mi trovai nella stanza. Avevo appena chiuso la porta. Mi buttai con le spalle su di essa e strisciai verso il basso, poggiando la testa sulle mani, che a loro volta facevano pressione sulle ginocchia.

《Dafne! 》Accorse Charlotte, stupita del mio comportamento. 《Mi hai fatto preoccupare, appena sono arrivata non ti ho vista. Dove sei stata? 》Si avvicinò in fretta a me poggiandomi una mano sulla spalla.  《Ma tu stai gelando, cazzo, è meglio che ti faccia una doccia calda, io vado a cercare Brent e ti faccio portare qualcosa di caldo. 》

Non avevo modo di controbattere, forse me ne mancavano anche le forze. Annuì semplicemente e con l'aiuto della mia amica, mi alzai dirigendomi verso il bagno. Lei corse subito da Brent, voleva informarlo il più presto possibile, mi voleva stare accanto mentre facevo la doccia, per evitare che mi venisse un malessere. Lasciai perdere le sue preoccupazioni e quando l'acqua fu abbastanza calda mi infilai, senza nemmeno pensarci. Cercai di cancellare da me la sensazione di quelle possenti mani intorno il mio esile corpo. Sapevo che era inevitabile sentire quelle emozioni. Mi sorpresi a pensare che quel bacio sudaticcio lasciato da Brandon, non aveva fatto lo stesso effetto di quello che Shane aveva stampato sulla mia spalla bagnata. Sfiorai il punto in cui mi aveva baciato, un brivido mi percorse la schiena.

《Dafne, va tutto bene là dentro? 》Domandò Charlotte dall'altra parte della porta, mi sorpresi a pensare che si fosse preoccupata tanto da metterci così poco, in realtà il tempo era passato senza che me ne rendessi conto. Il vapore era riuscito ad occupare l'intero bagno. Uscii dalla doccia e aprii quella mini finestra, così da consentire al vapore di uscire. 《Arrivo.》 urlai, avvolgendo il mio corpo con l'asciugamano e prendendo anche il fono, così da asciugare i capelli. Ad aspettarmi fuori c'era solo Charlotte, che mi consegnò dei pantaloncini e una maglietta che fungevano da pigiama, siccome la vestaglia era da lavare. Mi vestii in fretta mentre Charlotte attaccava il fono, voleva a tutti i costi asciugarmi i capelli. Decisi di lasciarla fare, la mia mente pensava ad altro.

《Mi vuoi dire dove sei stata? Ti sei buttata nel lago alla fine? 》Domandò tutto ad una volta.

《Si mi sono buttata. 》Confessai, giocando con le mani. 《Con Shane. 》Completai.

Per poco a Charlotte non cadde il fono di mano. Qualcuno bussò alla porta e corsi ad aprire così da non dover rispondere a quelle miriadi di domande a cui mi avrebbe sottoposto la mia amica.

Brent, si presentò alla porta con ben tre tazze in mano, non saprei nemmeno spiegare come ci fosse riuscito.

《Entra pure. 》 Lo invitai facendogli spazio per passare dalla porta.

Brent non ci pensò due volte ed entrò poggiando le tazze sul comodino.

《Come ti senti? 》Mi domandò, mentre Charlotte finiva di asciugarmi i capelli.

《Sto bene, non ti preoccupare. 》Non sapevo nemmeno io di star dicendo la verità o meno. Sapevo solo che la cioccolata calda che aveva portato mi avrebbe sollevato il morale. Avevo davvero preso freddo e la doccia non aveva risolto granché.

Appena mi bagnai le labbra con quella deliziosa cioccolata, si sentì bussare alla porta.

《Aspettavate qualcuno? 》Domandai, rivolta ai due ragazzi che si affrettarono a fare un segno di negazione. 《Vado io. 》Continuai, mentre loro iniziarono a chiacchierare su quale sarebbe stata la bontà del giorno dopo.

Aprii la porta molto lentamente, quasi con la paura di sapere chi ci fosse oltre. Forse era Brandon che si voleva scusare.

Mi sorpresi molto, quando proprio sull'uscio della porta si vide la figura di Shane. Era ancora bagnato dalla testa ai piedi, i suoi capelli ricadevano dolcemente sul viso, i suoi occhi sembravano quasi uscire dalle orbite e le sue labbra di un colore simile al viola, tremavano a causa del freddo.

《Dobbiamo parlare e non me ne andrò finché non mi permetterai di farlo. 》Disse fra un tremolio ed un altro.

《Arrivo, prendo un asciugamano. 》Mi convinsi, non potevo lasciarlo stare lì al freddo per ore.

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