Capitolo 13

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《Signorina Moore cercherò di non fare interruzioni e soprattutto di non perdere tempo, anche perché lei deve compiere un obbligo importante entro oggi. È proprio sicura di voler ascoltare? 》 chiese sedendosi al mio fianco e giocando con la sua cravatta, quasi come se fosse nervoso.

《Sicurissima, Signor Preside, cercherò di non interrompere il suo monologo, ma la prego, mi racconti.》quasi supplicai cercando il suo sguardo, che rimaneva puntato verso il pavimento.

《Bene, possiamo iniziare.》 Fece un lunghissimo respiro come se stesse riordinando i suoi pensieri. 《L'inizio del racconto risale a tanti anni fa, quando ero ancora un giovane ragazzo pieno di sogni.

Il grande ideale che a quel tempo mi accompagnava era il semplice amor di patria. Non tanto semplice, una volta che proprio questo amore, mi spinse ad andare ad arruolarmi.
Sarà forse un gesto di onore o almeno così si credeva a quel tempo.

I ragazzi di oggi amano la guerra. Ogni balocco che utilizzano, sin da bambini, richiama alla guerra, i soldatini ne sono un esempio e una volta cresciuti non abbandonano questo argomento, attraverso quei videogiochi proiettati al televisore.

La storia, invece, ne parla come se fosse una lista della spesa. Ma nessuno si è mai reso conto delle sue atrocità. Si fidi signorina, se i suoi graziosi occhietti vedessero la brutalità della guerra, non riuscirebbe mai ad andare avanti.

Una volta arruolato, mi allenai giorno e notte, sotto gli ordini e gli insulti di molti comandati. Ad essere sincero, quello era un gioco in confronto ad altro. Dopo aver passato illeso questa tappa, fui mandato in missione. In Vietnam.》 La sua promessa di creare un discorso unico fu spezzata nel momento in cui egli, con le mani tremanti e lo sguardo puntando a terra, cercava di cacciar via quelle lacrime.

Rimasi in silenzio, ero affascinata del suo modo di raccontare, in particolare perché riusciva a trasmettere le sue emozioni. A me non restava che guardare il suo viso segnato dalle rughe e ascoltare il suono della sua voce.

《La guerra è qualcosa di orribile. Nessuno ha la forza di spiegare ciò che senti durante quei momenti. I film, i libri, non saranno mai capaci di captare ogni sensazione umana e riuscire a trasmetterla.

Mi feci molti amici in quel gruppo. Shane era il mio più grande amico, veniva dalla Grecia, non so che ci facesse a combattere lì, so solo che a lui devo la mia vita. I giorni passavano lenti come lumache, con l'odiosa paura di essere attaccati in ogni singolo momento. I morti in quel caos non cessano di crescere. Ho perso il conto di quanto tempo sono stato costretto ad accompagnare un compagno nel pronto soccorso. Un luogo pieno di orrore che racchiudeva la crudeltà di quei momenti. Fu proprio in quel contesto, che conobbi la donna più bella del mondo, la donna che forse aveva più difetti di chiunque altra ma che riuscì a far palpitare il mio cuore.

Jane, una ragazza piena di vita che non si faceva mettere mai i piedi sopra la testa, era una ragazza libera, con una luce negli occhi, che gridava il desiderio di voler essere qualcuno, di essere capace di aiutare quella gente per cui non c'era nulla da fare.

Lei signorina Moore, mi ricorda molto la mia adorata Jane. Inutile stare a raccontare che quando cercai in tutti i modi di corteggiarla, lei mi smontava in un secondo. Ma chi si impegna con tutto il cuore in quello che fa, riuscirà ad ottenere ciò che vuole.》il presidente sorrise, ricordando con una piccola lacrima quel momento della sua vita.《Ci riuscii! Lei iniziò ad amarmi e io per un singolo istante, divenni l' uomo più felice del mondo.》fece un piccolo sospiro. 《La battaglia che stavo combattendo, però non voleva a che sapere di una tregua. Le battaglie aumentarono, l'esercito diminuiva e anch'io rischiai la pelle. Mai dare le spalle al nemico, era una delle regole che dovevamo rispettare. Maledetto chi mi fece fare quell'errore. In un combattimento diedi le spalle al nemico. Mi avvertì, Shane mi gridò di buttarmi a terra, di evitare il colpo, ma tutto fu completamente inutile. Ho visto il mio migliore amico prendere la pallottola al posto mio. Il sangue fa da sovrano in guerra, nostro, loro, non importa. Un uomo uccide un altro uomo. Non si è mai visto un topo uccidere un suo simile. Ma la mente umana è contorta, cara signorina Moore. In quella orribile giornata il mio solo piacere era stato vedere la mia donna amata che con gentilezza e premura asciugava le mie infinite lacrime. Un uomo che piange. È strano, almeno questo è quello che crede lei, vero?》mi lasciò il tempo per pensarci su, ma senza aspettare una mia risposta, riprese il racconto.

《L'uomo per essere tale dovrebbe essere una persona forte. Questo sarebbe lo standard di Uomo con la "u" maiuscola. Ma la vera forza dell'uomo sta nel mostrare la sua debolezza. Ognuno ha bisogno di un punto di riferimento, di qualcuno a cui affidarsi completamente. Ognuno ha bisogno della sua "forza". La mia in quel momento fu Jane.》prese un altro luogo respiro e continuò a parlare.

《 Ci congedarono, io e la mia amata finalmente creammo una famiglia. Jane diede alla luce la mia piccola figlia, Janelle, che dopo aver sentito la storia, dopo lunghissimi anni decise di chiamare un suo figlio Shane. È al mio caro vecchio amico che dovevamo la nostra felicità. Ma la felicità non dura in eterno.》il suo viso fu rigato da mille lacrime, decisi di distogliere lo sguardo in segno di rispetto.

《La mia piccola e graziosa Jane fu colpita da un distruttivo tumore.》le sue lacrime si trasformarono in veri e propri singhiozzi.

《Aveva ormai 70 anni, eravamo diventati nonni, avevamo avuto una bellissima vita insieme. Potevamo ancora avercela, potevamo creare altri ricordi insieme, ma Lei non volle curarsi, non volle iniziare la chemioterapia. Le chiese perché! La supplicai di farlo per rimanere ancora con me. Ma lei non volle. Finimmo per litigare e decisi di andarmene via da quella casa, non avrei mai assistito alla sua autodistruzione.
Lei mi fu sempre accanto, ma nei suoi ultimi attimi di vita non ci fui. Shane, mio nipote, anche se solo 15enne mi mise davanti la situazione, mi fece capire che avevo torto, ma era troppo tardi, il tempo di arrivare nella umile casa in cui abitavamo e trovare lei che si era arresa.》i singhiozzi si fecero più forti.

《Ma tu l'amavi e sono sicura che lei ne era a conoscenza.》strinsi pugni passando inaspettatamente al tu.

Il preside si mise a ridere di gusto.《Ha ragione, signorina Moore, lei lo sapeva.》

《Nonno!》gridò una voce abbastanza familiare, interrompendo il nostro lungo discorso.

Angolo autrice.

Invito tutti a vedere il video. Peccato chi non lo farà perché si perderà un'esperienza unica (andate direttamente all'esibizione se come me, non capite bene l'inglese)

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