Capitolo 3

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《È tutta colpa tua!》continuai a sbraitare contro quella persona.

Credo molto nella coerenza delle persone. Ho incontrato soggetti di tutti i tipi, molti dei quali non inseguivano un'idea ben precisa, al contrario, bastava una cosa minimale per cambiare il proprio pensiero.

Eh no, non intendo quando prima si è convinti di una cosa e dopo, per ragioni esistenti, si cambia il pensiero. No!

Le persone che avevo incontrato durante la mia brevissima vita, erano veramente flebili come se una leggerissima piuma, avesse così tanta influenza da fargli cambiare totalmente idea, ma in particolar modo, la propria persona.

Era questo ciò a cui andavo contro, non volevo essere come tutti, volevo prendere ogni singolo elemento importante nella mia vita, per poter migliorare e forgiare una me stessa  che mi sarebbe piaciuta, che avrei veramente potuto amare.

Per tale motivo quando mi imputavo su una cosa, difficilmente cambiato idea.

E ora ero estremamente convinta che la persona sull'uscio di quella abitazione, che poteva cadere con un semplice soffio d'aria, fosse una vera testa di bip.

《Lo so che ti sono mancata!》gridò, iniziando a saltellare per poi sorpassarmi, entrando bruscamente in quel, non so nemmeno come chiamarlo, alloggio (?)

Sbruffai, facendo due passi verso il letto, e buttandomi su quel materasso che sarebbe stato il mio fidanzato per tre lunghi mesi.

《Invece no, io non capisco come ho fatto a trovare io l'unica migliore amica che ha come idea per le vacanze di passare il tempo in una cavolo di accademia, se così si può chiamare, invece si andare a fare un viaggio, come tutte le amiche normali?》chiesi ironicamente, senza aspettare una risposta.《No seriamente, lo voglio sapere, come diavolo è possibile!》sbraitai ancora una volta.

《Oh smettila, puffo brontolone. 》sussurrò il nomignolo che ovviamente io detestavo.《Sai quante cose potrebbero succedere in una sola estate, soprattutto in un luogo dove potrai conoscere qualcuno e forse anche un tuo lui!!》 Fece una piccola pausa《 Ti immagini tu pazza d'amore? Che faresti di tutto per qualcuno di così importante!!》disse con aria sognante.

In parte aveva ragione, io non avevo mai vissuto quel così detto primo amore, di conseguenza non avevo mai provato cos'è l'amore e non intendo proprio provarlo.

Dalla mia esperienza dovuta alle diverse relazioni di mia madre e della mia migliore amica, l'amore ti consumava.

Consumava tutto di te.

Potrebbe iniziare come qualcosa di bello, anzi stupendo, poteva travolgerti la vita, farti sentire più bella e soprattutto accettata da chiunque ti circonda, infine, la cosa più spettacolare di tutte, ti faceva sentire protetta.

Si, protetta. Perché con lui eri al sicuro o credevi di esserlo.

Ti sentivi come se fosse voi due contro il mondo intero ma non era così, non sempre è così.

Al contrario, la persona che ti doveva far sentire protetta, che ti doveva consolare nei momenti più brutti, che prima di ogni cosa doveva essere il tuo migliorie amico, in grado di supportare l'altro nelle decisioni difficili ma anche in quelle di ogni giorno, quella persona... quella persona, prima o poi, si rileverà di essere la persona più orribile al mondo, quella persona che ti farà piangere più delle altre, che renderà tutti i momenti belli vissuti insieme, un vecchio ricordo chiuso in una soffitta.

Proprio lì ti renderai conto di essere sola, di non avere più nessuno accanto, perché al contrario suo, hai cercato di dare anima e corpo a colui che credevi d'amare.

Ma questo non è amore, non può esserlo. Nessuno conosce il significato di amore, nessuno è sicuro di cosa significa l'amore, se prima non l'ha provato.

Io non sono sicura su cosa si provi, ma di una cosa ne sono più che certa, chi ama non abbandona, chi ama non osa l'asciare l'altro e non parlo solo dell'amore fra uomo e donna, ma di ogni tipo di amore: fratello e sorella, padrone e cagnolino, mamma e figlia... Papà e figlia... Se una persona ama non può abbandonare nessuno.

Io lo so, per questo non importa, mi voglio circondare solo di persone che mi amano, solo di persone che mi sappiano accettare e apprezzare per quella che sono, quelle persone che prima di scegliere se abbandonarmi o meno, mi conoscano, così da capire ciò che è giusto fare.

Ma loro non vogliono, non hanno il coraggio d'amare, perché amore non è solo "avere una ragazza da portare a letto", amore è esserci l'uno con l'altro, amore è sapersi sacrificare.

Ormai ero persa nei miei pensieri, non avevo collegato di non aver risposto alla mia migliore amica, che ormai nemmeno ci pensava più. Mi fermai ad osservarla che finiva di mettere apposto le sue cose per tutta la camera.

Non avevo mai conosciuto una persona così ingenua come lei, una ragazza che spesso sogna, che crede ancora al felice e contenti, una ragazza che perdona tutti, una ragazza buona, che per quanto voglia divertirsi, potrebbe crollare con un semplice "vaffanculo".

Perché lei è così, disponibile con tutti, amica di tutti e spalla di tutti, ma quando si parla di lei, nessuno è pronto ad aiutarla.

L'unica cosa che un tempo ci accomunava era la solitudine, Il sentirci vuote, con un disperato bisogno di essere capite e forse, è per questo che solo io iniziai a capire quanto avesse sofferto nella sua vita e solo lei iniziò a capire quanto io avessi provato dolore nella mia.

Su questo si basa il nostro rapporto, il disperato bisogno di avere qualcuno con cui parlare e che anche se in modo stronzo, ti fa capire quando sbagli e dove sbagli.

《Non sognare troppo ad ogni aperti, Principessina, dovremmo andare a fare un giro per vedere un po' in che luogo siamo. 》disse buttandosi sul letto accanto al mio. Con un sorriso smagliante prese un biglietto dal cassetto del suo comodino e iniziò a leggerlo, senza aspettare una mia eventuale risposta.

《Vorresti dire nel luogo in cui tu mi hai costretto a venire. 》 dissi facendo finta di non vedere il suo classico sorrisetto davanti a quella lettera.

Non si degnò di rispondere, annuii sotto il mio guardo e continuò nella sua lettura.

Con uno scatto repentino le strappai di mano quella lettera, era strano vederla sorridere in quel modo per un pezzo di carta e la cosa bisognava essere approfondita.

Ci misi poco a leggere quelle cinque, perdonate il termine, minchiate stampate su un foglio bianco.

《Dammi quella lettera. 》 Gridò cercando di prendere il pezzo di carta.

《Ma ti rendi conto? Sai che non lo farà mai vero? Sai che ti sta solo prendendo per il culo!》 iniziai ad urlare di rimando. 《In più, cavolo, dovevi rompere quando hai scoperto che...》 qualcuno bussò alla porta e io fui interrotta.

Sospirai, consegnai il foglietto ed andai ad aprire. Un passo dopo l'altro mi avvicinavo alla porta, asciugai una lacrima, per quanto sapevo di aver ragione, odiavo con tutto il cuore litigare con la mia migliore amica. Aprì la porta, individuando una figura alquanto familiare.

《Ehi Ninfa...》 iniziò a parlare accarezzando con la mano destra la parte dietro del suo collo, sotto il mio sguardo infastidito.



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