Capitolo 32

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Il tramonto accompagnava i miei lenti passi. Il cuore continuava a battere forte, lo sentivo nel petto, lo sentivo nella gola, lo sentivo nelle tempie. Le mie mani si chiusero a pugno, non riuscivo davvero a esternare le mie paure, non riuscivo a calmare i miei dubbi. Quelle dolci parole che ogni donna vorrebbe ricevere, si ripetevano come un suono soave nella mia mente. La figura di Brandon mi si parava davanti ad ogni passo, ormai il suo viso non mi lasciava in pace.

Persa nel suo dolce timbro di voce, arrivai nella baracca, nella quale fortunatamente c'era Charlotte, intenta a finire di distogliere i bagagli. 《Puffo Brontolone. 》mi accolse con il semplice sorriso che solo un'amica può realmente regalarti. I suoi occhi si fecero cupi, vedendo il mio viso pensieroso. 《Parla. 》lasciò andare ciò che stava facendo per sedersi sul mio letto, nel quale io mi ero appena distesa. Mi misi a sedere, avevo bisogno di parlarne, di parlare con lei, di parlare con la mia migliore amica. 《Brandon Jones, capitano della squadra di calcio, si è appena dichiarato a me. C'eravamo incontrati la sera durante la quale tu sei rimasta nella baracca con Shane. 》Non conoscevo il motivo, ma pronunciare l'ultima frase sembrò causarmi un dolore al petto, quasi come se mi avessero dato un pugno. Decisi comunque di riprendere il discorso. 《Il giorno dopo lo incontrai per caso e mi invitò per la colazione. Qualche oretta fa ci siamo casualmente incontrati nella lavanderia. 》in quel preciso momento mi ricordai di aver lasciato lì i panni ormai asciutti. Mi alzai di corsa dal letto 《Dove pensi di andare? 》si parò davanti la porta Charlotte, impedendomi il passaggio.

《Ho dimenticato gli indumenti lì! 》Cercai di farla ragionare, ma lei non voleva nemmeno sentirmi. 《Adesso dimmi cosa ti ha detto di preciso e cosa ti frena. 》Il suo tono di voce era fermo e deciso, non si doveva discutere.

《Va bene. 》rassegnata al mio destino, ripresi posto e spiegai cosa Brandon mi aveva confessato.

《 È una cosa fantastica! Quale sarebbe il problema? 》la sua gioia mi incuteva sempre più timore e per un attimo mi sentii come se quella strana fra le due fosse io, forse era davvero così.

《Non capisci. 》 iniziai a parlare, la mia voce tremava, le mie mani sudavano. Per un attimo non capii perché tutta questa orribile tensione. 《Lui è perfetto. 》 spiegai solamente con il cuore in gola.

《E questo sarebbe un problema? 》domandò lei, forse più confusa di quanti in realtà lo fossi io.

《Certo, qualcuno di così perfetto vuole stare con me! 》Spiegai indicandomi. 《Con me capisci! 》il suo viso dubbioso mi lasciò esterrefatta, non capiva. 《Cavolo, Charlotte, lui è perfetto! Intelligente, sportivo e bellissimo. Io non sono alla sua altezza, non lo merito, cioè cazzo Brandon è perfetto, non voglio rovinare questo. 》

Charlotte annuii, mi prese le mani e le strinse forte 《È lui ad essere perfetto o sei tu che lo pensi per rimanere sempre sola e non aprire più a nessuno il tuo cuore? 》iniziai a ragionare sulle sue parole ma in realtà lei non aveva ancora realmente finito. 《Dafne, la perfezione non esiste, lui non è perfetto e nemmeno tu lo sei. Ciò che veramente devi capire è se siete perfetti l'un per l'altra. 》il mio cuore iniziò a martellare forte. Non capivo se davvero Charlotte avesse ragione, non riuscivo a trovare delle risposte e forse erano proprio quelle di cui avevo dannatamente bisogno.

《Vado a prendere i panni. 》il mio sguardo era perso nel vuoto, non sapevo cosa pensare ed ero molto irritata per questo.

《Dafne, non ti curare delle opinioni degli altri, lascia perdere quelle paura, per una volta fa quello che ti senti, non pensare al futuro. Pensa a te stessa, a quello che potrebbe renderti felice e non dubitare, io sarò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa accada. 》Le parole di Charlotte fecero breccia nel mio cuore, per la prima volta sapevo cosa dovevo fare, sapevo che il mio cuore mi avrebbe parlato, o meglio che mi stava parlando.

《Schiarisciti le idee, vado io a prendere le robe. Se vuoi saperlo la stanza di Brandon è la 111, non mi chiedere come e sono venuta a conoscenza. 》Disse Charlotte uscendo dalla camera.

Per quanto la situazione era abbastanza seria scoppiai in una fragorosa risata. Lei sapeva sempre tutto di tutti e la cosa poteva sembrare davvero utile. Corsi al bagno, decisi di aggiustare un po' quel viso stanco. Non ci misi molto e in poco tempo mi ritrovai fuori dalla catapecchia intenta a camminare accompagnata dal rumore della notte. Si era leggermente alzato il vento, ma non sentii poi tanto freddo come il solito. Ero quasi sicura di stare facendo una scelta affrettata. Lo conoscevo da così poco tempo, ci trovavamo bene insieme per non dire benissimo, eppure... eppure cosa? Possibile che fossi nel dubbio? Ancora? Avevo la possibilità di stare con un ragazzo fantastico, ma non mi sentivo pronta. Era davvero così? Per un attimo pensai che tutto fosse una maledetta, odiosa scusa che mi spingeva a ritirarmi ogni volta che provassi veramente qualcosa di più di una semplice amicizia. Avevo bisogno di risposte... Ripensai alle parole di Charlotte, ripensai alle parole di mia madre. Per una volta dovevo chiudere gli occhi e ascoltare il mio cuore.

Chiusi gli occhi spinta da una grande motivazione. Rimasi lì ferma in mezzo al bosco intenta ad ascoltarlo. "Parla." Cercai di spronare il mio stesso cuore ad esporsi. In quel preciso istante capii, ero sorda. Il mio cuore non parlava o almeno io ero incapace di ascoltare. L'unica soluzione era quella di andare a parlare con il diretto interessato, di esporre le preoccupazioni e finalmente di trovare una soluzione.

Shane.

Il suo nome si impresse nella mia mente durante il cammino verso la 111. Il mio cuore iniziò a palpitare. Chissà cosa ha pensato di me vedendomi con Brandon, chissà se ha provato un minimo di gelosia nei miei confronti... Gelosia? Ma cosa vado a dire, Shane... il ragazzo che non smetteva di dare soprannomi a tutti, che era stato al mio fianco per i primi giorni, che non mi ha lasciato quando mi ha visto in difficoltà... quel ragazzo, geloso? Mi misi a ridere lungo il tragitto, che cazzate a cui vado a pensare, per un attimo però sembrò un bel sogno da voler realmente realizzare.

In meno di cinque minuti ero davanti alla 111, la porta era aperta e sentii delle gridate all'interno, conoscevo le loro voci, conoscevo quei due ragazzi.

《Brandon lascia perdere Dafne... 》la sua voce... era la prima volta che pronunciava il mio nome. Mi sentii come sulle montagne russe, la grande ansia per arrivare in cima che si tramutava in delle urla di terrore miste ad emozione, questo provava il mio cuore sentendo il mio nome pronunciato da quelle dolci labbra.

Shane.

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