《Brandon Jones? Dici sul serio? 》una voce interruppe i miei pensieri poco casti sul corpo di quel bel ragazzo, che continuava a camminare spedito tra quelle mille persone che lo circondavano.
Non mi voltai, sapevo benissimo chi era colui alle mie spalle. 《 È un vero piacere incontrarti ovunque vada! 》cercai di prenderlo in giro, inutilmente visto il suo carattere menefreghista.
Prese posto affianco a me avvicinandosi forse un po' troppo al mio viso. La direzione delle sue gambe era opposta rispetto la mia. Il suo braccio era poggiato su quel tavolo rotondo e i suoi occhi erano fissi sui miei. Ci volle mezzo secondo per riprendermi da quello sguardo che mi lasciava senza parole. 《Ma prego! 》feci una pausa mostrando il posto in cui si era seduto con la mano 《Accomodati pure! 》cercai di distogliere lo sguardo subito dopo, anche se dovetti far ricorso a tutta la mia forza di volontà.
《 Non dovresti parlare così a qualcuno che ieri è venuto in tuo soccorso, Ninfa! 》un sorriso beffardo si dipinse sul suo volto, sapevo che lui mi aveva in pugno, non potevo farci nulla, aveva visto il mio lato debole.
Non conoscevo risposta, non sapevo cosa dire, tutto mi sembrò così ingiusto. Solo lui era capace di farmi rimanere senza parole, non so come facesse, sapevo solo che ciò mi rendeva più nervosa del dovuto.
《Ti pregerei di andartene e di stare lontano da me. 》la mia bocca parlò da sola. Il mio sguardo era fisso sulle mani, mentre sentivo il suo che mi trafiggeva come un coltello appena affilato.
《Se è quello che vuoi. 》 sussurrò aspettando una mia risposta. Sembravo d'obbligo per me dargliela.
Mi voltai sperando di poterlo guardare negli occhi nell'istante in cui avrei pronunciato quel flebile "No".
Non riuscii a farlo, non mi era stato dato il tempo di farlo. Pensavo stesse aspettando una risposta ma non era proprio così. Tutto ciò che mi si parò davanti furono le sue ampie spalle che con passo spedito si allontanarono sempre di più. Distolsi lo sguardo, mi sembrava troppo facile.
Era stato troppo facile liberarmi di lui, ma ero così che ero fatta, allontanavo sempre tutti. Dicevo e dico sempre di star bene così, delle volte ne sono proprio convinta, ma è una menzogna. Nessuno è felice da solo. Tutti hanno bisogno di qualcuno. Com'è triste l'uomo che dopo aver compiuto un passo importante nella sua vita, non possa festeggiare insieme a qualcuno.
Io ero infelice, senza Charlotte. In fin dei conti era lei la persona che aveva reso allegre le mie giornate, era lei colei che mi aveva accompagnato nei momenti più duri. Era la ragazza che mi sarebbe stata sempre affianco. Come la nostra promessa. "Sempre e per sempre".
Ma io adesso la stavo abbandonando, allontanandola da me e lasciandola sola ad affrontare lo schifo che era costretta a vivere. Le dovevo parlare, le avrei dovuto parlare prima o poi.
Maledetto orgoglio. Per quanto le mie intenzioni erano buone, io non riuscivo a mettere da parte quel sentimento che, come una sanguisuga succhiava via la mia essenza. Se solo la felicità potesse superare questa nostra voglia di essere superiori a qualcuno. Se solo potessimo essere in grado di saper dire basta a questo sentimento, tutto sarebbe più semplice, ma non è così. L'uomo stesso è il vero artefice del suo male.
Io lo ero del mio.
《Spero abbia fatto bene a prenderti un cornetto con la panna! I Kraffen erano finiti. 》Brandon si parò davanti i miei occhi pensierosi.
Annuii più volte 《Va bene, anche se preferisco i dolci con la cioccolata. 》dissi mettendo lo zucchero dentro il caffe macchiato e iniziandolo a girare con il cucchiaino.
《Sei vuoi vado a prenderti qualcos'altro.》Sorrise gentilmente facendomi sentire quasi come una principessa.
Sorrisi a trentadue denti, questa gentilezza in questo preciso momento mi serviva veramente.
《Grazie, ma andrà bene così! 》risposi, per poi imboccare il cucchiaio con cui avevo precedentemente girato il caffè.
Brandon sorrise solamente, dopo aver ascoltato i miei ringraziamenti. Improvvisamente un silenzio tombale cadde su di noi, volevo interromperlo. Ma Brandon precedette le mie parole.
《Cosa vorrai fare nella vita? 》chiese, iniziando a bere il suo caffè.
《Non so cosa farò in futuro, ma ho 20 anni, mi sembra ora di pensarci no? Spero di trovare un posto di lavoro come consulente editoriale, ma non si sa mai. 》dissi pensando al mio futuro che forse mi sembrava così lontano ma a dire il vero era ormai alle porte.
Lui sorrise, ma quelle labbra e quei denti bianchi, velavano una sorta di tristezza, quasi malinconia.
Quasi d'istinto gli presi la mano che aveva poggiato sul tavolo. Per un attimo si sentì smarrito quasi come se fosse sorpreso. In fin dei conti lo ero anch'io del mio stesso gesto forse avventato. Brandon decise di stringerla saldamente. Non dovetti dare spiegazione e a dire il vero lui nemmeno me li chiese. Rimase a sorridermi per poi dare un bacio leggero a quella mano che gli avevo porto.
Sentii le sue labbra sulla mia pelle. Speravo che quelle labbra potessero darmi la sicurezza che mi serviva a poter abbattere quella insolita timidezza. Senza pensarci due volte ritrassi la mano e continuai la mia colazione.
Ciò che vidi mi sorprese ancora di più, per la prima volta vidi i suoi occhi capire il mio gesto, comprendere le mie preoccupazioni anche se ignaro di quali fossero.
Quel suo modo di fare gentile e rassicurante mi riscaldò il cuore. Mi sorrise per l'ennesima volta, mise le mani intrecciate sotto il mento e iniziò a guardarmi con quegli occhi verdi come il muschio che risaltavano dal suo viso marchiato escolpito. Si scostò un secondo i capelli e vidi una cicatrice sulla fronte,vicinissima alla attaccatura dei capelli. Avrei desiderato domandarmi su come si fosse procurato una cicatrice del genere. Tanti furono gli interrogatori ma non riuscii a parlare. Non mi sembrava né il luogo né il momento adatto.
Vidi il suo viso pensieroso, mentre giocava con le proprie mani, ma quasi subito si decise di parlare e probabilmente continuare il discorso precedentemente fatto.《È bizzarro vedere come hai i piani abbastanza chiari per la tua vita, speravo davvero di trovare un po' di normalità e stabilità nella mia vita e proprio quella sera che pensavo alla mia vita sfrenata, sei capitata tu. So benissimo che è affrettato dirlo... 》fece una piccola pausa ma poi decise di continuare 《Ma... Mi piaci molto, DaDa! 》
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Random Walk
Roman d'amourDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...