Dafne's pov
Quello fu il Natale più brutto della mia vita, non feci altro che piangere e disperarmi per i ricordi che si accavallavano nella mia testa. Non era Natale, non era servito a nulla il desiderio che avevo a Natale. Tutti dicevano che ora stava meglio e che aveva finito di soffrire. Cazzate. Le persone si volevano soltanto auto convincere, volevano evitare di soffrire. Mia madre era così. Una povera illusa. Credeva che mostrarsi forte ai miei occhi potesse fermare le mie lacrime. La sua "forza" non era nulla in confronto al vuoto che abitava dentro lei, dentro me. Io lo notavo, spesso si metteva a fissare il vuoto come in cerca di qualcosa che la spingesse ad andare avanti.. invece, lei scoppiava in lacrime e io, la lasciavo sola con il suo dolore. Non è bello da dire, ma era così, io e lei non abbiamo elaborato mai il lutto insieme, al contrario io e lei abbiamo deciso, o meglio le nostre azioni hanno deciso, che era meglio così.
Forse è vero, in quel periodo è meglio stare da soli. Almeno secondo mia madre, io non ero così, io ho sempre odiato sentirmi abbandonata e anche se a volte non ci penso, in realtà muoio dentro per questa cosa.
Non voglio stare sola, almeno a Natale. Mi alzai dal letto lasciando il cuscino fradicio per colpa delle lacrime. Andai in bagno, mi lavai il viso e misi solamente un po' di fondotinta per ricoprire il mio viso distrutto. Mi vestiti in modo pesante, fuori si gelava, presi il cellulare e il cappotto e uscii dalla mia stanza. Mentre scendevo le scale sentii il singhiozzare di mia madre.
Di una cosa ero certa loro due si amavano con tutto il cuore.Passai oltre e mentre la televisione mandava in onda il Grinch, mi catapultai nel freddo e innevato ambiente fuori da quella casa. Strisi di più il cappotto, il freddo iniziò a gelarmi tutte le ossa.
Continuai a camminare per un po' quando vidi un albero gigante, l'albero gigante del Natale che ogni anno veniva fatto da quelli del quartiere.
Scrutai ancora l'albero ricordando che lo andavo a vedere ogni anno con mio padre. Sentii abbaiare, era un verso stridulo quasi fatto perché si è sofferenti. Proveniva dall'albero. Mi inginocchiai e guardai meglio, un cagnolino ferito ad una zampa era impaurito e non riusciva ad uscire.
Cercai di aiutarlo ma senza risultato 《dai, piccolo, vieni.》lo invitai aprendogli le mie braccia.
Senza però nessun risultato, non voleva uscire da quel posto.《Hai bisogno di aiuto? 》chiese un ragazzo che si parò alla mia destra. Era alto con i capelli neri e gli occhi del medesimo colore, aveva forse delle pagliuzze sul castano chiaro che creavano un effetto quasi magnetico.
Shane's pov
Ho sempre amato il Natale. Le luci, la neve, le vetrine addobbate, la famiglia riunita.. Il Natale è da sempre stata la mia festività preferita. Ricordo quando mia nonna mi obbligava a fare i biscotti con lei e come ogni volta il gusto fosse orribile rispetto ai suoi.
Un tempo amavo i ricordi che si creavano durate il Natale. Stare con la famiglia dovrebbe essere qualcosa di unico, di inimmaginabile, qualcosa di stupendo, qualcosa che ti faccia capire che in quel preciso istante che tu non sei solo. Eppure...
Eppure... io non amo più il Natale, la voglia di stare in compagnia, il desiderio di condividere emozioni. Non dico di odiarlo, ma una cosa è certa, non sento in me il clima natalizio.
Passeggio in questo lungo viale ricoperto di neve, il freddo si impossessa del mio corpo ma non mi interessa. Guardo il cielo, la neve ha smesso di cadere da molto tempo... È da due anni... bloccai subito quel pensiero.
Mi dirigevo a casa dei miei, sotto il luccichio di quelle luci che non smettevano di brillare. Passo dopo passo andavo incontro a quella abitazione che ovviamente era la più ricca di luci di tutto il quartiere. Era impossibile che quella casa passasse in osservato.
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Random Walk
RomantizmDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...