《Brandon. 》Dissi con voce flebile. 《Cercavo Shane. 》Abbassai lo sguardo, sperando di non dover incontrare più i suoi occhi.
《Immaginavo. 》Rispose, era da un po' che non sentivo la sua voce, sembrava frustrata, arrabbiata, delusa.
《Immaginavi? 》Domandai, non riuscendo a cogliere il lato ironico.
《Tutte prima o poi vanno da lui, tutte o quasi. 》Pensò ad alta voce, quasi come se stesse parlando con sé stesso.
《Cosa ci fai tu qui? 》Una voce roca e arrabbiata, presentò l'immagine cupa di quel ragazzo dai capelli color pece.
《Nulla... io t-ti cercavo. 》Balbettai un po', intimorita dal suo sguardo.
《Non sono affari tuoi, Brandon. Non sta cercando te, ora puoi tornare dentro. 》Si rivolse al ragazzo che dopo aver sbruffato non aprì bocca e effettuò l'ordine.
《Aspetta qui. 》Disse Shane, entrando dentro e uscendo con il suo zaino nero in spalla, lo stesso che avevo visto la notte del nostro incontro segreto, lo stesso che conteneva la foto di Shane abbracciato ad una persona.
Afferrò la mia mano con forza e mi strascinò lontano da quel posto.
《Non sono fatta di gomma, mi fai male. 》Lo informai irritata dal suo comportamento.
Shane non rispose ma una volta arrivati davanti alla macchina mi fece poggiare con la schiena ad essa e mi intrappolò con le sue forti braccia.
《Non ti devi avvicinare mai più a quel posto se non te lo dico io, è chiaro? 》Mi minacciò, stringendo le mani in dei pugni.
《Non ricevo ordini da nessuno. 》Gli sputai in faccia, presa ormai da un'irrefrenabile collera.
《Cazzo, Dafne. 》Sbatté il pugno sul cruscotto. Sobbalzai sentendo quel rumore assordante. 《E se non ci fossi stato io? Se fossi andato da un'altra parte, sai cosa ti avrebbe potuto fare? 》Urlò fregandosi degli occhi indiscreti che ormai si gustavano la scena.
《Come fai a non capire? 》I suoi occhi erano iniettati di rabbia. 《Quello che ti hanno fatto è stato solo un assaggio. 》
Le lacrime erano sul punto di solcare il mio viso, ma qualcosa me lo impediva, ero stata così stupida.
Shane sospirò forse arreso all'idea che avevo capito quello che intendeva, con una rabbia feroce che gli ribolliva dentro, aprì lo sportello dal lato del passeggero. 《Sali. 》Ordinò con voce dura e io non me lo lasciai ripetere due volte.
Per almeno la metà del viaggio nessuno dei due aprì bocca, l'unica fonte di salvezza fu la radio che dopo una serie di canzoni decenti, mandò in onda "Andiamo a comandare." Di Fabio Rovazzi.
《Canzone di merda. 》Sbraitò Shane, chiudendo la radio con fare aggressivo.
《Potevi benissimo cambiare, senza spegnere. 》Informai il ragazzo, preso completamente dalla guida.
《Preferisco guidare con il silenzio, quindi se non ti dispiace, chiudi il becco. 》 Sapevo che era furioso e per questo feci come mi disse, anche se ancora non capii perché per metà strada la musica non era un problema e adesso lo era diventata.
Un odore di bruciato si intrufolò nella macchina e in poco tempo essa fu coperta da un grande nuvolone, causato da un incendio a pochi metri da lì.
《Io russo? 》Domandai senza nemmeno riflettere, quando mi soffermai a guardare quella nube di fumo.
Shane scoppiò a ridere e con un piccolo ghigno sul viso, rivolse lo sguardo verso di me. 《Oh sì e sbavi anche. 》
《Non è vero. 》urlai come una bambina offesa, dandogli un piccolo spintone.
《Ti mostrerò la maglietta piena dei tuoi germi allora. 》Sogghignò divertito.
《Oh senti chi parla, quello che sembra abbia le pulci, sempre a grattarsi sulla nuca, come se mettere in mostra i bicipiti non bastasse. Megalomane. 》Urlai con voce sottile, regalandogli una linguaccia.
《Quindi ammetti di averli guardati. 》Constatò lui trionfante, regalandomi uno sguardo veloce.
Il mio viso di colorò di rosso, era vero, avevo osservato il suo fisico nei minimi dettagli e anche in quel momento non potevo farne a meno, con una mano sul volante e l'altra sul cambio, si poteva intravedere il suo corpo rinchiuso in una maglietta nera a maniche corte, semplice ma estremamente sexy.
《Non mi guardare così, Ninfa, se proprio vuoi, mi spoglio, basta chiedere. 》Disse con voce pervertita iniziando ad afferrare la maglietta con la mano prima poggiata sul cambio.
《No, no, no, no! 》Urlai, quasi lanciandomi verso di lui e afferrando la sua mano, così da bloccare la sua azione. Notai che era la stessa con cui aveva preso a pugni l'auto, infatti si era arrossata e lui si scostò dal mio tocco, sicuramente a causa del dolore.
《Scusa. 》Sussurrai, ritirando la mia mano, un po' intristita da quello che avevo fatto.
Lui però l'afferrò, avvolgendo le sue lunghe dita alle mie, piccole e sottili, riuscendo con il resto della mano ad afferrare il cambio, così da poter regolare le marce tranquillamente.
Ripresa dallo stupore, iniziai a guardare fuori dal finestrino, mentre però stingevo ancora di più quella presa che per il mio cuore era diventata mortale.
《Io... 》iniziai a parlare, ma la mia voce uscì dalla mia bocca più acuta che mai, così decisi di schiarirla un po'.
《Io ho avuto tanta paura quella sera. 》Ammisi, cercando di non togliere lo sguardo da quel paesaggio che sfrecciava via. 《Non so nemmeno come sono riuscita a scappare e credo di essere stata davvero fortunata. 》Pensai a quell'accaduto, ma per la prima volta, le lacrime non minacciarono di scendere, anzi mi sentivo sicura di me, ma soprattutto protetta. Una protezione che solo quel contatto fisico mi riusciva a dare, che solo Shane mi poteva trasmettere.
《Credo che la cosa che mi fece soffrire davvero fu il comportamento di Brandon, lo imploravo con lo sguardo di aiutarmi, dopo tutto quello che avevo fatto per lui, che avevamo condiviso, dopo quei ricordi, mi meritavo un aiuto, mi meritavo di essere protetta. 》Sussurrai, parlando più con me stessa che con il ragazzo al mio fianco.
Shane però non aprì bocca e di questo gliene fui immensamente grata, forse stavo blaterando, ma almeno, dopo aver esternato tutti quei pensieri, mi sentii più libera, quasi in pace con me stessa.
《Io non lo amavo, non ho mai provato nulla per lui, solo amicizia. 》Il ghigno sul viso di Shane a quella frase mi fece capire che era sollevato.
《Immagino che per lui sia stata solo una presa per il culo, immagino che per lui, tutte le parole che mi ha detto non avevano nessun significato, immagino di aver sbagliato tutto. 》Confessai con voce un po' debole.
《Io... 》strinsi di più la mano di Shane, così tanto che le mie unghie si infilarono nella sua carne, ma lui non si mosse di una virgola, quasi a farmi capire che era lì a sostenermi. 《Io però non voglio arrendermi, non voglio più buttarmi giù per una brutta esperienza, voglio solo cogliere le cose belle di quest'estate e voglio riuscirci. 》Conclusi il mio monologo, mentre Shane accostava ad una stazione di benzina e spense il motore della macchina.
《Scusa, forse ti ho stretto troppo la mano. 》Mi scusai allentando la pressione, convinta che quello fosse il vero problema.
Shane però senza dire una parola si slacciò la cintura e con uno scatto repentino si fiondò sulle mie labbra, trascinandomi in un bacio che di casto aveva ben poco.
La passione ci travolse entrambi e da lì a poco, ci staccammo, cercando di prendere fiato.
Shane dopo aver sorriso si rimise al proprio posto, allacciando la cintura, con aria indifferente come se nulla fosse.
《Accendi l'aria condizionata. 》Sussurrai quando lui fece partire il motore. 《Sto morendo di caldo. 》
Con un sorriso soddisfatto, Shane girò una manopola e un'aria fresca riempì l'auto. Finalmente si poteva riprendere il viaggio.
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Random Walk
RomansaDafne è una giovane ragazza che viene costretta dalla madre a trascorrere l'estate in un campo estivo, dove farà diversi incontri, alcuni molto interessanti, che l'aiuteranno a crescere. #Estratto dal Prologo# Il silenzio è assordante. Ti travolge...