Capitolo 41

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So che il gift non è attinente, ma è troppo tenero. Buona lettura. Grazie ancora una volta.

《Brandon è davvero il ragazzo per te? Ma cosa più importante, sei sicura che lui ti potrà accompagnare nel tuo percorso di crescita? 》chiese, facendomi cadere in una confusione totale.

Non conoscevo i miei veri sentimenti e di conseguenza non sapevo la risposta giusta, ma esisteva una risposta giusta ad una domanda del genere?

《Ti sembrano domande da fare? 》cercai di guadagnare tempo così da poterci pensare meglio, ma ovviamente ciò non succedeva. 《Non posso rispondere. Come potrei rispondere se nemmeno lo conosco bene? 》i miei occhi si perdevano alla ricerca di risposte, impossibili da trovare. 《Ma tu non dovresti raccontarmi qualcosa dell'appuntamento con Manuel? 》cercai di cambiare discorso, Charlotte non ci mise molto a capire il mio trucco, ma preferì darmi corda, sapeva che non avrebbe risolto nulla continuando quel discorso.

Strinse le spalle prima di rispondere alla mia domanda 《Bene. 》disse alzandosi per continuare al meglio la sua giornata e spronando anche a me a continuare la mia. 《Che vorresti dire? È andata male? 》cercai di leggere nel miglior modo possibile tra le righe. 《Non proprio, ma muoviti, devi andare al club! Non hai la presentazione del tuo articolo a Shane? 》mi lasciò a bocca aperta e dopo un semplice 《Ho un appuntamento, ci vediamo a pranzo, ciao.》prese la sua strada, fuori dell'alloggio.

Forse mi sbagliavo, il suo appuntamento non era andato male e ora doveva vedere Manuel. Mi soffermai a ripensare alla sua immagine, era vestita in modo casual e il suo trucco non era nemmeno molto pesante, ma sembrava davvero più carina del solito.

Sorrisi a pensare a quella ragazza ingenua che si innamorava facilmente e al suo umore lunatico.

Decisi che era arrivato anche per me il momento di iniziare la giornata, a dire il vero era già successo così tanto in così poco tempo.

《Forza! 》 mi spronai da sola, finendo di prepararmi e uscendo da quella baracca, senza ovviamente dimenticare il mio orologio e le chiavi. Sentii la mancanza della voce di mia madre, era ormai passato un po' da quell'ultimo pranzo insieme.

Mi sentii in colpa a pensare di averla lasciata sola. Sapevo che ormai era una donna adulta e che se l'era sempre cavata bene, ma questo non mi consolò minimamente. Ero già intenzionata a passare tutta l'estate nella mia stanza a finire di leggere tutti i libri sulla mia scrivania, eppure adesso mi trovo qui, a non avere nemmeno un attimo libero per un respiro, ma cosa più strana, anche dopo tutto questo movimento, non mi sento per nulla stanca. Compresi finalmente che l'obbiettivo della moglie del presidente, nonché nonna di Shane, era proprio questo, far divertire i ragazzi con qualcosa di costruttivo.

Durante il tragitto incontrai Brandon che corse a lasciarmi un bacio sulla guancia. Che carino, pensai tra me e me.

《DaDa, oggi ho un'amichevole. So che molto probabilmente sei impegnata, ma vorrei tu venissi a fare il tifo per me. 》il suo modo di parlare tenero mi aveva praticamente convinto ad "oggi".

Brandon si comportava in modo molto sincero con me e io non ci pensai due volte ad accettare.

Annuii più volte 《Certo! 》 sorrisi calorosamente.

《Grazie! 》quasi saltava di gioia alla notizia, mi strinse forte come un bambino che stringeva la cosa che amava più al mondo. 《Ora devo andare per gli allenamenti, ma ci vediamo a pranzo, okay? 》 mi lasciò un bacio sulla guancia e senza farmi dare una risposta imboccò un corridoio, stranamente euforico. Decisi pure io di dirigermi finalmente al club.

Dall'aula provenivano diversi frastuoni, tutti erano praticamente arrivati, mancavo solo io all'appello.

Fui calorosamente accolta da tutti, ma in particolar modo notai la presenza di Manuel. Charlotte non doveva incontrare lui. Delle domande mi riempirono la testa. Con chi era? Perché non me l'ha detto? La voce di Mitch mi portò però subito alla realtà.

《Sei riuscita a non dormire? 》 domandò, lasciandomi una dolce pacca sulla spalla.

《Si. 》risposi ancora persa nei miei pensieri. 《Grazie per il caffè. 》Mitch sorrise di rimando e io presi posto alla mia postazione, ascoltando, in modo disattento, la conversazione sulla imminente partita di calcio.

La domanda di Mitch mi riportò alla sera precedente e a tutti quei ricordi che Shane era riuscito a regalarmi.

Stranamente ripensai la domanda di Charlotte, che continuava a tormentarmi. Scossi la testa energicamente.

《Dafne, Dafne!! 》Urlò Abigail constatando la mia disattenzione.

《Dimmi. 》risposi sorpresa da quel risveglio.

《Non verrai alla partita? Brandon non gioca? 》chiese la ragazza, forse ripetendo per l'ennesima volta la domanda.

《Si, dovrei andare. 》spiegai, riprendendomi finalmente da quel momento.

《Allora perché non ti aggiungi a noi ? 》 domandò Stewart avvolgendo un braccio intorno il mio collo.

《Si dai ci divertiremo. 》rispose di rimando Steven, abbracciandomi anche lui.

《Si, certo! 》 era da tanto che non passavo il tempo con degli amici così alla mano. Perfino Jon sorrideva comprendo un po' il viso.

Notai come tutte le persone che risiedevano in quella stanza erano così diversi. Tutti eravamo completamente diversi l'uno dall'altro, ma qualcosa ci accomunava. Probabilmente fuori da quelle quattro mura nessuno si sarebbe mai e poi mai conosciuto veramente. Ed invece eccoci qua, a scherzare per le stupidaggini dei gemelli, mentre raccontavano i loro scherzi alla Fred e George e le loro avventure d'infanzia.

Solo durante il vivo di un loro racconto, la porta si aprì e la figura di Shane si palesò in un attimo.

Si avvicinò a noi e i fratelli non fermarono il proprio racconto.

La presenza di Shane era strana, riusciva a riempire l'intera stanza.

Cercai il suo sguardo che era puntato sulle due figure che narravano la storia, finendo l'uno le frasi dell'altro. Solo una volta i nostri occhi si incontrarono e in quell'attimo tutto si fermò. Rivissi tutti quei momenti particolari, ma nello stesso tempo divertenti. Anche se semplici coscienti, avevamo condiviso molto insieme e i suoi occhi erano diventati così familiari.

Shane mi sorrise per poi voltare di nuovo lo sguardo ai ragazzi. Osservai uno per uno i loro visi per più ritornare a guardare Steven e Stewart che in poco arrivarono alla conclusione, producendo una sonora risata da parte di tutti i membri di quello strano club.

Le risate si perdettero nell'aria e sperai con tutto il cuore che quel momento non passasse mai. Ero sicura di non aver trovato un semplice gruppo di amici con cui passare l'estate, mi sta accorgendo che quei ragazzi sarebbero stati molto più importanti, sarebbero diventati la mia famiglia per quel poco di tempo e non potevo esserne più felice.

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