Capitolo 65

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Shane continuava a guardarsi intorno, forse non mi aveva nemmeno vista. Sembrava spaesato e moriva di rabbia. Non volevo farmi vedere, i miei occhi erano gonfi a causa delle lacrime e nemmeno un filo di trucco avrebbe potuto coprire quei segni, a tutto ciò si aggiungevano i capelli che erano stati asciugati un po' come capitava, producendo un vero e proprio ammasso informe.

Cercai di evitarlo, chinando la testa e camminando spedita lungo la strada che portava alla baracca.

Qualcuno mi afferrò la vita e un senso di disgusto mi percosse il corpo, la sensazione di ritornare a quel momento era così orribile. Rividi quel volto e mi lasciai scappare un piccolo e sottile urlo. Mi accasciai a terra, come avevo fatto la notte precedente, volevo ricreare quel guscio capace di difendermi, anche se mi sentivo incapace di muovere un muscolo. Lacrime calde si fecero spazio lungo le mie gote, cadendo dolcemente sulle ginocchia, i miei capelli coprivano il viso, facendo quasi da tenda fra me e il mondo intero.

Sentii qualcosa poggiarsi sulla mia testa. 《Alzati. 》Mi spronò la voce che mi riuscì a rincuorare in quel momento terribilmente difficile. Feci come mi disse e sentii il suo odore sprigionare da quel berretto che adesso adornava il mio capo. 《Seguimi. 》Disse mentre io abbassavo la visiera così da coprire il mio viso, tanto quanto bastava per impedire agli altri di vedermi.

Shane camminava davanti, cercando di essere indifferente con le mani in tasca e il suo comportamento regale. Mi stupii a vedere che cercava di mantenere un passo moderato, così che non potessi perderlo di vista. Mi fece camminare per un po' e quando arrivammo alla riva di un fiume, mi resi conto di dove mi stava portando.

Fermo, non lo voglio vedere. Confessai come se mi sentissi in colpa. Sembrava mi stesse rivelando un vero e proprio segreto, ma io non mi sentivo all'altezza, non in quel momento, non in quello stato.

Lui annuii, ma proseguì e io persi di vista tutto ciò che riuscivo a vedere con la visiera bassa, le sue gambe che camminavano davanti a me. Mi sentii spaesata, ero sul punto di alzare quel berretto, di cercare Shane. Adesso capivo come poteva sentirsi un bambino che perde la sua mamma.

Mi sentii di nuovo persa, di nuovo sola, era un attimo, ma sembrò una vita. Mi accasciai a terra una seconda volta, perdendo i sensi e sbattendo la testa sul pavimento. Rivissi davanti a me tutte quelle emozioni provate la sera precedente. Il suo volto, la sua voce, le sue mani, le sue labbra che si posarono leggermente sulle mie.

《Lasciami stare. 》Urlai con tutta me stessa, come se stessi cercando di liberarmi da quella presa. 《Non lo fare, ti prego. 》Supplicai quel ragazzo mentre sentivo la sua voce ripetere le parole più orribili che potessi sentire.

《Brandon. 》Urlai, come se lui fosse davanti a me e fosse capace di darmi una mano. 《Aiutami, ti prego, salvami. 》Lo implorai. Stavo rivivendo la scena, il mio corpo era scollegato dalla mia mente ed entrambi, non volevano darmi una mano. Sentii una parte di me, lottare con tutta sé stessa per farmi riprendere.

Sentii una voce 《Ninfa... 》sussurrava. Vidi una luce, era così bella calda. Quella voce sembrava provenisse proprio da lì, proprio in fondo al tunnel, iniziai a correre in quella direzione, finendo per essere inondata dalla dolce e calda luce.

Sbattei leggermente gli occhi, ritrovai il viso di Shane che con la sua maglietta bagnata asciugava i sudori della mia fronte. Mi alzai quasi di scatto, non volevo farmi vedere in una situazione del genere.

《Devo andare. 》Dissi solamente. Non sapevo cosa mi succedeva, ma sarei dovuta andare via da lì.

《Ninfa. 》Gridò Shane, interrompendo il mio passo. 《Stavi parlando, hai detto delle cose strane. 》Si avvicinò e mi cinse il corpo con un caldo abbraccio. 《Voglio aiutarti, permettimi di farlo. 》Sussurrò al mio orecchio. Una scossa prese il sopravvento sul mio corpo. Scoppiai a piangere, un pianto silenzioso, un pianto senza rumore. Sembrava gridassi, ma dalla mia bocca non usciva nessun suono.

Shane non smise di abbracciarmi, non voleva lasciarmi andar via, voleva che io sapessi che lui ci sarebbe sempre stato per me e io, non chiedevo altro.

《È successo tutto così in fretta. 》Scoppiai a piangere una seconda volta, adesso le urla iniziarono a farsi sentire, ma Shane non si mosse di un passo, mi stava prestando attenzione e soprattutto ascoltava il mio dolore.

《Sono andata da Brandon dopo aver discusso con te. 》Parlai, cercando di ricordare e raccontare ogni passaggio. Avevi ragione Shane, dovevo darti retta, mi hanno fatto del male. Mi hanno distrutta. I singhiozzi mi bloccarono il respiro, volevo gridare, volevo sfogarmi, ma ero immobile, protetta dalle braccia possenti di Shane.

《Mi hanno umiliata, mi hanno fatto sentire sporca, mi hanno fatto sentire un oggetto. 》Stavo aprendo il mio cuore, per la prima volta, esternavo i miei sentimenti con qualcuno che non era mia madre o Charlotte. Mi sentivo così nuda davanti a lui e le gambe sembravano ormai incapaci di sorreggermi.

Shane però non lasciava la presa, anzi mi strinse ancora più saldamente, per sorreggere il mio peso. 《Mi hanno... Non riuscivo a continuare. Ma la mano che Shane poggiò sulla mia, mi diede la forza. Mi hanno invitata a fare la escort sotto il tavolo, facendo un... 》Non riuscii a finire la frase, non avevo forza per completarla, ma non servì, mi strinse ancora più forte e mi diede un leggero bacio fra i capelli.

《Dafne, te lo giuro, ti proteggerò io d'ora in poi. 》Sussurrò con voce soave e sincera, non potevo chiedere altro. Tutto il resto sembrò cancellarsi, eravamo noi due, solamente noi.

Mi persi nelle sue parole e non pensai ad altro, mi persi nei suoi sussurri, nelle sue braccia, nel suo calore.

Mi voltai e affondai ancora nel suo corpo, cingendolo in un forte abbraccio, mentre lui avvolgeva le mani intorno le mie spalle.

Shane mi spinse ad alzare il volto, afferrando con due dita il mio mento. 《Io sono qui, Ninfa, qui per te. 》Sussurrò, sfiorando le mie labbra.

A quelle parole mi lasciai andare ad un gesto per me incredibilmente folle, non sarei mai stata capace a fare un primo passo verso un ragazzo, ma qualcosa mi spinse, forse la sicurezza che lui non era come gli altri. Lo baciai, coinvolgendolo in quello che era un bacio caratterizzato non solo dalla passione, ma anche da un pazzo e folle amore.

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