Capitolo 48

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Abigail mi guardò sbalordita, poi però sembro calmarsi. 《Non ti devi preoccupare, Shane....》Quasi ci pensò su, non convinta di quello che stava per dire.

《Shane è fatto così, ti ci devi solo abituare e non ti dispiacere per la ragazza, si riprendono sempre da questa delusione. 》Spiegò in poche parole.

《Non è questo il problema. 》confessai, ma lei era presa da altro.

《Scusa Dafne, devo scappare, ho un impegno. 》mi liquidò velocemente, quasi come aveva fatto a mandarmi via dal club, sapevo che stava tramando qualcosa, forse era in fibrillazione per la festa di stasera e aveva intenzione di andarci con qualcuno.

Mi recai alla baracca, non dando retta a tutti quei ragazzi che si preparavano per festeggiare per la vittoria.

Sarei dovuta andare da Brandon, ma qualcosa me lo impediva. Forse non volevo farmi vedere in quelle condizioni, anche perché a causarle era stato il pensiero di Shane.

Shane.

Forse Shane mi piaceva, in fin dei conti aveva fatto molto per me, eppure sapevo che non era la persona giusta.

Quasi arrivata al limite mi buttai nel letto e senza pensare ad altro mi addormentai profondamente.
Non sognai nulla e da una parte ci rimasi male, adoravo vivere nuove storie attraverso i sogni. Il mio subconscio aveva quasi sempre in servo qualche avventura da farmi vivere. Ero stata in miliardi di epoche, da quella dei dinosauri a quella della regina Victoria, fino ad arrivare anche ad un'epoca apocalittica. Spesso vivevo drammi familiari, ma altre volte sognavo scene comiche, che ripensandoci suscitavano il sorriso.

Mi svegliai di soprassalto, con la voce incessante di Charlotte. 《Puffo Brontolone, vai a farti una doccia e muoviti, dobbiamo andare alla festa. 》Mi spronò ad alzarmi e, anche se controvoglia, lo feci.

Sapevo di poter passare una bella serata, ma vidi la mia amica con un costume sotto, un vestito striminzito e in mano invece aveva un asciugamano e la situazione suonò strana, non si sarebbe mai vestita così per una festa.

《Faremo il bagno? 》domandai sconcertata.

《Ovvio. 》Rispose lei, quasi come se fosse stata una domanda superflua.

《A mezzanotte per festeggiare la vittoria, ci butteremo nel lago. 》spiegò in poche parole, spingendomi nel bagno e porgendomi un costume e dei vestiti, rigorosamente scelti da lei.

《Muoviti. 》Ordinò per l'ultima volta, per poi lasciarmi preparare in pace.

Prendendo il mio tempo, come per ripicca per avermi svegliata in quel modo, mi preparai. Finito il trucco, guardai allo specchio il risultato.

Avevo un costume nero che si legava dietro il collo, sopra indossavo un vestitino bianco molto leggero, che lasciava trasparire leggermente ciò che c'era sotto. "Fortunatamente oggi fa caldo" pensai fra me e me. Indossavo anche dei sandali neri. In tutto ciò i miei capelli azzurri spiccavano come non mai, intrecciati a mo' di lisca di pesce e per finire un trucco semplice, giusto per non avere gli occhi a panda una volta uscita dal lago.

《Sono pronta. 》urlai alla mia amica, ponendo l'orologio da taschino in un cassetto, sarebbe stato meglio non perderlo.

Ci incamminammo verso il punto di ritrovo, avrei tanto voluto scomparire in quel momento e non per tutti gli occhi maschili puntati su di noi, ma per quel senso di inadeguatezza che sentivo proprio sopra le spalle.

Charlotte mi lasciò da sola, andando incontro alle sue amiche cheerleader, non mi offesi, anche perché così ebbi la possibilità di isolarmi un po' prima di raggiungere i miei amici e compagni di club.

《Finalmente ecco tornata piena di energia la nostra Dafne. 》Steven esultò come un bambino, producendo una grossa risata da parte di tutti.

《Adesso si può iniziare a festeggiare, offro da bere a tutti! 》Esclamò Mitch, molto più euforico del gemello.

《Offrire? Ma se è gratis.》 Commentò Manuel, molto irritato.

《Allora, è meglio approfittare. 》 I gemelli e Mitch corsero a prendere da bere e in poco tempo tornarono con una birra a testa.

《Propongo un brindisi. 》Iniziò a parlare Abigail. 《A noi e alla nostra estate insieme. 》Alzò la birra e con lei, anche noi.

《A noi e alla nostra estate insieme. 》ripetemmo tutti insieme per poi bere un sorso di birra, o meglio solo alcuni di noi. Mitch e Manuel iniziarono a fare una gara a chi bevesse più velocemente la birra, mentre i gemelli dopo aver scommesso incitarono il proprio "cavallo".

Fu Manual a vincere e con lui anche Stewart. Uno la semplice gloria, l'altro invece, un bel po' di bigliettoni.

《Manca Jon! 》Esclamai, rendendomi solo allora conto della sua assenza.

《Non ti preoccupare. 》mi rassicurò Abigail.

《Quello sta bello a parlare con la fidanzata! 》Spiegò Steven, facendomi stupire ancora di più.

《Non ti stupire, Dafne, è fidanzato da una vita. 》 intervenne Mitch, quasi intento a chiudermi le bocca, aperta per lo stupore.

《Si, con la sua versione al femminile. 》Scherzò Stewart, iniziando a guardare intorno per cercalo.

Pensare che un ragazzo così introverso fosse riuscito a trovare la sua metà, era davvero impressionante.

Quasi lo invidiai, io non ero riuscita a trovare la mia metà. Dovrebbe essere Brandon la mia metà, eppure lo sentivo così distante, quasi come se a lui bastasse una ragazza per metterla in bella mostra.

I momenti da passare da soli erano veramente pochi e io avrei voluto proprio una persona che stesse con me e mi facesse sentire speciale.

Lui amava essere considerato speciale tra i suoi compagni, io amavo essere considerata speciale per un ragazzo.

Forse davvero lui non faceva per me. Avrei voluto trovare pure io una persona che mi riuscisse a capire, almeno questo era il mio desiderio.

Quanto avrei voluto che fosse lui. Speravo fosse Brandon quella persona. Era per questo che non mi volevo arrendere, lui mi piaceva molto e volevo lottare per riuscire a creare qualcosa e forse riuscire a cambiarlo.

Sapere parte della sua storia non era abbastanza, sapevo che esisteva un Brandon diverso da quello che aveva riso per il dolore di Abigail, sapevo che quel ragazzo celava qualcosa e io avrei tanto voluto aiutarlo, liberandolo da quel dolore.

Proprio quando finii la mia riflessione, Brandon si presentò. I miei amici erano quasi inorriditi e per poco, lo fui pure io.

Brandon non puzzava, appestava di alcool e questo non prometteva nulla di buono.

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