Capitolo 68

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《Shane? 》Domandai, ritrovandomi quegli occhi neri davanti il mio viso.

《Si, è il mio nome. 》 Rispose solamente abbozzando un sorriso. Mi limitai a guardarlo con stupore, il suo look attirò la mia attenzione. Indossava dei pantaloncini di Jeans e una camicia bianca con le maniche arrotolate fino a sopra i gomiti. Le scarpe erano semplici converse bianche e alte, che comunque arricchivano quel completo semplice, ma incredibilmente sexy.

《Cosa ci fai qui? 》Chiesi ancora più stupita, l'unica cosa a cui pensavo, oltre ciò che riuscivo a intravedere da quella camicia, era quanto potevo sembrare patetica in quel momento. Shane mi aveva già visto nei momenti più ridicoli e umilianti della mia estate, ma ogni volta un senso di timidezza mi assaliva.

《Non mi inviti ad entrare? 》Scherzò lui con il suo solito sorrisetto stampato sulle labbra. Annuii, spostandomi per farlo passare e inoltrare in quell'alloggio che in realtà ricordata un accampamento.

《Molto accogliente. 》Commentò, non cambiando espressione. Il suo modo di fare smidollato mi faceva venir voglia di prenderlo a pugni, sapeva come era arredata la 508 e di certo non aveva fatto tanta strada solo per ammirare i mobili.

《Cosa sei venuto a fare, Shane? 》Domandai forse più brusca del solito, in realtà sapevo di dovergli davvero tanto, era l'unico ragazzo che fosse mai riuscito a stare al mio fianco nei momenti più difficili.

Con noncuranza iniziò a fare come se fosse casa sua, aprì velocemente l'armadio e frugò dentro esso.

《Come osi? 》Mi lamentai, vedendolo metter mano in tutta la mia roba e quella di Charlotte. 《Non dovresti chiedere il permesso? 》Criticai sarcastica la sua sfacciataggine.

《Indossa questo. 》quasi ordinò, porgendomi un paio di jeans neri strappati sulle ginocchia e una maglietta dello stesso colore, infine mi consegnò una felpa grigia.

《Fa caldo, non ho bisogno della felpa. 》Risposi stando comunque al suo gioco.

《Ne avrai bisogno. 》Sorrise cordialmente, tendendo ancora gli abiti verso di me, li afferrai contenta di scoprire che mi avrebbe portato via da quel luogo che impersonava la mia distruzione.

《Sai dovresti per lo meno girarti. 》Dissi, quando mi resi conto che lui non aveva intenzione di andare via. Si risvegliò da un momento di trance e annuii poco convinto di quello che faceva.

《Ti aspetterò fuori. 》Borbottò grattandosi frettolosamente sotto la nuca e uscendo dalla baracca, lasciandomi finalmente sola a prepararmi.

Indossai ciò che mi aveva lasciato, quel look doveva piacergli davvero tanto e in parte ero fiera l'avesse deciso solo per me. Mi truccai un po' nascondendo i segni del mio dolore, passai un rossetto rosso sulle labbra, cercando di apparire più provocante, avendo comunque un look abbastanza vistoso o almeno uno di quelli che non passa inosservato, soprattutto se la sera ci sono 30°C e si indossa una felpa gigante. Decisi però di legarla in vita, così da usarla se ne avessi avuto davvero bisogno.

Uscii dalla baracca e Shane, ormai impaziente, era lì ad aspettarmi, con il suo solito fare disinvolto.

Quando sentii la porta sbattere mi degnò di uno sguardo, per una volta lo vidi incantarsi e guardare dritto verso me, forse avevo qualcosa che attirava la sua attenzione, possibile avessi qualcosa tra i denti? Fortunatamente Shane mi smentì prontamente e avvicinandosi con passo spedito, allargò le labbra in un sorriso che avrei potuto considerare perverso.

《Sono bravo in fatto di moda, un ottimo look, mi dovrò fare i complimenti da solo. 》Scherzò, cercando di smorzare la tensione.

《Scusa? La modella non viene considerata più? 》Ironizzai, restando al suo gioco.

Lui cinse la mia vita con le sue grandi mani, avvicinò il suo viso al mio, molto, molto lentamente.

《Penso che la modella sia da togliere il fiato. 》Disse ogni parola alternandola ad un respiro profondo che si infrangeva sulla mia pelle, provocandomi un leggero solletico.

Le nostre labbra erano sul punto di unirsi, ma lui decise di sviare strada proprio all'ultimo. Puntò invece al mio orecchio e io mi lasciai abbandonare a quell'odore forse di profumo, One Million di sicuro. 《Vorrei levarti quel rossetto, Dio solo sa come, ma siamo in ritardo, ci stanno aspettando. 》Sussurrò al mio orecchio provocandomi una serie irrefrenabile di brividi lungo tutto il corpo.

Senza indugiare oltre afferrò la mia mano, intrecciando le dita e mi trascinò in un luogo sperduto.

Non riuscivo a pensare altro che alla sua voce tremendamente sexy e alle sue parole seducenti.

《Chi ci sta aspettando? 》Domandai, ripensando alla frase che mi aveva sussurrato.

《È un segreto. 》Rispose con una voce fredda, ma sapevo che faceva di tutto per mantenere il segreto.

Mi accorsi che ci stavamo dirigendo nello stesso luogo in cui era situata quella baracca riservata solo a Shane.

Mi guardai ancora intorno, ma l'unica cosa che riuscii a scorgere era un piccolo fumo proveniente dalle spalle di quella stessa baracca che si alzava rigogliosa su quell'immensa vegetazione illuminata solo dalla luna.

Ancora dubbiosa su quello che stava succedendo, mi lasciai trascinare da Shane, senza dar retta alla sensazione che mi suggeriva il pericolo di un incendio.

Shane però si dirigeva proprio verso il punto in cui il fumo di sperdeva in aria. Ancora una volta curiosa, rifeci la stessa domanda a Shane 《Chi ci sta aspettando? 》Ma lui come al solito rifiutava di darmi una risposta. Mi arresi ancora una volta, ma ormai ero sul punto di scoprire da sola cosa mi attendeva.

Shane si fermò proprio accanto la baracca e mi spronò a guardare dietro essa con un semplice gesto di mano. Senza indugiare, lo feci. Otto figure erano posizionate attorno ad un piccolo e improvvisato falò (se così si può chiamare un fuoco acceso in un piccolo spazio ricoperto appositamente di sabbia e legna). Non mi fu difficile riconoscerli, in verità il mio dubbio fu quanto potesse essere sicuro quello che stavamo facendo.

Scacciai velocemente quel pensiero, notando che dopo avermi avvistata si alzarono in piedi e mi accerchiarono.

《Sappiamo ciò che hai passato. 》Iniziò il discorso Steven.

《Shane ci ha raccontato tutto. 》Aprì una piccola parentesi Stewart venendo subito fulminato dallo sguardo di colui che mi stringeva la mano.

《Spero non ti dispiaccia. 》Cercò di parare il tiro Manuel con il suo fare indifferente.

《Ci dispiace molto. 》Continuò John, sbucando da sotto il braccio dei gemelli.

《Pensiamo che la miglior cosa da fare sia starti vicino. 》Spiegò Mitch in poche parole.

《Abbiamo cercato di improvvisare un falò, sai? 》Sorrise Abigail, con la sua capigliatura più disordinata del solito.

《Non è uscito granché. 》Ammise Brent, forse un po' deluso del risultato.

《Ma è il nostro modo per dirti che ti vogliamo bene. 》Confessò Charlotte, con un sorriso sincero.

《E per farti capire che ci saremo sempre, qualsiasi cosa accada. 》Promise Shane per tutti, mentre gli altri annuivano confermando le sue parole.

Lacrime calde scorrevano lungo le mie guance, un senso di calore pervase il mio corpo, non sapevo che dire, forse non meritavo tutto questo, eppure ero così felice di essere lì in quel momento. Avevano capito il mio dolore e avevano promesso di portare quel fardello insieme a me, così da renderlo più leggero. Scoppiai a piangere dalla gioia, gridando l'unica parola che mi venne in mente e che poteva racchiudere tutti miei sentimenti. 《Grazie!! 》

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