I don't know

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<Aiuto!> gridai.
La figura di Brad che se ne andava nel buio rimanendomi sull'asfalto bagnato di un'autostrada, si ripeteva nella mia mente.
Volevo aprire gli occhi e svegliarmi, ma non ci riuscivo.
<Aiuto!> gridai di nuovo.
<Brad! No! Non andare via! Brad!> urlai allungando la mano, con voce disperata e in lacrime.
Lui scompariva nel buio.
<Brad!> dissi tra i singhiozzi.
<Ritorna! Non andartene..> dissi sedendomi sull'asfalto e facendo scorrere su di me la pioggia che cadeva fitta dal cielo.
<Brad!> gridai di nuovo.
                                          ***
<Kess! Kess svegliati! È solo un incubo!> disse una voce femminile.
Aprì gli occhi di scatto e vidi Wendy.
Mi toccai la fronte, ero fredda e sudata.
Le mani erano sudaticce come il collo.
Sospirai profondamente.
Era un incubo, solo un brutto incubo.
<Ho gridato?> chiesi.
<Si, hai urlato il suo nome e gli dicevi di non andarsene..>
Annuii.
<Vado a prendermi un po' d'acqua..> dissi per poi alzarmi.
<No! Non andare di là!> urlò Wendy ma era troppo tardi.
Entrai in salotto e cacciai un urlo.
Uno degli uomini vestiti in nero con gli occhiali da sole e un micromicrofono nell'orecchio era nel bel mezzo della stanza.
<Si può sapere che ci fa questo qui?!> urlai a Kevin che era al suo fianco.
<Lavoro.> disse Kevin.
Pensano che io sia scema? Un uomo nel bel mezzo della notte, conciato in questo modo, lavora?
Guardai l'orologio sulla parete: le tre e mezzo del mattino, o della notte non so come definirle.
<Alle tre e mezzo?> chiesi turbata.
<Sì. Torna a letto.>
Feci uno sbuffo di frustrazione e me ne tornai a letto dove c'era Wendy a gambe incrociate.
Tutti falsi. Persino la 'mia migliore amica.'
Spensi la luce per non intraprendere un dialogo con lei.
Ma non parve utile.
<Mi dispiace Kess, per tutto quello che stai sopportando..> disse con un sussurro.
<..Si vede..> borbottai in tono ironico e monocromatico stendendomi sul letto.
<Dico sul serio. Sei la mia migliore amica come potrei anche pensare di farti del male?>
Mi voltai nel lato opposto al suo e una lacrima rigò il mio viso.
Ero sollevata dal fatto che lei non potesse vedermi, ma ero a pezzi dal fatto che non sapevo nulla di ciò che stava succedendo.
Mi sentivo una stupida.
<non lo so. Comunque è tutto così confuso.>
<Vogliamo solo proteggerti.>
Sbuffai frustrata.
<Smettetela tutti di dire che volete solo proteggermi! Perché non è così. Sto solo in confusione con me stessa..> dissi alzando la voce.
<mi dispiace...> esordì lei. <tra poco saprai tutto ciò che vorrai sapere. Ma sta attenta, saperlo ti complicherà solo le cose. Soffrirai di più..> disse con voce pacata.
Ignorai la raccomandazione anche se avevo paura che avesse ragione.
<Almeno puoi dirmi che ci faceva quell'uomo a quest'ora nel nostro appartamento? E perché Kevin sta parlando con lui alle tre e mezzo della notte? Oppure spiegami perché state saltando la scuola. Sono così confusa..> obiettai.
<Quell'uomo.... è qui per controllare che l'affitto sia stato pagato.> disse lei in tono incerto.
Mi accorsi che mentiva poiché Kevin mi aveva detto che era qui per lavoro.
E a quanto sappia, benché non sappia niente, so almeno che Kevin non fa l'impiegato immobiliare.
E pure se non fosse così. Quell'uomo viene a controllare l'affitto alle tre di notte? E per di più conciato in quel modo?
<È una bugia.> dissi mettendomi a sedere.
<Cosa?>
<Kevin; lui mi ha detto che quell'uomo era qui per lavoro. Tu mi hai detto che è qui per controllare l'affitto. Almeno decidetevi prima di mentire..> dissi zittendola.
Lei sospirò e stava per aprire bocca ma la bloccai.
<no Wendy. Non dire mi dispiace, poiché né a te né a lui dispiace un bel niente.> esortai.
<non so che altro dire..> disse lei con un filo di voce.
<non dire niente.> dissi rimettendomi sul cuscino.
<Ah, e inoltre domani tornerò a scuola.> disse rispondendo ad una delle mie domande.
<Bene. Spero che anche questa non sia una bugia.> dissi chiudendo la discussione ed addormentandomi.

Mi svegliai presto per farmi una doccia.
Mi vestii con il completino da cheerleader, poiché avevamo gli allenamenti, anche se non ne avevo alcuna voglia.
Aspettai che Wendy si preparasse e poi andammo a scuola.
Corsi vicino al mio armadietto per posare i libri, ma dentro di me avevo solo il pensiero di trovare un'altra lettera.
Una sua lettera.
Chiusi gli occhi e sospirai per mantenere la calma.
Aprii l'armadietto e rimasi delusa quando nessun foglietto cadde.
Cercai all'interno ma nulla.
Beh, che potevo aspettarmi? Un romanzo? Una poesia? O due semplice parole... Ma no, nulla. Niente di niente.
Andai in spogliatoio e mi recai vicino a Tiffany.
<Hei.> dissi
<Kess! Ma dov'è Brad? Credevo foste tornati insieme! Ma non lo vedo da molto. Sembra scomparso..> disse ridendo.
Puoi dirlo forte.
Non sapevo che risponderle, ma qualcun altro lo fece al mio posto.
<Brad è in Canada, starà per un po' da suo padre..> disse Wendy.
Le lanciai un'occhiata.
Almeno era rassicurante che non ero l'unica ad essere all'oscuro di tutto.
Andammo in campo e i ragazzi si stavano già allenando.
Il coach era ancora il prof di cinese.
<Santana!> gridò.
<Si?>
<Brad Entan lo sa che tra poco abbiamo una partita importantissima contro la NYU, e se lui non ci sarà, saremo fottuti! Quindi se lo vede gli dica che lo voglio a tutti i costi per quella partita! Scalerò il monte Everest pur di vincere..> urlò.
Sa prof, Brad è scomparso e gli unici a sapere dove sia sono Wendy e Kevin.
E non io. Non io che sono la sua ragazza.
<okay coach.> dissi.
Io e Tiffany ci mettemmo in posizione e mi allarmai quando per la coreografia per la partita era previsto che dovessi fare un triplo carpiato in avanti con atterraggio in spaccata.
Bene.
Prima facemmo riscaldamento e poi
salii sulle spalle di Tiffany che mi diede lo slancio ma persi l'equilibrio ancor prima di saltare e caddi.
Ci riprovai e stavolta ci riuscii ma un po' goffamente.
Dovevo allenarmi. E c'era un duro lavoro da fare.
<Kess ci alleneremo ogni pomeriggio.> disse Tiffany attendendo una risposta.
Forse così mi sarei potuta distrarre.
Annuii ed andammo sotto le docce.
L'acqua era calda, ma il pensiero di fare le docce in gruppo era disgustoso.
Mi lavai svelta ma non avevo vestiti da indossare.
Avevo portato solo la divisa da cheerleader e ora era sudaticcia.
Uscii con l'asciugamano addosso legato in petto, e mi maledii quando dovevo passare per il corridoio per raggiungere lo spogliatoio femminile.
Fortunatamente la campanella ancora doveva suonare per rivelare tutti gli studenti fuori dalle classi.
Corsi veloce per il corridoio fino ad arrivare alla grande stanza.
Aprii la porta e sospirai.
Ce l'avevo fatta..
Poi sentii dei fischi.
Mi voltai. Oh no, lo spogliatoio dei maschi.
Ditemi solo che è un altro incubo.
Vi prego.
Ero pietrificata e i miei piedi erano cementati a terra. Che imbarazzo.
<Hei Kess! Perché non ti togli l'asciugamano, visto che ci sei...> disse uno scatenando delle risate.
Per tutta risposta gli feci il dito medio.
<Scusate..> dissi riprendendo coscienza e cercando di aprire la porta.
Ma un ragazzo teneva la mano ferma su di essa per non farmela aprire.
Cosa voleva?
<Oh no bella, ora che ne dici di giocare un po'..?> chiese con un ghigno.
<Ma sei malato?! Spostati.> dissi cercando di aprire la porta.
Lui mi afferrò il polso.
Cosa stava succedendo?
Se ci fosse stato Brad, mi avrebbe salvata; ma lui non c'è. Non ora.
Mi strinse il polso più forte e mi prese il mento con la stessa forza.
Nello stesso istante in cui stava per poggiare le sue luride labbra sulle mie, qualcuno lo strattonò via da me buttandolo a terra.
Dann.
Sospirai di sollievo.
<Grazie..> dissi
<Ti ha fatto male?> chiese
Scossi la testa.
<Meglio se vai.. questi sono dei maniaci.> disse lanciando un'occhiata al tipo che era a terra.
Annuii ed aprii la porta fuggendo.
Che figuraccia.
Se Dann non mi avesse salvata ora quei 'maniaci' mi avrebbero... stuprata?
Scossi la testa dai quei brutti pensieri ed entrai nello spogliatoio femminile!
Cercai se avevo qualche abito da indossare.
Ma trovai dei pantaloncini che arrivavano al ginocchio e larghi e una maglia altrettanto larga.
Un completino da calcio?
Poi ricollegai. Quando Brad mi bagnò con la pompa ed indossai i suoi vestiti.
Infilai l'intimo ed indossai il suo completino.
Mi feci uno chignon e mi truccai per coprire il mascara sbavato che mi era colato a causa del vapore nelle docce.
Uscii dallo spogliatoio ed andai diretta al mio armadietto.
C'era anche Dann. Naturalmente perché il suo armadietto è vicino al mio..
Mentre nell'altro doveva esserci Brad. Ma non c'era.
<Dann. Volevo ringraziarti ancora. Se non ci fossi stato tu, davvero non so come avrei fatto. Grazie.> dissi
Lui sorrise e poi guardò il mio polso e poi il mio mento.
<Quello stronzo.> disse dilatando le narici.
Guardai il polso ed avevo un livido violaceo.
Aprii l'armadietto e mi specchiai nel piccolo specchio che avevo dentro.
Avevo un livido anche sul mento.
Anzi due a causa della pressione forte delle sue dita.
<non fa nulla. Non mi fa male..> dissi sorridendo.
Lui mi abbracciò.
<Ho avuto paura. Credimi.> disse stringendomi.
Poi mi scostò.
<Perché indossi un completino da calciatore?>
Chiese ridendo.
<beh, era l'unica cosa che avevo in borsa. Sai penso che anche tu abbia capito quanto sia sbadata..> dissi sogghignando.
Lui rise non levandomi lo sguardo di dosso.
Mi guardava con occhi lucenti e un sorriso bellissimo.
Con la spalla poggiata all'armadietto e posando tutto il peso su di essa.
Era davvero bello, ma mai quanto Brad.
Fortunatamente intervennero Wendy e Tiffany a stempiare la situazione.
<Kess.. ho saputo! Quello stronzo di Reven! Ti ha ferito?> chiese e quando notò i lividi, lei e Wendy si portarono una mano alla bocca.
<Non è niente sto bene..> dissi
<Lo spero! Comunque devo raccontarti tante cose su Nathan!> disse e Dann sbuffò.
<Okay.. vi lascio sole.>
Dopo ben dieci giorni sorrisi di nuovo.
Veramente. Non sapevo nemmeno il motivo, ma sorrisi.

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