River

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Il weekend era qualcosa di eccezionale.
Soprattutto quando ti svegliavi tra le braccia di chi amavi. Sopratutto se eravate nudi nel letto, con la brezza fredda proveniente dalla finestra semiaperta, ma i vostri corpi che si trasmettevano calore, riscaldandosi a vicenda.
Appena eravamo rientrati in dormitorio io e Brad ci eravamo spogliati a vicenda e poi fatto di nuovo l'amore, incontrandoci in una cosa sola, e piena di passione. Stavolta era stato un po' diverso, come se fosse qualcosa che non abbiamo fatto per troppo tempo e dovevamo recuperare tutte le volte che avremo potuto, era stato più completo, più saziante, con i nostri respiri forti e i nostri mugoli, le nostre mani intrecciate per tutto il tempo, i nostri sguardi pieni di noi, i nostri corpi fusi, era davvero stato amore.

Sbadigliai e mi stropicciai gli occhi con il dorso della mano. Mi girai sul lato e Brad era già sveglio e mi guardava, giocherellando cautamente con una mia ciocca di capelli tra le sue dita. Aveva il viso rilassato, ma sembrava confuso, immerso nel suo mondo che volevo tanto esplorare più a fondo.
Giocò ancora un'altro po' con in miei capelli come fosse un bambino e poi di scatto si alzò a sedere, rivelando tutti i suoi addominali e i suoi tatuaggi.

<Devo andarmene.> disse con voce strozzata, come se non volesse dirlo per davvero, ma fosse stato costretto.
Subito un nodo mi si legò in gola.
<Cosa? Perché? Resta un'altro poco.> dissi balzando a sedere coprendomi con il lenzuolo.
<Io...> sospirò: <Devo andare via.> ripetè.
<C'è qualcosa che non va? Io... ho fatto qualcosa di sbagliato? Dimmelo non mi offendo.> dissi e potevo sembrare patetica, ma non mi interessava avevo bisogno di stare ancora con lui, eravamo stati lontani troppo tempo.
<Cosa? No, certo che no! Non ha fatto nulla di sbagliato, sono solo io...> disse finalmente guardandomi negli occhi.
<Tu cosa Brad?> chiesi intimorita da una sua risposta.
<Kess, questo non va bene... noi non andiamo bene... guardaci, è un casino!> disse indicandoci e poi alzando le mani all'aria.
Sentii il vuoto nello stomaco: <Non ti seguo Brad, perché stai dicendo questo?> chiesi abbassando il capo.
Lui si stese di nuovo sul letto e ne fui felice, forse voleva restare...
Si passò bruscamente le mani sul viso e poi sbuffò, si alzò e si vestì sotto il mio sguardo.
No, voleva solo andarsene...
<Dico semplicemente, che questa storia non può andare avanti così, non posso stare con Alissa e con te, non posso giocare con le tue emozioni, sarebbe ingiusto nei tuoi confronti, non voglio avere questo senso di colpa!> disse e lentamente raccolsi la mia maglietta che era gettata sul pavimento, la infilai e mi legai i capelli in una crocchia.
<Beh, ieri avevi detto il contrario; tu non ami Alissa, e abbiamo entrambi detto che ce la faremo, supereremo anche questa, ci vorrà solo del tempo, me lo hai detto tu Brad, ed io mi sono fidata, perché non riesci ad accettare il fatto che io mi fidi di te?! Perché no, Brad? Ti amo, l'ho ammesso, andando anche contro il mio orgoglio, mi sono fidata di noi, me e te, per non aspettare altro tempo perso, e starti vicino, forse per te non è lo stesso. Ho accettato tutte le conseguenze e i resoconti della nostra quasi relazione, ho accettato tutto da quella volta in cui eravamo sotto la pioggia, solo io te, lì ho capito che ne valeva la pena. Perché non ti va bene che io possa fidarmi? Che io possa amarti?> chiesi con la gola secca.
Lui parve assimilare ogni mia parola e inserirla nella sua mente.
Il suo sguardo era perso e il suo respiro pesante.
Poi strizzò gli occhi e scosse la testa, come se uno dolore interiore lo stesse tormentando:
<Io... Kess... devo andarmene.> disse e il mio cuore fu affranto.
Abbassai il capo e lo lasciai uscire dalla mia camera.
Quando sentii la porta sbattere mi buttai sul letto e sbuffai.
Ma mi ero ripromessa che avrei accettato tutte le conseguenze di questa nostra strana relazione. Quindi anche questa... anche il suo rifiuto verso la mia fiducia, verso di me.
Se ne era andato senza finire il discorso, senza darmi una certezza.
Ma adesso non dovevo pensarci.
Mi alzai dal letto e andai in bagno per sciacquarmi il viso.
Indossai dei collant neri, una maglia grigia abbastanza larga e mi sciolsi i capelli sulle spalle, per poi spazzolarli.
Infilai il mio berretto della Nike nero.
Mi truccai quel giusto per apparire decente, infilai le scarpe sempre nere, presi le chiavi e scesi di casa.

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