Two storm flowers

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Tornata a casa mi chiusi in camera e piansi metà del tempo, mentre per l'altra metà mi addormentai fino alle otto di sera del giorno seguente.
Non mi capacitavo di aver dormito così tanto, anche se ero molto stanca ed esausta ultimamente.
Non avevo più sentito parlare di Brad, nè lo avevo visto dopo il litigio a causa di quel bacio.
Fortunatamente la mia migliore amica mi aveva confortata, anche se dentro di me ero a pezzi e continuavo ad esserlo.
<Grazie..> dissi a Wendy che mi aveva portato un thé caldo dopo avergli raccontato del macello successo prima che arrivassi a casa e mi chiudessi in camera per ore.
Presi il bordo della mia maglietta per asciugarmi le mille lacrime versate.
<è tutta colpa mia...non avrei dovuto bere con Connor.>
dissi piangendo di nuovo.
<Kess, lo so io e lo sa anche Brad, che non lo hai fatto di proposito..> biascicò la mia migliore amica accarezzandomi una spalla.
<Wendy, tu non capisci, è la seconda volta. Ho baciato prima Wolly davanti a lui, e ora Connor. Lui non mi crederà mai anche se gli ho detto che ero ubriaca!> borbottai fra i singhiozzi.
<Ma anche lui ti ha fatto molte cose e tu lo hai sempre perdonato. Quindi ti perdonerà, credimi..> disse lei per confortarmi.
Annuii. <lo amo..> dissi asciugandomi il naso con la manica del pigiama.
<lo so. E anche lui ti ama. E poi questo è l'ultimo problema che c'è tra voi due..> disse con tono più basso e guardando per terra.
Mi venne una fitta: <che vuoi dire?> chiesi.
<umh, nulla. Mi sono sbagliata, scusa...> disse lei alzandosi dal letto e uscendo dalla camera.
<Vado a prendere due panini al McDonald's, tu vuoi il solito?> disse fermandosi sulla soglia.
Annuii: <grazie.> dissi.
Non avevo voglia di starmene a casa. Avevo bisogno di aria fresca da poter respirare.
<Wendy!> la bloccai uscendo dalla camera e lei si voltò di scatto.
<vengo anch'io..> dissi ma lei scosse la testa. <meglio di no.> disse ed uscì senza aggiungere altro.
Feci uno sbuffo di frustrazione.
Mi vestii svelta e scesi dall'appartamento.
Non mi importava, sarei scesa da sola..
Dovevo andare a prendere Gold dal veterinario e poi lo avrei riportato in Canada perché ai bambini mancava avere un cane con cui giocare e volevo anche vedere come stava Billy.
Ma non era il caso di andare fino in Canada perciò cambiai idea e feci una semplice passeggiata.
Sobbalzai quando mi sentii chiamare.
<Connor?> chiesi riconoscendo la voce.
Era lui e si avviò verso di me.
<Kess devi tornare dentro, assolutamente. Tra poco arriverà.....> si bloccò <torna dentro.> disse spingendomi delicatamente verso le scale della casa.
<Chi arriverà? Verrà Brad?> chiesi speranzosa ma lui scosse la testa: <no, non lui..> disse.
<Se mi spieghi perché debba salire e non potrei nemmeno farmi una passeggiata almeno capirei qualcosa..> borbottai fermandomi di scatto.
Poi sentii un colpo. Non era un semplice colpo, era uno di quelli di pistola.
<Connor? Cosa sta succedendo?> chiesi e le mani cominciarono a tremarmi.
<Sali sopra.> disse e una mano mi prese da dietro. Sobbalzai e per poco non gridai ma mi accorsi che era solo Wendy.
Andammo di sopra e il mio cuore accelerava sempre di più ad ogni gradino che salivo.
<Wendy? perché c'è stato un colpo di pistola?> chiesi in preda alla paura quando lei chiuse la porta a chiave.
<non ci riguarda.> disse lei ed entrò in camera mia.
La seguii: <non ci riguarda? Wendy qualcuno ha sparato; e se invece qualcun'altro si sia ferito? cosa cavolo sta succedendo? Connor lo sapeva. Sapeva che sarebbe arrivato qualcuno perché non volete dirmi niente?!> gridai.
<Kess, non possiamo. Basta. Quel colpo era solo un avviso. Tu siediti sul letto e mangiati il tuo amato panino del McDonald's!> disse lei porgendomi il sacchetto.
Annuii anche se il mio umore era colmo d'ansia e i miei pensieri sempre più confusi.
Quando finii il panino Wendy si alzò e mi disse di rimanere in camera. Sentii la porta d'ingresso aprirsi.
<È qui?> chiese una voce dura. Era Brad e già la sua voce calda mi fece rabbrividire.
<si..> rispose Wendy.
<Sta bene? Connor mi ha detto che ha sentito lo sparo.> borbottò e pronunciò con disprezzo il nome Connor.
<Sì. Sta bene.. vuoi vederla?> chiese.
<No. Meglio di no.> rispose lui ed io mi pietrificai all'istante.
Non voleva vedermi. Non lo biasimavamo che era arrabbiato per quello stupido bacio, ma il fatto di non volermi vedere mi rattristava e mi faceva sentire a pezzi.
<Brad devi vederla. Chissà quando la vedrai ora. Forse per un bel po' non vi vedrete...> disse lei è mi si fermò il cuore.
Scattai giù da sopra il letto e per poco non caddi. Mi precipitai in salotto e incontrai il suo sguardo.
<Che significa che non vuoi vedermi?> chiesi.
<Kess. Ti avevo detto di restare in camera..> borbottò Wendy ma la ignorai e continuai a guardare Brad.
<Non sono io quello che si va a baciare le altre..> disse grattandosi la nuca.
<È stato un'errore, cazzo.> borbottai e lui stette zitto: <ma tanto a te che importa? Non volevi nemmeno vedermi. Quindi levo il disturbo, qui siete tutti falsi. Tu te ne vai all'improvviso senza dirmi nulla, e io sto qui a soffrire cazzo! Che problemi avete? Che mi nascondete di così tanto importante?! Ne ho abbastanza!> gridai e Wendy uscì dalla stanza.
<Cazzo Kess! Non rendere le cose più difficili di quanto già lo siano!> biascicò lui.
Risi dal nervosismo. <Tu pensi davvero che io possa continuare così Brad? Pensi davvero che io possa continuare a soffrire senza nemmeno sapere dove diavolo sei?!> gridai di nuovo.
Lui incominciò a camminare avanti e indietro per la stanza senza rispondermi.
Ero già frustrata così peggiorava solo le cose.
<Cavolo mi vuoi rispondere o vuoi continuare a comportarti come se io non esistessi?!>
Lui si girò di scatto, prese un vaso e lo scaglio contro il muro che divideva la porta del corridoio e il salotto.
Sussultai dallo spavento e rimasi zitta.
<Mi dispiace.. ma non è facile neppure per me.> disse con tono calmo ma nervoso.
Rimasi in silenzio a guardare i pezzi di ceramica per terra.
<Kess, cavolo, io ti amo. Lo sai. Ma se ti dico tutto, tu soffrirai di più e io non posso permetterlo piccola. Non voglio che tu soffra. Sto facendo una cosa per noi..> disse avvicinandosi sempre di più. Indietreggiai ma andai a sbattere contro la parete. Lui mi raggiunse e mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<Sunrise, non intendevo che non volevo vederti. Ma pensavo che dopo come ti ho trattata ieri mattina, dopo averti spinta, e dopo aver picchiato Connor, beh io pensavo che tu fossi arrabbiata con me..> sibilò guardando il pavimento.
Ecco quello che siamo. Un vortice di emozioni che influisce l'uno sull'altro.
<Non ero arrabbiata. Ero triste..> sussurrai alzando la testa per guardarlo negli occhi.
<Mi dispiace piccola. Mi dispiace per tutto.> sibilò.
<Brad... perché hai detto quelle cose cattive su di me a Connor?> chiesi poiché almeno volevo una risposta alle tante domande che dovevo porgli.
<Le ho dette solo perché lui è davvero un bel ragazzo che può renderti felice più di quanto ne sia capace io, gli ho detto tutte quelle cose così non si sarebbe avvicinato a te e ti avrebbe lasciata perdere, perché non accettavo l'idea di pensarti a ridere e a chiacchierare con lui.. scusa.> disse.
Deglutii, aveva fatto tutto per gelosia.
<Promettimi di non farlo più. Avevo creduto davvero che tu mi stessi solo usando e che pensavi davvero quelle cose di me..> borbottai.
<Non potrei mai pensare certe cose di te. Lo so che ora ti sembra tutto confuso, ma devi solo aspettare ancora un po'e finirà tutto. Ti amo lo sai?> disse prendendomi le mani.
Ero sollevata dal fatto che stavamo parlando civilmente, senza urlare o mandarci a quel paese. Ero sollevata che lui non pensasse davvero certe cose di me. Ed ero sollevata di vedere i suoi occhi brillare solo per i miei.
<Sì, lo so. Ti amo anch'io.> sibilai.
<Tu sei il mio raggio di sole piccola, il mio unico raggio di sole. Tu mi rendi felice quando il cielo è grigio. Non saprai mai Sunrise, quanto ti amo. Per favore non prendere via il mio bellissimo raggio di sole, altrimenti sarei perduto..> biascicò ad un millimetro dal mio viso.
<Non me ne andrò, ma non farlo neanche tu..> bisbigliai e lui sorrise: <non lo farò mai.> disse deglutendo e posando il suo sguardo sulle mie labbra.
<non ti dimenticherai di me, vero Sunrise?> chiese ancora con lo sguardo fisso sulla mia bocca.
Il cuore mi batteva e non trovavo la voce per rispondere a causa della troppa vicinanza.
Annuii e lo presi per la maglia grigia che indossava, lo avvicinai alle mi labbra e finalmente sentii quelle emozioni, il nostro vortice di emozioni.
Nessuno era mai riuscito a rendermi così felice, frustrata e arrabbiata nello stesso istante.
Lui solo era colui che ne era capace.
Lo amavo, cavolo, e da impazzire.
<Sei tutto per me..> disse in un gemito sulle mie labbra quando misi le mani sotto la sua maglietta graffiandogli la schiena durante quel bacio intenso.
Sorrisi sulle sue labbra e lui mi portò in camera, la nostra camera.
<Ti voglio..> disse con un sussurro.
<sono tua.> risposi e gli comparve un ghigno sul viso.
Mi tolse la felpa bordeaux che indossavo e incominciò a baciarmi le spalle.
<mi piace questa felpa, ti ha tenuto calda..> disse succhiando in un punto e facendomi gemere. Spostò i suoi baci sul mio seno e proseguì slacciandomi il reggiseno.
Si allontanò per chiudere la porta e poi mi fissò per un istante. Diventai paonazza poiché non avevo nulla che mi coprisse il petto.
<noi imbarazzarti, sei fantastica..> disse avvicinandosi e mordendomi il lobo dell'orecchio.
Gli slacciai i pantaloni e lui sorrise però prima prese un sacchetto di precauzioni da essi. Si sfilò via i pantaloni e io gli tolsi la maglietta.
Mi tolse i legins e disse: <carini questi collant aderenti..> ed io sorrisi.
Poi mi prese il mento e fece unire nuovamente le nostre labbra. Si sfilò i boxer con ancora le nostre labbra vicine. Si infilò le precauzioni senza staccarsi da me.
La sua lingua esplorava la mia bocca e questo mi faceva sentire completa.
Lo osservai e persi un battito per quanto era bello, con i suoi addominali scolpiti, le labbra rosse poiché gliele mordevo e quegli occhi blu, che amo.
Mi stese sul letto e prima che potessi pregarlo di procedere poiché avevo l'adrenalina a mille gli chiesi: <Tu sei mio vero?>
Lui sorrise. <Lo sono dal primo giorno in cui ho incrociato il tuo sguardo. Ero proprio qui in questo letto e tu eri lì sulla soglia, innocua e senza un'appartamento... e non avrei mai immaginato che tu potessi cambiarmi e farmi capire cos'è l'amore. Sono tuo d'allora, e lo sarò per sempre..> disse guardandomi negli occhi.
Sorrisi e mi avvicinai alle sue labbra calde e morbide.
Mi sfilò le mutandine e mise le sue braccia al lato dei miei fianchi. Comincio a succhiarmi sul petto e poi delicatamente penetrò dentro di me tanto da farmi sentire completa.
Soffiò sul succhiotto sul seno e poi ci leccò su.
Mi baciò le clavicole con tanti piccoli baci e poi penetrò di nuovo. Continuò a farlo accelerando sempre di più. <Brad..> gemetti e sentii il suo respiro sempre più pesante.
<Dio Kess!> disse lui alzando la testa al soffitto.
Chiusi gli occhi e mi tappai la bocca per non gridare il suo nome a squarciagola.
<Apri gli occhi Sunrise, voglio vederti..> disse e diede una spinta dentro di me più pesante che ci fece gemere entrambi nello stesso istante.
Aprii gli occhi e incontrai i suoi. <Ti amo.> disse andando più lentamente con le spinte.
<Ti amo..> dissi con il respiro affannato.
<Cazzo, sei così bella!> disse con un lungo gemito alla fine della frase.
Penetrò di nuovo dando due ultime spinte più pesanti e poi concluse e con un sospiro profondo si stese affianco a me.
<Cazzo.....sono sfinito, e tu sei....wow..> disse con il fiatone e balbettando.
Gli accarezzai la fronte sudata: <tornerai?> chiesi speranzosa. <Certo, lo farò..> disse e mi cinse con le braccia.
Sentivo il suo respiro ancora denso, sui miei capelli. E la sua mano calda accarezzarmi la schiena.
Gli diedi un piccolo bacio sul collo e notai tanti brividi formarsi sulla sua pelle.
<Devo andare, piccola..> disse.
<ci vediamo dopodomani..> continuò e persi un battito.
<Davvero? Verrai?> chiesi entusiasta e mettendomi a sedere.
Lui annuì, si vestì e mi diede un bacio sulla fronte e uno sulle labbra: <ti amo..> disse per la millesima volta e questo mi rese al settimo cielo.
<Ti amo..> dissi e lui uscì dalla stanza.
Mi vestii di fretta e gettai il preservativo sporco.
Dopodiché sospirai e mi ributtai sul letto addormentandomi e sognando il mio ragazzo.

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