As the fog

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Ero a pezzi come un mosaico che solo lui: Brad, sapeva costruire.
Mi svegliai il giorno dopo alle due.
Era strano da dire ma volevo andare all'università perché non avevo nulla da fare.
Sbuffai scrollandomi le coperte di dosso.
E feci un grido di frustrazione quando mi ci si incastrò il piede nel groviglio di lenzuola.
Quando finalmente fui libera andai in bagno dove notai che avevo i capelli spettinati al massimo.
Ma non mi importava. Senza pettinarmi andai in cucina dove vidi Connor intento a cucinare.
<Ciao...> dissi.
<Hei, ben svegliata! Come mai hai dormito così tanto?!>
Beh, sai i sonniferi...
<Avevo molto sonno..> dissi e lui fece una risatina.
<Proprio come Brad, siete dormiglioni entram......> si bloccò notando che aveva menzionato Brad.
<....scusa> disse.
Scossi la testa e alzai la mano facendo spallucce in segno che non faceva nulla.
<Allora? Hai deciso veramente di dimenticarlo?> chiese porgendomi il piatto con bacon, salsiccia, e uovo strapazzato.
Mi venne un languirono alla pancia.
<Sì, è meglio per me e per lui... Tu come fai a sapere che voglio dimenticarlo? Te l'ho solo accennato ieri...> dissi alzando le sopracciglia.
<Uhm, beh, sai ho Brad ai piedi per tutto il giorno e lui mi usa un po' come psicologo, mi racconta talmente tante cose di te; anzi parla solo di te...> disse ridendo e mangiando ciò che  era nel suo piatto.
Mi venne un vuoto in petto.
Parlava sempre di me? Davvero?
Scossi la testa e mangiai silenziosamente il cibo ripensando alle parole che mi aveva appena detto Connor.
Quando finii il tutto ero piena.
<Scendo..> dissi.
<Da sola? Uhm non puoi..> disse lui a tono strozzato.
Ma cosa?!
<E perché scusa?> chiesi stizzita.
<Uhm, ti accompagno..> disse evitando la mia domanda.
Sbuffai, ero abbastanza grande per scendere da sola.
<Beh, mi preparo e scendiamo..> dissi pensando ad un modo per scendere da sola e poter riflettere, da sola.
Lui annuì.
<Posso andare al bagno è urgente!> disse mettendosi le mani sulla parte inferiore dei pantaloni.
Risi poiché mi sembrava un ragazzino che supplicava la professoressa per andare al bagno.
<Okay...> dissi ridendo e lo fece anche lui per poi correre in bagno.
Andai in camera e pensai a come scamparmela.
"Lui è al bagno.." disse la vocina nella mia testa. E fui sorpresa poiché non la sentivo da molto.
-Sì lo so che è al bagno, e quindi?
Poi capii e sentii un: "finalmente" da parte del mio inconscio.
Potevo svignarmela mentre Connor era nel bagno!
Mi preparai velocemente, indossando dei jeans stracciati al ginocchio ed abbastanza aderenti, ma mi rimasi addosso la felpa di Brad ed infilai veloce le mie Stan Smith.
Mi pettinai con la spazzola di riserva che avevo nel comodino e misi del mascara e un po' di blush che avevo sempre con me in borsa.
Fui pronta e scesi subito portando qualche soldo con me.
Camminai a passo svelto fino ad un bar.
Sospirai quando vidi che nessuno mi stava seguendo.
Il telefono mi squillò già per quattro volte di seguito perciò lo spensi.
Guardai di nuovo alle mie spalle e qualcuno mi tocco la spalla davanti.
Balzai indietro ansimando.
<Hey! Scusa non volevo spaventarti...> disse un tipo con i tatuaggi fino al collo, capelli rasati al lato, con un ciuffo marrone chiaro e un po' biondo, ed occhi marroni.
<Beh, lo hai fatto..> dissi stizzita.
<Chi è che eviti? Connor?> chiese e spalancai gli occhi.
<Come.....come fai a saperlo?> chiesi indietreggiando.
<No, non preoccuparti, lo so poiché l'ho visto poco fa scendere da casa di corsa e l'unica che viene da quella direzione sei tu, e beh io lo conosco, potrei anche dirgli che sei qui...> disse alzando le mani.
Mi rassicurai, ma spalancai gli occhi: <No! Ti prego non chiamarlo..> dissi mettendo le mani avanti.
<Beh, dovrai ripagarmi in qualche modo non ti pare?> chiese con un ghigno.
Sbuffai. <Come dovrei ripagarti..?> chiesi frustrata.
<Primo, smettila di rispondermi irritata, non ti ho fatto nulla io. Secondo, incominciamo con io che offro un caffè a te..> disse indicando me e lui.
Alzai gli occhi al cielo. <Okay, ragazzo di cui non so nemmeno il nome..> dissi facendo spallucce.
<Ah, io sono Ryan...> disse sorridendo e porgendomi la mano.
<Kess.> dissi stringendogliela.
<Oh, Kess allora entriamo?> chiese indicando il bar.
Annuii ed entrammo in esso.
Ci sedemmo ad un tavolino ed ordinammo due caffè.
<Perché Connor ti pedina?> chiese bevendo un sorso del suo.
<Beh, vorrei saperlo anche io..> borbottai.
Rise. <Come mai sei qui Kess?> chiese.
<Diciamo che ho avuto un passato un po' turbolento e ho voluto cambiare aria..> dissi facendo spallucce.
Gli comparve un ghigno sulla faccia.
<Uhm, capisco...> biascicò.
Annuii.
<Sei fidanzata?> chiese ad un certo punto.
Scossi la testa: <Uhm.. mi sa di no..> dissi riflettendo sulla mia situazione sentimentale.
<Cosa vuol dire mi sa di no? Sei fidanzata si o no?> chiese alzando un sopracciglio.
Mi raddrizzai sulla sedia.
<Più no..> dissi abbassando lo sguardo.
<Oh, le relazioni di cuore! È brutto quando qualcuno non ti considera come vorresti e ti mette all'oscuro o ti tiene all'oscuro di ciò che accade.. non trovi?!> disse con un sopracciglio alzato e con ancora quel ghigno sulle labbra. Incontrai il suo sguardo di scatto poiché sembrava che avesse descritto la mia situazione.
Annuii nervosa.
<Oppure quando sei in confusione totale e vorresti un aiuto per uscirne, ma ricevi il contrario...> continuò e mi venne una fitta al petto.
<O anche....> parlò ma lo bloccai: <Ryan come fai a sapere che mi sento così?> chiesi sbigottita.
Lui sospirò ed incrociò le braccia: <Beh, le solite cose, no?>
Annuii leggermente.
Bevvi il mio caffè e mi alzai per andarmene.
<Io vado...> dissi.
<No! Non puoi andare.> disse alzandosi e mettendosi davanti a me.
<Che?!> chiesi perplessa.
<Beh, dai prendiamo qualcos'altro... ti ho conosciuto per massimo dieci minuti e mi piacerebbe conoscerti di più..> disse ed io annuii sorridendo.
Sentii un vuoto nella pancia, e mi venne in mente un modo per coprirlo.
<Però andiamo fuori, okay?> chiesi.
<Perfetto..> disse.
Prima però andai al bancone: <Come posso aiutarla?> chiese la cassiera notando che non dicevo nulla.
<Un pacchetto di Marlboro Gold..> dissi deglutendo poiché le Marlboro Rosse mi sembravano esagerate.
Presi il pacchetto bianco con il triangolo del logo color oro; sicuramente erano meno pesanti delle Rosse.
Pagai e raggiunsi Ryan che parlava al telefono.
Quando arrivai la sua espressione cambiò da severa a lucente.
Attaccò di fretta la telefonata ed uscimmo fuori.
L'aria era gelida.
<Fumi?> chiese ad un certo punto sedendosi su un muretto in pietra.
<Beh, è il mio primo vero pacchetto..> dissi sorridendo e sedendomi accanto a lui.
<Uhm, io fumo da quando avevo dodici anni...> disse facendo spallucce.
Abbassai lo sguardo, se solo Brad avesse saputo che avevo un pacco di sigarette tra le mani me le avrebbe strappate di mano e incendiate con la benzina e il fuoco.
Ma ora lui non c'era e io mi facevo del male con le sigarette per dimenticare il male che provavo in petto.
<Il fumo fa male...> dissi alzando le sopracciglia.
<Beh, morirò prima..> disse scoppiando in una sonora risata. Mentre io feci un risolino per finta, poiché ciò che aveva detto non era poi così divertente..
<Hai un accendino?> chiesi e lui annuì.
Accesi la sigaretta e la portai alle labbra sospirando e cacciando fuori la nuvoletta di fumo.
<Beh Kess, sei proprio una "Bad Girl", scappi di casa, fumi di nascosto ci manca solo che ora ti fai una canna o ti fai un tatuaggio...> disse sogghignando.
Risi. <Uhm, non mi definirei proprio una "Brad Girl"> dissi facendo le virgolette alla parola, come aveva fatto lui poco fa.
<Beh, a me piacciono le ragazze cattive...> disse facendo un ghigno.
Sorrisi.
<Tu invece sei pieno di tatuaggi eh?> dissi guardano il suo collo che usciva appena dal giubbotto imbottito e facendo altri tiri.
<Sì, amo tatuarmi! Ne sono pieno...> disse ridendo e mostrandomi le mani.
Risi. <L'ho notato...>
<Ora vorrei farmene uno in faccia, mi vorrei tatuare una merda...> disse ed io scoppiai a ridere.
Feci degli ultimi tiri lungi e poi gettai la sigaretta finita a terra.
<Una merda in faccia?!> chiesi ridendo ancora, mentre lui sembrava abbastanza serio.
<Sì. Beh perché la vita è una merda...> disse facendo spallucce.
<No, non è vero, la vita non è affatto una merda! Se tu non vivessi non saresti nessuno, non sapresti cosa esiste o cosa ancora non esiste. Non sapresti i sentimenti, le emozioni, la paura. Saresti il nulla e credimi è meglio vivere che essere il nulla. Dovremmo davvero tutti ringraziare per avere una vita...> dissi facendo spallucce anche io.
Rimase a bocca spalancata e poi sussurrò un: <Già...> guardandomi dritto negli occhi.
<Perché mi guardi così?> chiesi poiché mi guardava come se non avesse mai visto un essere umano.
<Beh, ti immaginavo diversa Kess... in senso buono, ovvio...>  disse ed io spalancai gli occhi.
<Come scusa?! La prima volta che ci siamo visti è stata stasera! Come facevi ad immaginarmi diversa se nemmeno sapevi della mia esistenza?> chiesi perplessa.
Lui stette zitto ma quando aprì bocca guardandomi negli occhi una mano mi afferrò il braccio facendomi scendere giù dal muretto.
<Ti ho cercata dappertutto!> gridò Connor.
<Ehi, sto bene. Sta calmo!> dissi scostando il braccio dalla sua presa.
<Tu eri con questo?!> chiese indicando Ryan, spalancando la bocca e tirandomi indietro.
<Hey, calmati fratello non ho fatto ancora nulla di male, non avevo cattive intenzioni!> disse Ryan e mi si gelò il sangue nelle vene.
<Se.... come no! Tu e quegli altri pazzi avete sempre cattive intenzioni!> gridò Connor prendendomi per il polso e trascinandomi via.
Camminammo in silenzio fino a casa e ripensai a tutto ciò che era appena successo:
Ryan che diceva di immaginarmi diversamente, quando io non l'ho mai conosciuto o mai visto prima.
Connor che viene all'improvviso e rimane sbigottito perché ero con Ryan e lo accusa di avere cattive intenzioni, lui e "quegli altri pazzi" di cui non so l'esistenza e Ryan che risponde di non aver fatto nulla di male per il momento!
Mi misi le mani in faccia ed appena entrai in appartamento mi buttai sul letto.
<Io e te dobbiamo fare due chiacchiere, signorina!> disse Connor sulla soglia della mia camera.
Alzai gli occhi al cielo: <Sì papà...> risposi con uno sbuffo.
Ero esausta.

 Ero esausta

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- ECCO RYAN.

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