Damn it

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Suonò la campanella per segnare la fine delle lezioni, finalmente era l'ultima ora.
E l'avevo conclusa in bellezza con una A in spagnolo nella tesi che avevo consegnato qualche giorno fa.
Sobbalzai quando fuori la mia classe Kol mi sorrideva e sembrava quasi inquietante.
<Hei> mi salutò.
<Andiamo?> chiesi.
<Si... menomale, pensavo ti fossi dimenticata...> disse abbassando il capo.
<Perché avrei dovuto?> chiesi ma lui scosse la testa, per farmi capire che non era nulla di importante.
Prima che potessimo fare un passo verso l'uscita della scuola, verso l'uscita della prigione dei ragazzi, verso l'uscita dall'ansia, una voce femminile ci interruppe.
<Kess!> disse quest'ultima.
Mi voltai e rimasi sorpresa nel vedere Wendy salutarmi imbarazzata, sventolando una mano.
<Chi è?> mi sussurrò Kol.
<Una vecchia amica...> dissi con parole che mi ferirono solo nel pensarle.
Lei si avvicinò: <Ciao!> disse.
<Cosa vuoi?> chiesi, volevo essere gentile si, ma lei era pur sempre colei che mi aveva sputato contro quando invece avevo bisogno di un appoggio.
Abbassò lo sguardo alla mia risposta scorbutica: <Sei libera?> chiese.
Stetti per rispondere ma Kol mi precedette: <No.> disse e fui un po' infastidita dal fatto che si fosse messo in mezzo.
<Oh, e tu sei?!> chiese Wendy stizzita.
Wendy era fatta così, poteva creare addirittura una rissa se qualcuno la interrompeva.
<Kol> risposi io e lei riportò l'attenzione su di me.
Lanciò un'occhiata a Kol e poi disse: <Kess, voglio parlarti, di tutto... mi sto sentendo male senza di te. Sono sempre io, Wendy! Chi ti ha truccato per la tua prima volta? Io. Con chi hai condiviso le tue prime esperienze? Me. Sono io, quella che ti ha protetto e appoggiato nei tuoi periodi più bui! Te ne sei dimenticata già?> chiese con gli occhi lucidi e per poco non cedetti cadendo in lacrime tra le sue braccia.
<Ma tu sei anche quella che mi ha chiamato: "adolescente viziata che vuole stare al centro dell'attenzione con i suoi inutili capricci", o no Wendy? Te ne sei già dimenticata?! Beh, io no, e adesso scusa ma devo tornare a lamentarmi come una ragazzina!> obiettai.
<Kess! Ti prego! Ho bisogno di te...> disse.
<Beh anche io in quel momento avevo bisogno di te Wendy, ecco le conseguenze.> dissi trattenendo le lacrime.
<Ma io non volevo farti fare un errore, volevo solo proteggerti!> disse supplicandomi con lo sguardo.
Risi istericamente: <Tutti quanti ripetete costantemente che volete proteggermi. Da chi? Da che cosa? So solo che sono all'oscuro di tutto ciò, e solo nel momento in cui mi direte qualcosa, e capirò, potrò decidere se perdonarvi, perché adesso sono solo confusa, e non fate altro che aumentare ancora e ancora la mia confusione, non vi ho chiesto di proteggermi ma solo di lasciarmi in pace, e non lo state facendo.> dissi indicando gli altri miei vecchi amici che ci guardavano da lontano.
Lei rimase in silenzio con il capo chino e ne approfittai per prendere Kol per il polso e andare via.
Quest'ultimo stette in silenzio e fece bene poiché ero nervosa e potevo dire cose che nemmeno avrei voluto pronunciare.
Presi un lungo sospirò e lasciai il polso di Kol.
Perché ero così emotiva? Così vulnerabile? Perché mi sentivo così sbagliata, in tutte le decisioni che prendevo? Era una sensazione frustrante!
Mi diedi due schiaffeggi sulla fronte per calmarla dai tortuosi pensieri.
<Cosa fai?> chiese Kol ridendo.
<Libero la mente.> dissi continuando a picchiettare la fronte.
Lui rise divertito.
<Andiamo?> chiesi quando ebbi finito.
Lui mi prese per il polso e sorridendo ci incamminiamo verso il parcheggio del campus.
Kol prese le chiavi dalla tasca ed entrò nel suo pick-up grigio di vecchia data.
Quando aprii lo sportello del passeggero, una voce roca mi bloccò: <Hey piccioncini, andate senza di me?> chiese Brad con un ghigno stampato sul volto.
<Viene anche lui?!> chiese subito Kol.
<Non interromperò le vostre smancerie promesso.> disse il ragazzo dagli occhi blu, mettendosi ironicamente la mano destra sul cuore.
Kol sbuffò e guardò me, mentre Brad cercava di evitare il mio sguardo.
Non capii il motivo e volevo scoprirlo:
<Per me non c'è problema...> dissi e sia Brad, sia Kol si accigliarono subito.
Guardai Kol che sbuffò: <Salta su..> disse a Brad che stavolta mi scrutò con lo sguardo.
Mi sedetti nel posto del passeggero accanto a Kol mentre Brad dietro.
Il silenzio fra di noi era imbarazzante ed estenuante, perciò accesi la radio e ascoltai le parole della canzone in sottofondo.
Kol parcheggiò davanti ad un ristorante italiano.
<Ma che galante il tuo accompagnatore... un ristorante italiano!> disse Brad ridendo.
Ma cosa gli prendeva?
Kol alzò gli occhi al cielo ed entrò nel ristorante.
Prima che Brad potesse entrare lo bloccai per un polso: <Cosa stai facendo?> chiesi bisbigliando.
<Perché me lo chiedi?> domandò a sua volta.
<Perché ti comporti così? Insomma credevo che noi....io e te..... si beh, hai capito, no?> balbettai imbarazzante dalla situazione.
Lui rise: <No, non ho capito.>
<Insomma Brad, io e te non stavamo quasi insieme?> chiesi sottolineando il "quasi".
Lui sorrise trionfante, per poi unire le nostre labbra: <Credevo che avessi cambiato idea...> disse abbassando il capo.
<No! Sono consapevole del casino in cui siamo, e ne accetto le conseguenze! Piuttosto io credevo tu avessi avuto dei ripensamenti!> dissi tornando a respirare regolarmente.
Mi baciò di nuovo le labbra come se non ne avesse mai abbastanza.
Nell'istante in cui si staccò da me, Kol uscì fuori:
<Cosa state facendo da tre ore?> chiese.
<Oh, nulla gli stavo dicendo che... uhm...> balbettai ma Brad mi salvò dalla situazione: <mi stava avvisando di non fare bravate...> disse il ragazzo che mi aveva sconvolto il cuore.
Entrammo nel ristorante e mangiammo del buon cibo italiano. Io e Brad ordinammo gli gnocchi al sugo mentre Kol i ravioli.
Parlammo più o meno della scuola, delle lezioni, degli ultimi esami e dell'arrivo della fine scolastica.
Durante la conversazione sentivo lo sguardo di Brad bruciarmi le labbra, come se ne fosse attratto, e il problema era che anche io avevo una voglia matta di baciarlo.
Dovevo sciacquarmi il viso perciò avvisai i ragazzi che sarei andata al bagno.
Poggiai i palmi sul marmo del lavandino e mi guardai allo specchio.
Le porte dietro di me si aprirono ma non feci caso a chi fosse entrato.
Però questa persona mi prese i fianchi e mi girò verso di se, cominciando a baciarmi il collo.
Sentii le sue labbra, quelle di Brad e rimasi sorpresa: <Non puoi stare qui...> dissi a denti stretti poiché mi era difficile parlare con il piacere che mi creava.
Lui mi trascinò nel bagno chiudendo la porta a chiave e nello stesso istante mi succhiò la pelle sulla mandibola.
Guardò soddisfatto il suo lavoro e poi si precipitò sulle mie labbra assaporandole e legando le nostre lingue affamate, l'una all'altra.
Mi morse il labbro inferiore ed io lo imitai con la stessa audacia.
Lottavamo a chi dovesse prendere il comando, poi mi ricordai di Kol, e come se lui mi avesse letto nella mente disse: <Gli ho detto che sarei andato a fare una telefonata, non sospetta niente...>
Continuò a divorare le mie labbra con la sua bocca.
Il suo corpo si muoveva contro il mio spingendomi contro il muro.
Sentivo la sua erezione premermi sulle gambe.
<L'effetto che mi fai tu, è unico...> disse spostando i baci sulla mia mascella e mi uscii un mugolio.
<Brad...> ansimai baciandogli il collo.
<È così bello sentirti pronunciare il mio nome in questo modo Sunrise...> disse con il fiato corto.
Stavamo veramente pomiciando sul muro di un bagno per ragazze mentre Kol era a pochi metri da noi.
<Ho aspettato questo momento per tutto il pranzo...> continuò mentre mi leccava sensualmente il collo.
Mi baciò le clavicole e poi entrambi ritornammo alle nostre labbra con un ultimo passionale bacio.
Entrambi alla fine ansimammo i nomi altrui.
Lui pronunciò il mio e io il suo, estasiati da ciò.
Poggiò la sua fronte sulla mia.
<Esco prima io, tu vieni dopo un po'...> dissi e lui annuì sorridendo.
Prima che potessi uscire mi prese il polso e mi stampò un ultimo bacio: <Sei fantastica.> disse infine.

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