BRAD
La mia ultima lezione, e poi me ne andrò da questa prigione di merda, che uccide noi ragazzi costantemente.
Molti credono che la scuola finisca al liceo, ma non vi illudete, la scuola continua, solo in un luogo diverso dove ti credono più maturo, ma alla fin dei conti... sei sempre lo stesso: il college; il passo verso il tuo futuro, il ponte che ti collega all'essere adulto. A me mancava solo abbastanza tempo, per poi mandare a fanculo questi edifici di studio e depressione.
Se non fosse stato per la promessa fatta a mia madre prima che morisse: ossia di crearmi un futuro felice e dignitoso, me ne sarei fregato e sarei stato un disoccupato senza scrupoli.
Ma poi è arrivata Kess, lei mi illuminava le giornate ormai buie dalla morte di mia madre, forse l'amo anche per questo, le somiglia molto, non esteriormente, ma nell'animo, sono simili, e questo mi fece subito accendere un barlume di luce e di speranza dentro il mio cuore ormai nero.
La campanella mi distrasse dai miei pensieri, questo College aveva la struttura simile a quella di un liceo, questo era perché qui c'erano anche le superiori.
Uscii veloce dall'aula non avendo nessuno zaino da preparare, poiché come ho già detto qui c'erano gli armadietti, struttura che negli altri college non sono sempre presenti.
Mi diressi veloce verso una classe. La classe in cui Kess adesso aveva lezione: francese.
Proprio quando arrivai la sua minuta figura mi sbatté contro non vedendomi.
<Scusami...> disse tenendo lo sguardo chino e non vedendomi.
<Ormai ci sono abituato, sei più sbadata di mia nonna di ottant'anni!> dissi ridendo e solo ora lei alzò lo sguardo riconoscendo la mia voce.
Mi fece un piccolo sorriso e tornò a camminare e guardare a terra.
Questa ragazza era dannatamente difficile, ed era questa una delle tante cose che ammiravo di lei.
Mi confondeva e mi faceva essere spensierato nello stesso tempo.
Prima, per essere spensierato dovevo bere, e tanto, o portarmi a casa qualche ragazza qualunque, mentre adesso bastava il suo sguardo e mi sentivo libero, senza alcun problema interiore: puro.
Esatto, lei mi faceva sentire così tremendamente puro, che mi scioglievo in un suo sorriso o carezza.
All'inizio non capivo il perché mi facesse questo effetto, ma adesso sì: lei era il mio rifugio, mi ascoltava senza giudicare, mi apprezzava nonostante i miei difetti, e credeva in me... mi sorrideva sinceramente e non una risata finta, mi sapeva persuadere più di chiunque altra, mi sapeva guardare, con quegli occhi verde smeraldo che sembrava ci fosse un mondo lì dentro... lei era diversa, lei era la mia Sunrise, la mia alba dopo un periodo di totale buio, in cui mi ero rassegnato a non uscirne vivo. E nonostante tutto, nonostante lei mi abbia salvato dal mare in tempesta, io l'ho lasciata affondare parecchie volte. Mi sentivo tremendamente in colpa per ciò, adesso so lei cosa ha passato, ma ne è uscita forte, e io l'ammiro per tutto ciò che è!
Velocizzai il passo per raggiungerla: <Cosa succede?> le chiesi poiché il suo tono, il suo sguardo e i suoi movimenti non erano dei migliori.
<Uhm... cosa?> chiese non sentendo le mie prole. Era immersa nei suoi pensieri, e volevo tanto sapere quali fossero.
<Sei giù di morale, te lo leggo negli occhi. Cos'hai?> chiesi di nuovo.
<Oh... nulla.> disse con voce spezzata che spezzò anche me.
Le bloccai un braccio per fermarla e lei si fermò, continuando a tenere lo sguardo basso.
Con l'indice e il pollice le presi il mento e le alzai il capo per guardarla intensamente negli occhi. Sorrisi vedendo i succhiotti violacei che le avevo fatto sul collo.
<Mi stai mentendo. Dai... spara.> dissi. <e non accetterò un "non ho nulla" come risposta.> aggiunsi.
Lei si guardò intorno e poi guardò i miei occhi per cercare una conferma. Non spostai lo sguardo da quel verde smeraldo e lei sbuffò:
<Ho sbagliato. Mi sento totalmente sbagliata, che non stia facendo una cosa giusta, che non dovevo allontanarmi da voi, da te e da ciò che ero. Credevo che allontanandomi avrei capito cosa volessi veramente... ma adesso, sono ancora più confusa... e mi sento sola, mi sento un dipinto fatto male da un artista! Mi sento il difetto di una storia scritta bene.... Non puoi capire Brad... non mi capisco nemmeno io.> disse così smarrita e persa che mi venne voglia di abbracciarla e stringerla forte.
E così feci. L'abbracciai. Lei rimase un po' sorpresa ma si rilassò al mio contatto. Sembravano una cosa sola, un insieme di sbagli che assieme creavano la perfezione.
<Ti capisco... mi ci sono sentito da sempre così, finché non sei arrivata tu. Imparerai da queste tue scelte Kess, in fondo è sbagliando che si impara a non ripetere ciò che ci rattrista.> dissi scostandomi e guardandola negli occhi.
Lei sorrise e mi abbracciò a sua volta.
Poi si allontanò subito imbarazzata e rossa in viso dal suo gesto. Era così speciale.
Sospirai, volevo fare di tutto per salvarla; per salvare la mia salvezza.
Sospirai: <Uhm...Com'è andata la lezione di francese?> le chiesi.
Lei parve corrucciata: <Non me ne parlare...> sibilò con un risolino.
<Ti servirebbe un aiuto e ti informo che qui hai il re, del francese!> dissi ridendo.
<Ah si? E dove?> chiese lei scherzando.
<Lo sappiamo tutti che sei una frana! Perciò oggi ti faccio diventare la regina del francese, ci mangeremo una pizza, e studieremo... okay mademoiselle?> le chiesi risuonando un buffo accento francese.
Lei rise e fui felice come non mai: <Okay... in qualunque modo si dica "signore"> disse non sapendo il significato.
<seigneur> le dissi con una faccia al quanto buffa sul viso e lei scoppiò a ridere.
Amo la sua risata, era come ascoltare la canzone che tanto ami, la sua risata era la mia canzone preferita.
Dopodiché lei si toccò la pancia che emise un brontolio.
<Beh, dove andiamo seigneur?> chiese e persi un battito nel vederla sorridere.
Poi mi venne una brillante idea: <Sunrise?> la chiamai.
<Si?>
<Ti fidi di me?> le chiesi.
<Devo?> disse lei.
<Tu cosa ne pensi?> domandai.
Lei mi scrutò gli occhi.
<Sì, mi fido.> disse poi.
<Allora seguimi...> sibilai intrecciando le nostre mani e tenendola stretta.
La vidi avvampare e diventare tutta rossa, questo mi creò un sorriso che non riuscii a trattenere!
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Lei 2
De Tododisse Kess ormai per la millesima volta in preda alle lacrime. sussurrava ogni volta prima di andare a dormire, sperando che in qualche modo Brad potesse sentirla. questo che si ripeterà sempre Kess per andare avanti anche senza di lui. Sembrav...