Repensation

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KESS
Svegliarsi con la luce del sole che entrava dalla finestra era una cosa fantastica.
Aprii lentamente gli occhi e vidi l'orario, sospirai di sollievo quando avevo altro tempo per rilassarmi prima delle lezioni.
Mi stiracchiai e mi alzai dal letto.
Era comodo, ma non tanto quanto quello di Brad.
Mi sedetti sulla piccola panca morbida davanti alla finestra e sospirai sentendo gli uccellini cinguettare.
La sbornia era sparita e avevo solo un leggero mal di testa ma della serata non ricordavo nulla, a parte me e Sellen sfrenate.
Mi alzai e andai in cucina, Sellen era già alzata e vestita: indossava un vestito blu elettrico troppo appariscente con una borsa argento e dei tacchi neri.
<Dove vai?> chiedi poiché vestita così sembrava che stessa andando in un disco-bar o ad una festa a tema.
<A lezione!> disse facendo spallucce.
<Uhm...> borbottai scioccata e volevo aggiungere un "conciata così?!" ma rimasi in silenzio.
<Ho un appuntamento privato con il professore di cinese.> disse fredda e senza scrupoli.
<Un appuntamento? Cosa significa... che voi due... oddio!> balbettai scioccata.
<Devo pur prendere alti voti, no? E quell'uomo secondo me è ancora vergine, io gli regalerò un po' di affetto!> disse facendo spallucce.
Rimasi sbigottita e disgustata dalla normalità in cui lei diceva che sarebbe andata a letto con il professore di cinese.
Feci un verso di disgusto e lei borbottò un: <Hey 'Alice nel paese delle meraviglie', non tutti siamo i figli di Michel Santana!> disse.
<Cosa vuoi intendere con ciò? E come lo sai?!> obiettai.
<Tesoro tutti conoscono Michel Santana e basta scrivere su internet la sua biografia ed ecco che il tuo nome compare! Perciò hai tanti amici e tutti ti adorano, sei pur sempre una Santana! Tuo padre é famosissimo perché non dovrebbe portare la sua fama su di te?!> disse nevroticamente.
<Stai dicendo che io sono raccomandata?!> biascicai sbigottita.
La sua perfidia non finiva mai di stupirmi.
<Esatto! Ci sei arrivata!> disse sorridendo.
In quell'istante le volevo saltare addosso e insultarla ma mi sarei abbassata ai suoi livelli e poi qualcuno bussò alla porta, sbattendo il pugno piano ma pesantemente.
Lei guardò allo spioncino della porta e mi rivolse un sorriso maligno.
<Chi è?> chiesi.
<Brad.> ammise soddisfatta alzando un sopracciglio.
<Oddio! Cosa? No... non lo aprire!> dissi gesticolando ma lei sorrise e aprì la porta.
Come un fulmine feci una corsa nel bagno e chiusi la porta di esso a chiave per poi origliare.
<Hey Brad!> lo salutò lei con voce stridula.
<Ciao Sellen. Sono qui solo per vedere Kess, è in casa?> chiese lui con la sua solita voce dura.
Lei fece un risolino nervoso: <Certo! È appena scappata in bagno per non farsi vedere da te!> esultò entusiasta.
Troia.
<Puoi aspettarla qui!> aggiunse.
Ma dov'è finita la Sellen che voleva me e Brad divisi a tutti i costi?!
<Uhm... okay.> borbottò lui.
<Divertitevi!> disse lei dopodiché la porta si chiuse.
Ero nel panico. Cosa dovevo fare? Uscire e fingere di aver avuto un mal di pancia improvviso o restare in bagno finché lui non si sarebbe scocciato e andato via?!
La mia ansia aumentò quando Brad bussò alla porta del bagno.
<Kess? Tutto okay?> chiese.
Spalancai gli occhi e mi guardai allo specchio notando il riflesso di uno zombie.
Mi avvolsi i capelli in una crocchia scombinata ma decente e sospirai.
<Sì> risposi a voce stridula.
Aprii la porta e uscii dal bagno.
Mi asciugai i palmi delle mie mani sudate sul pantalone del mio pigiama: ossia un pantalone di tuta grigio con sopra una maglietta nera, larga.
<Hey!> disse scrutandomi.
<Hey... cosa ci fai qui? Anzi, come fai a sapere che io abito qui?> chiesi nervosa.
Lui parve corrucciato.
<Come? Me lo hai detto tu ieri... non ricordi?> chiese guizzando i muscoli delle braccia.
Scossi la testa e arricciai il naso.
Dopo un po' lui annuì: <Oh, giusto, eri ubriaca... forse me lo hai detto anche senza volerlo!> disse.
<Penso proprio di sì...> ammisi soprappensiero.
Lui mi lanciò un'occhiataccia.
<Ceh, insomma... ormai non fa nulla!> dissi balbettando.
Calò un silenzio imbarazzante.
Trovai una scusa per interromperlo: <Vuoi vedere la casa?> chiesi.
<Volentieri...> disse lui sorridendomi.

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