The last time

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<Dovevo immaginarlo!> una voce alta rimbombò nella mia testa.
<Zitto che dorme!> gridò qualcun altro.
<Sta zitto tu e non dirmi che cazzo devo fare o ti prendo gli occhi con le mie dita!> gridò un'altra voce.
Spalancai gli occhi, me ne strofinai uno e mi guardai attorno.
Ero nel letto di Dann, guardai l'orario sul mio casio e vidi che erano appena le tre di notte.
Cosa diavolo stava succedendo?!
<Mi stai minacciando stronzo!> sentii e sobbalzai in piedi a sentire Dann pronunciare queste parole.
Ricordavo che mi ero addormentata sulla sua spalla e sicuramente non avevamo fatto nulla di spinto.
Mi alzai in piedi e mi accorsi che indossavo soltanto una felpa di poliestere rosa, doveva essere di Tiffany e non avevo i pantaloni, ma la felpa era abbastanza lunga da coprirmi... Dann mi aveva spogliata?!
Spalancai gli occhi ed andai in salotto dove provenivano le urla.
Mi ritrovai davanti a Brad e Dann che si guardavano minacciosi, era inquietante soprattutto quando entrambi di scatto si girarono verso di me, sembrava che stessi fra due tori, ed io ero il panno rosso.
<Eccoti.> disse freddo Brad.
<Cosa vuoi Brad e cosa cavolo ci fai qui a quest ora?!> borbottai.
<Spiegami prima cosa diavolo ci fai tu qui?!> biascicò.
<Dove dovevo andare?! Su una panchina?! Dann è stato gentile e mi ha ospitata, sei tu quello che mi ha cacciata di casa!> gridai.
<Oh, e tu sei quella che ha voluto rompere con me!> gridò lui.
<Si Brad, sono stata io perché ho bisogno di spazio, quando ho finalmente ricordato tutto, e quando ho visto il tuo volto, la mia mente è stata pervasa da tutte le cose che mi hai fatto e d'un tratto mi sentivo soffocare, mi sentivo in trappola! Io ne ho abbastanza di cose brutte, e questo periodo mi serve per riflettere, e tu, al posto di acconsentirmi, dato che sai tutto ciò che ho passato e che mi hai fatto passare, tu hai peggiorato la situazione... Brad non ho detto che non voglio più avere a che fare con te, ho solo detto che non voglio che tu mi opprima voglio essere libera! Cazzo perché non capite voi uomini?!> borbottai.
<Okay, come vuoi, ora torniamo a casa.> disse in tono menefreghista. Mi prese il polso con una forte presa e sentii la sua puzza di alcol.
Dio, sembrava una bottiglia di whisky vivente!
In quell'istante capii che non aveva ascoltato un briciolo delle mie parole, che non aveva dato nemmeno importanza ad una virgola, mi sentii come se fossi inutile per lui.
Scostai il braccio dalla presa e lo guardai dritto negli occhi che mi bruciavano.
<No, io non torno a casa, rimango qui.> dissi.
Lui scoppiò a ridere: <Sisi certo, dai smettila di piagnucolare e sali in macchina!> disse con tono rabbioso tanto che sentii una fitta al petto.
<Sei un imbecille! E ho detto no! Ora va via!> gridai.
Lui si avvicinò pericolosamente a me tanto che temetti mi stesse per dare uno schiaffo, indietreggiai e Dann venne verso di noi, ma la mano di Brad si posò delicatamente sulla mia guancia. Quel tocco mi rabbrividì.
<Torna a casa con me, ti prego piccola, stavo impazzendo senza di te... io... io no posso vivere senza di te, senza le tue guance che arrossiscono e i tuoi occhi che guardano nel vuoto come se stessi in un mondo tutto rosa e fiori, e io vorrei essere lì con te quando tu guardo, torna o non mi fare questo, per favore.> sibilò e per poco non cedetti ma il suo comportamento lunatico non mi fregava più.
<No Brad, ho detto no.> dissi senza mostrare emozioni.
Il suo sguardo si ruppe e contrasse la mascella: <È per lui vero?! È per questo qui! Sei venuta da lui a scopare come una troia alle mie spalle, lo sapevo, cazzo!> biascicò e quell'offesa mi impietrì al pavimento.
L'aveva detta davvero?!
Aprii bocca ma non uscii nulla tranne che un sussurro.
Spalancai gli occhi quando Dann suonò un pugno a Brad.
<Non azzardarti mai più a chiamarla così.> disse rabbioso.
Brad si toccò la profonda ferita sanguinante che aveva sul labbro, e per poco non accorsi ad aiutarlo, finché lui diede un pugno a Dann dritto in fronte.
Il ragazzo dai capelli arancioni gli diede un pugno vicino l'occhio e già potei intravedere una macchia violacea.
Brad spinse Dann e lui cadde all'indietro, lo spigolo del tavolino gli andò dritto nel sopracciglio e spalancai la bocca.
<Brad!> gridai.
Dann era a terra dolorante.
Tornai in salotto e quando Brad mi vide con il ghiaccio allungò la mano pensando che fosse per lui, ma invece andai vicino a Dann e glielo porsi.
<Davvero?! Vai da lui e non da me?!> gridò Brad.
<Va via Brad, non te le vorrò ripetere un'altra volta.> dissi a tono deluso senza guardarlo nemmeno in faccia.
<Kess, anche lui mi ha picchiato, e di me non ti importa?!>
Ero scioccata dalla profondità della ferita di Dann. Si sarebbe dovuto chiudere la ferita con dei punti. Il sangue colava ancora e ancora.
<No, cazzo di te non mi importa!> gridai e lo ferii, lo notai da le sue braccia che caddero lungo i fianchi.
<Ora va via per favore..> dissi seccata.
<Sunrise... ma...> disse ma lo bloccai: <Vattene!> gridai di nuovo.
<Scusami... io non volevo!> disse.
Risi: <Oh wow, Brad Entan che chiede scusa, questa me la devo segnare, ma non ci credo nelle tue scuse quindi quella è la porta.> dissi scocciata.
<Non fare così, lo so che mi ami..> disse calmo.
Risi di nuovo: <Sei lunatico, lo sai? Ma sono stanca e no, penso di non amarti più.> dissi facendo spallucce e sentendo la gola bruciare.
<Non è vero..>
<Si lo è.> dissi e in quell'istante i suoi occhi si spensero. Fu come spegnere un interruttore.
Aprii la porta e lo cacciai fuori come aveva fatto lui con me.
<Kess...> sussurrò un'ultima volta, ma prima che potesse parlare dissi: <No Brad, addio.> e gli chiusi la porta in faccia.
Ce l'avevo fatto contro la mia volontà avevo saputo dirgli di no, ma ero a pezzi e mi sentivo sola come se stessi in un deserto vuoto e immenso.

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