Loneliness

495 17 0
                                    

BRAD.
Nessuno può capire quanto stia facendo ciò contro la mia volontà.
Mi alzai dal letto lentamente levando il suo braccio da me, era così bella dannazione, il suo piccolo naso all'insù con le piccole lentiggini, quelle labbra carnose che quando le assaporo mi sembra di vivere in un altro universo.
Quei capelli così morbidi, e poi i suoi occhi, cazzo! Ditemi come posso resistere a quei suoi occhi verde smeraldo.
Il suo seno, le sue gambe slanciate, la sua pancia piatta, le sue curve abbondanti al punto giusto, amo tutto di lei; anzi tutto è a dir poco.
Quando scoprirà che non ci sono più al suo fianco probabilmente mi odierà, mi manderà delle bestemmie o semplicemente piangerà.
È l'ultima cosa che vorrei su questa terra, se solo però lei sapesse che sto facendo tutto per il suo bene..
La amo; come non potrei amare un angelo come questo?
Mi scostai da lei prima di guardarla dormire forse per la millesima volta. Non avevo dormito tutta la notte per godermi quel suo viso rilassato e sereno .
Non avevo dormito pensando a lei e a tutto ciò che è per me.
Era fantastica.
Una voce interruppe quel silenzio di pace.
<Brad, dobbiamo andare...> disse Connor.
Contrassi la mascella, Connor era uno stronzo e non si faceva mai i cavoli suoi.
Gli lanciai un'occhiata e feci un sorriso falso.
Desidererei solo starle vicino adesso, ma non posso.
Lasciai il piccolo biglietto che avevo scritto sulla scrivania e poi la guardai un'ultima volta.
Presi il mio borsone e mi comparve un sorrisino ebete quando la vidi con la mia felpa addosso.
Uscii dalla stanza e sentì la sua voce chiamare il mio nome:
<Brad...> sussurrò la ragazza di cui sono follemente innamorato.
Mi voltai con i muscoli tesi sperando che non si fosse svegliata e mi rilassai quando vidi i suoi occhi ancora chiusi e il suo respiro ancora calmo.
Varcai la soglia di quella che era la nostra stanza e uscii da quell'appartamento dove era incominciato tutto.
Non volevo andarmene. Per niente.
Entrai nell'auto nera che mi aspettava giù e sospirai.
Non so quando gli avrei detto tutta la verità e nemmeno come l'avrebbe presa.
Non so se mi vorrà vedere ancora oppure no per avergli mentito.
Non capisco più nulla, lontano da lei sono perso.
Ma mi ripetevo sempre che stavo facendo tutto solo per lei.
Non si meritava che le persone a cui teneva di più la mentissero, ma se sapesse tutta la verità soffrirebbe di più.
Feci un lungo sospirò e guardai la strada, ad un certo punto sentii uno sparo.
Affacciai la testa dal finestrino e vidi che Connor si stava dirigendo verso di me scendendo dalla sua auto.
<Loro sono qui..> disse agitato.
<Merda.> biascicai a denti stretti.
<Brad hanno delle armi. Kevin quando tornerà con l'occorrente?! il tempo sta finendo...> disse e mi venne un brivido lungo la schiena.
Poi girò la testa al suo lato: <Eccoli.> sibilò.
<Ora che facciamo?!> chiesi in preda al panico.
<Tu va con la moto di Handrew. Muoviti.> disse.
Scesi dall'auto e corsi verso la moto.
Tanti uomini in nero erano già pronti per contrattaccare.
Raggiunsi la moto e sfrecciai via.
Per tutto il tragitto mi ripetei che stavo facendo tutto per Kess, la mia Kess.
La verità sarebbe venuta presto a galla, e perciò dovevo muovermi. 


KESS.
Ansimai e poi aprii un occhio.
La luce penetrava dalla finestra e l'odore di Brad nella camera era intenso.
Non vedevo l'ora di baciarlo di nuovo.
Di poter toccare il suo viso e vedere i suoi occhi.
Aprii un occhio e mi venne una fitta in petto quando non lo vidi nel letto.
Sospirai e mi alzai per raggiungerlo in cucina o al bagno dove potevo trovarlo. <Brad?!> gridai poiché non c'era in nessuna delle due stanze.
<Brad?> dissi di nuovo ma mi uscì come un sussurrò.
Doveva esserci, non poteva essere andato via.
Dopo la giornata passata con lui, pensavo sarebbe rimasto con me.
Cercai il suo borsone ma non lo trovai.
Corsi a vedere se avesse messo il borsone sotto il letto per fare ordine, ma nel momento in cui corsi verso il letto sbattei l'anca al pizzo della scrivania.
<Aia!> gridai piegandomi e pigiando sul mio fianco per non sentire il dolore.
Lanciai un'occhiata alla scrivania che mi aveva ferita e la mia attenzione fu attirata da un piccolo Post-it dove c'era scritto qualcosa, lessi:
"Ti amo, andrà tutto bene. Scusami.. -Brad"
Mi venne una fitta in petto.
Se ne era andato, senza nemmeno svegliarmi per salutarlo, o incoraggiarmi che sarebbe tornato presto.
Senza dire e fare nulla continuai a guardare quel piccolo pezzo di carta mentre mi incamminavo lentamente verso il letto.
<Andrà tutto bene..> sussurrai rileggendo quelle poche parole per altre dieci volte.
Rimasi in silenzio a guardare quel post-it circondata dalla solitudine.
Non avevo più emozioni dentro di me, ero come.....spenta.

Lei 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora