Mi fermai alla fermata dell'autobus e fortunatamente il pullman arrivò presto.
Era vuoto se non fosse stato solo per un ubriacone e due anziane intente a fare l'uncinetto.
Stetti circa venti minuti in quel pullman che odorava di piedi e birra finché non arrivai davanti al mio vecchio appartamento.
Anzi, non era mai stato mio.
Incominciai a salire le scale con le gambe tremanti ma mi fermai al quinto scalino, poiché delle urla devastavano tutto il palazzo.
Era la voce di Wendy.
Una donna con una scopa in mano bussava alla porta di Brad talmente forte che ci avrei quasi visto un buco.
<Stronzi aprite!> sputò.
<Che succede?> chiesi.
Lei non mi degnò di uno sguardo e continuò a mandarli a quel paese da dietro la porta.
<Che sta succedendo?!> gridai per farmi sentire data la voce acuta di Wendy e i pugni incessanti.
Lei si voltò e mi squadrò.
<E tu chi sei?!> chiese acida.
Era una donna di mezza età, un po' spettinata, col trucco sbavato e che puzzava di sigarette.
<Si può sapere che succede?> richiesi dato che non avevo una risposta alla sua domanda e volevo arrivare al dunque.
Lei sbuffò: <Questi imbecilli stanno urlando da più di due ore e hanno svegliato me e il mio Doberman!> gridò e solo ora notai che il suo alito puzzava di alcol.
<Non si preoccupi li farò smettere io...> dissi sicura di me.
<Ah si?! E come?!> biascicò.
Da dietro la porta la voce di Wendy e le altre voci irriconoscibili che creavano un forte brusio, cessarono e ci fu un silenzio tombale.
<Ha visto, il problema è risolto!> esultai.
Il quell'istante la porta si spalancò e vidi Brad con la faccia infuriata.
<Sarà meglio che non dicano una sillaba altrimenti porterò il mio Doberman e li farò sbranare tutti!> disse muovendo pericolosamente la scopa e lanciando un'occhiata a Brad che alzò gli occhi al cielo.
La donna salì le scale e Brad mi si piazzò davanti.
Mi squadrò e poi mi lasciò passare.
Rimasi di stucco quando vidi tutti i miei amici seduti a fissarmi.
Fu come essere coperta da molliche di pane ed essere circondata da tanti piccioni pronti all'attacco.
<Hey..> dissi imbarazzata.
<Hey?! Tu dici letteralmente che non vuoi avere più a che fare con noi e ci saluti dicendo: Hey?!> biascicò Wendy.
<Dio ragazzi! Che io voglia fare ciò che voglio non mi impone di non potervi salutare!> obiettai.
<Sei ubriaca per caso?> chiese Brad in tono decisame brusco.
<No, sto solo facendo quello che è meglio per me!> gridai esausta.
Il silenzio calò ma si sentì un rutto in sottofondo.
Tutti si girarono verso Gwen, che invece sembrava tranquillo e sereno, come se avesse cacciato petali di rose dalla bocca.
Tiffany gli lanciò un occhiata e lui fece spallucce: <Oh, scusate, ma il nervoso mi fa ruttare. L'ho ereditato da mio nonno William e lui lo ha ereditato da suo nonno Robert, che quindi è il mio bisnonno e Robert.......> parlò ma fu bloccato da Brad che lo ammonì con uno: <Sta zitto.>
Presi parola io: <E adesso cosa volete?> chiesi.
Brad sospirò e poi a tono alto parlò:
<Kess, tu lo sai vero che io ti ho solo detto di andartene dall'appartamento e non di andartene dalle nostre vite?!> disse.
<Si, ma ho preso una decisione, quella giusta per me! Lasciatemi in pace!> obiettai.
<E cosa ci fai qui allora?!> biascicò Brad.
<Sono venuta a prendere le mie cose...> farfugliai.
<No, tu non prenderai un bel niente, e non andrai da nessuna parte, resterai qui e basta!> sputò Wendy puntandomi il dito contro.
Mi assalì la rabbia: <E tu chi saresti per impedirmi ciò che voglio fare?!> gridai.
<Sono la tua migliore amica, e so che questo è solo un tuo stupido capriccio adolescenziale per esserti mollata con Brad!> gridò lei ferendomi imbestialire.
<E tu saresti la mia migliore amica?! Davvero?!La mia "migliore amica" mi avrebbe appoggiato, non gridato contro! Mi avrebbe detto che andava bene così, non di essere una stupida adolescente in cerca di attenzioni! Se tu ti ritieni una migliore amica, beh non lo sei e in questo istante provo solo delusione verso l'unica persona in cui cercavo consenso!> biascicai con gli occhi velati di lacrime.
Rimasi lì immobile a fissarla, non poteva andare peggio di così.
Il silenzio era calato e nessuno emetteva un respiro.
Tirai su col naso e andai in camera, presi uno scatolone e ci infilai tutta la mia roba, mi assicurai di non aver rimasto niente e quando fui certa di aver preso tutto uscii da quella che era la camera mia e di Brad.
Erano ancora tutti nelle posizioni di prima come se stessimo giocando a un due tre, stella.
Nessuno mi guardava in faccia.
Li guardai disgustata e incontrai lo sguardo di Brad che fu l'unico a guardarmi negli occhi.
Alissa era vicino a lui e gli accarezza a il braccio.
Guardai Tiffany che mi sorrise dopodiché aprii la porta, uscii e la sbattei chiudendola.
Sarebbe andato tutto bene d'ora in poi.
Doveva andare tutto bene.
Quando scesi l'aria fredda mi riempì i polmoni.
<Kess...> disse una voce alle mie spalle.
Sobbalzai ma mi rassicurai quando vidi Dann.
<Ciao..> dissi spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio dato che il vento me la continuava a ributtare in faccia.
<Ne sei sicura?> chiese.
<Si...> dissi capendo cosa intendesse.
<Senti, mi dispiace, non sapevo avrebbero reagito così!> ammise.
Sorrisi: <Non preoccuparti, in fondo io ti avevo detto di dirglielo, non è colpa tua...> farfugliai. Lui sospirò e guardò il cielo dipinto dal tramonto, il suo sguardo si bloccò sul palazzo.
Guardai nella direzione del suo sguardo e vidi Brad affacciato alla finestra che ci fissava, quando vide che lo guardavamo entrò dentro.
Feci spallucce e mi incamminai verso la fermata.
<Vuoi un passaggio? Devo passare per il college...> disse Dann.
<Solo per questa volta..> sorrisi.
Entrammo in macchina e c'era soltanto silenzio.
Quando arrivammo Dann accostò.
Aprii lo sportello e prima di scendere dissi: <Dann, lo so che a voi potrà sembrare bizzarra e stupida questa mia decisione, ma io devo pensare un po' a me, quando eravamo sulla barca, da lì ho capito che mi sentivo chiusa in un' ampolla con voi, e vorrei solo sentirmi più libera... vorrei solo che mi capiste...> dissi sorridendo.
Lui mi accarezzò il braccio: <Ti capisco e lo faranno anche loro, ci vuole solo tempo...> sorrise.
Gli diedi un bacio sulla guancia e scesi dall'auto.
Arrivai nella parte occidentale del campus e mi ritrovai difronte alle lunghe file di scale. Strinsi lo scatolone e feci una corsetta per tutta la scalinata.
Mi fermai a metà delle scale del terzo piano per prendere fiato e fu solo in quell'istante che sentii la musica ad alto volume che sovrastava la quiete.
Avanzai nel corridoio e seguii la musica.
Mi fermai davanti alla stanza da cui proveniva il fracasso per fare una bella ramanzina a chi fosse così folle, bussai e guardai il numero della stanza: 449. Oddio... ma quella era la mia stanza.
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Lei 2
Randomdisse Kess ormai per la millesima volta in preda alle lacrime. sussurrava ogni volta prima di andare a dormire, sperando che in qualche modo Brad potesse sentirla. questo che si ripeterà sempre Kess per andare avanti anche senza di lui. Sembrav...