Say

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<Gioventù bruciata!> gridò qualcuno picchiettando qualcosa sul mio fianco.
Feci uno sbadiglio e apri lentamente gli occhi.
Mi guardai attorno, ma non ero in camera e c'era una signora, l'addetta alle pulizie, che mi spingeva con la scopa.
<Dove mi trovo?> chiesi.
<All'inferno!> gridò lei.
<Cosa?> chiedi stordita.
<Sei sul pavimento dei dormitori bella addormentata e se non ti alzi ti porterò in presidenza!> minacciò.
Guardai la porta davanti a me e capii cosa fosse successo.
Mi ero addormentata improvvisamente in camera ma Sellen mi aveva cacciata fuori e mi aveva lasciata dormire sul pavimento davanti la porta.
Mi alzai dolorante poiché il pavimento non era così comodo, e calmai gli istinti omicida verso quella biondina viziata.
Puzzavo di alcool e fumo, con l'aspetto di uno zombie.
Cercai le chiavi della camera ma mi ricordai che le avevo nella giacca, e la giacca era nella stanza.
Bussai alla porta per più di mezz'ora ma nessuno rispondeva. 
Guardai la signora delle pulizie e le sorrisi.
<Che ti guardi?> chiese lei scorbutica.
<Per caso ha la chiave che apre tutte le stanze, sa quella chiave che di solito si usa per le porte di tutte le camere!> chiesi scandendo bene.
<Intendi questa?> chiese lei sventolandola.
<Che bello, mi avete appena salvata, potreste aprire questa porta?> chiesi indicando la mia stanza.
<Perché dovrei?!> sibilò fregandosene e andandosene via senza ascoltare le mie suppliche.
Sbuffai frustrata e scesi le scale.
Non avevo i libri per i corsi e nemmeno qualcosa per conciarmi meglio.
Dovevo trovare Sellen.
Mi alzai i capelli in una coda, così sarei stata più decente.
Il trucco era poco ma ancora intatto.
Indossavo una canotta aderente e bianca e un pantalone dell'adidas nero di tuta.
Sembrava che stessi andando a correre.
Uhm... non era una cattiva idea.
Mi ritrovai nel parco del campus e le lezioni erano già iniziate da due ore. Adesso era ora di pranzo e ne approfittai per prendermi qualcosa al distributore automatico.
Presi una barretta di cioccolato e mi incamminai verso l'uscita del campus.
Vidi Tiffany e tutto il gruppo da lontano e nell'istante in cui stetti per svoltare in una via in cui non mi avrebbero potuto vedere, lei mi vide, gridando il mio nome.
Tutti i miei amici si girarono verso di me.
Gli sorrisi, scossi la mano e mi voltai per andarmene.
Accelerai il passo ma qualcuno mi raggiunse.
Mi trovai di fianco a Brad: <Perché corri?> chiese.
Notai il mio passo svelto e risposi con la prima scusa plausibile che avevo in mente: <Stamattina ho deciso di correre!> dissi sorridendo e inghiottendo l'ultimo pezzo della barretta.
<Vada per la corsa...> rispose.
<Da sola!> dissi fermandomi d'un tratto e andando a sbattere contro il suo addome.
Lui si bloccò un attimo, mi scrutò e poi dopo secondi che sembravano secoli, parlò: <Hai bevuto e hai fumato, vero?!> chiese a voce dura.
<Già, vedo che hai un fiuto eccezionale!> dissi fingendo un sorriso.
<Kess, ho capito che vuoi svago e non vuoi più avere a che fare con noi, ma non comportarti da ragazzina!> borbottò.
<Vedo che non capisci, e tu dovresti capirmi meglio di chiunque altro, ma tanto è inutile perdere tempo a blaterare qui, perciò ora devo andare e lasciatemi in pace!> borbottai dandogli le spalle e incamminandomi.
Mentre ero tra i miei pensieri adocchiai la chioma bionda di Sellen. Era lei.
Mi avvicinai e le piombai davanti: <Non azzardarti mai più a chiudermi fuori o ti giuro che....> parlai ma mi bloccò con uno stupido ghigno sulla faccia: <cosa Kess? Che cosa mi giuri?> blaterò.
<Che brucerò tutti i tuoi vestiti, tutte le tue borse e tutte le tue scarpe e credimi che lo farò, non ho motivo per non farlo, perciò meglio se adesso in quella tua testa da viziata capisci che non ho voglia di fare questi stupidi giochetti o altrimenti di già addio alla tua cara borsa della Louis Vuitton, intesi?!> biascicai.
Capii di aver fatto centro quando lei annuì e si girò lanciandomi un occhiata.
Finalmente mi incamminai in pace ma qualcuno mi chiamò: <Kess!>
Mi voltai esausta e sputai un: <Che c'è?!>
<Hey calma, siamo pur sempre tuo fratello e tuo cugino!> obiettò Josh venendomi incontro.
<Hey ragazzi scusatemi, ma oggi non è proprio giornata!> dissi.
<Già, ce lo hanno detto!> disse Liuk.
<Ve lo hanno detto?! Chi?> chiesi.
<Kess, i tuoi amici, coloro che non capiscono cosa ti sta succedendo!> parlò Josh.
<Oh Dio, anche voi vi ci mettete adesso? Non ho nulla! Sono sempre io, Kess Santana, cosa avete voi?! Prendo una decisione diversa e sembra un'apocalisse!> obiettai.
<Vogliamo solo aiutarti!> dissero.
<Sentite, parliamo d'altro se proprio volete aiutarmi!> confessai.
<Okay... beh sono uno studente dell'Hollywood College Strong! Mentre Liuk deve andarsene, perché il lavoro non gli ha concesso di restare qui e partirà tra venti minuti, perciò salutalo!> disse Josh.
<Sono felice che tu stia qui Josh e invece riguardo a te, Liuk, mi dispiace che non resterai, perciò dovrai venire a trovarmi più spesso!> dissi abbracciando mio cugino.
<Si cuginetta, lo farò!> disse lui.
Quando si allontanarono finalmente fui sola.
Respirai, chiusi gli occhi e quando li riaprii Brad era davanti a me.
Dio c'è un po' di pace?!
<Qual'è il percorso?> chiese incominciando a saltellare.
<Correrò da sola!> obiettai.
<Infatti io correrò per fatti miei...> disse lui.
Alzai gli occhi al cielo e cominciai a correre in modo costante.
Sentivo i passi di Brad dietro i miei.
Era frustrante ma lo ignorai.
Continuai a correre passando per tutte le strade possibili, nonostante Brad continuasse a seguirmi mi sentivo bene, perché ero in pace.
Arrivai davanti alla grossa scritta "Hollywood" e mi fermai per rilassarmi.
<Mangiamo qualcosa?> chiese passandomi accanto.
Lo superai con uno spintone ed entrai nel McDonald's lì davanti. Ovviamente lui mi seguì.
Era tutto sudato e i pensieri erotici entrarono nella mia mente.
Ordinai un panino per me e come se Brad non esistesse mi sedetti ad un tavolo.
Mi raggiunse con il suo panino e si sedette difronte a me.
Mangiammo in silenzio finché non si tolse la maglietta: <Cosa fai?!> borbottai.
<Sapevo che questo era l'unico modo per farti parlare! E ho caldo perciò mi tolgo la maglietta... dovresti farlo anche tu!> disse con un ghigno.
<C'è altra gente qui, non è carino stare a torso nudo perciò il mio era un rimprovero non in esortazione a farti togliere la maglia! E per tua sfortuna io non mi spoglierò!> bofonchiai.
Lui rise e mi venne una fitta. Amavo sentirlo ridere: <Beh, mi basta vederti tutta sudata, è intrigante..> disse alzando un sopracciglio.
Arrossii ma continuai ad ignorarlo.
Mangiai il resto del panino e poi parlò:
<Dov'è la tua stanza? Dopo posso raggiungerti semmai> tentò.
<Sei ridicolo, e non te lo dirò!> obiettai.
<Come vuoi, comunque stasera do una festa se vuoi venirci, sei la benvenuta!> disse.
<Perché dovrei venire?> obiettai.
<Perché festeggiamo il fatto che tu non ci stia più fra i piedi...> disse e lo guardai di scatto.
<Scherzo... rilassati!> ammise ridendo e lanciandomi una patatina addosso.
Lo ignorai ancora e alzai gli occhi al cielo: <Allora ci verrai?> chiese.
<No.> risposi.
<No?> domandò.
<No, non verrò.> risposi.
<Peccato, dato che domani é il mio compleanno e quindi stasera a mezzanotte non verrai alla mia festa.> disse.
Rimasi spiazzata, poiché me ne ero totalmente dimenticata.
<Uhm... forse ci penserò...> dissi sorridendo.
Lui rise.
<Allora? Com'è la tua nuova vita, lontano da noi?> chiese e sapevo che saremo finiti a parlare di ciò.
<Brad so dove vuoi andare a parare e io non ho voluto allontanarmi da voi, ma da ogni cosa, per avere un distacco da tutto quello che credevo mi piacesse e invece adesso sono solo confusa!> spiegai.
<Capisco...> disse ed annuii.
Poi riprese parola: <Anzi no, non capisco, tu te ne sei andata per causa mia, per dimenticarmi, per allontanarti da me! Ma so che tu non riesci a starmi lontano, e lo so perché nemmeno io riesco a starti lontano Sunrise, ed infatti guardaci, eccoci qui, di nuovo vicini, perché abbiamo bisogno l'uno dell'altra, perciò smettila di dire che hai avuto questa decisione per sentirti libera, se l'unico motivo è per non vedermi più! Ammettilo Kess, mi ami ancora, io l'ho appena ammesso... adesso tocca a te!> disse sicuro di se, ed infatti aveva ragione al cento per cento, ma dato il mio orgoglio scossi la testa: <Hai sbagliato, io non ti amo, o almeno ti ho dimenticato già, adesso voglio solo sentirmi in pace e stare da sola, perciò devo andare..> dissi.
Il suo sguardo si spense e annuì debolmente.
Mi alzai e me ne andai, rimpiangendo di non avergli detto di amarlo, ma era meglio così.

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