"I love her so much"

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BRAD
Vederla così abbattuta mi spezzava l'anima.
L'aspettavo davanti alla porta del bagno nella sua stanza.
Era lì dentro a farsi una doccia da quasi un'ora ormai.
Stavo giusto per chiamarla quando la porta della sua camera si aprì ed entrò il dottore pelato: il Dottor May.
<Dov'è la signorina Santana?> chiese lui.
<In bagno perché?> chiesi.
<Abbiamo il risultato delle analisi della sua salute celebrale...> disse sfoggiando dei fogli, fuori dal suo raccoglitore di plastica blu.
<E quindi? È a posto vero?> chiesi facendo spallucce.
Lui si abbassò gli occhiali come faceva sempre quando doveva dire qualcosa di serio.
E qualcosa di serio non indicava mai niente di buono.
<No, non sta del tutto bene, anzi il suo corpo rischia delle protuberanze e dei momenti intermedi di mancanza di memoria verso ciò che la circonda...> disse lui e spalancai la bocca, ma continuò:
<Questo significa che la signorina Kess può avere dei momenti di mancamenti memoriali, dove può dimenticarsi della cosa più banale, anche che cos'è una penna o una mano...> disse lui e sentii tante fitte al petto.
<Quanto dura questo mancamento di memoria?> chiesi.
<Beh, può succedere all'improvviso e può durare mezz'ora, di meno, o anche di più.
Ma c'è una cosa importante...> borbottò lui per poi sospirare.
<L'ovulo di mancamenti memoriali può stringersi e scomparire, cosicché Kess ricordi tutto normalmente senza periodi intermedi, ma può anche allargarsi e peggiore la situazione increspandosi per tutto il cervello in modo che lei non si ricordi più nulla, nemmeno chi sia lei e come si chiama o dove si trova, zero..> disse e sentii le gambe cedere quasi.
<A cosa è dovuto tutto questo casino? E come facciamo a rimpicciolire l'ovulo nel cervello?!> chiesi alterato.
<Ciò è dovuto al fatto che è il secondo coma presente nell'arco di quasi un solo anno.
E per evitare il possesso di tutto il cervello basta che la signorina Kess, stia in pace, senza stress, altrimenti le cellule del cervello creeranno confusione e l'ovulo potrà allargarsi...> disse lui e mi misi le mani nei capelli.
Era tutta colpa mia, cavolo!
I miei pensieri furono occupati dai dei singhiozzi provenienti dal bagno. Kess.
<Kess? Apri!> dissi in preda all'ansia e con tono alto.
Il dottore parve preoccuparsi e mi spostò dalla porta.
<Signorina Kess, gentilmente ci può aprire?> chiese il dottore con modo gentile e raffinato.
Ma non ottenemmo nessuna risposta tranne tantissimi singhiozzi.
<Dannazione, Kess apri ti prego...> parlai  cercando di aprire la porta chiusa a chiave.
<No!> gridò lei con voce spezzata.
<Kess? Kess come stai? Cosa succede?> chiesi quasi sul punto di piangere assieme a lei poiché i suoi singhiozzi erano tante pugnalate nel mio cuore.
Poggia la testa alla porta e il dottore parlò:
<Le signore delle pulizie hanno la chiave che apre tutte le stanze..> disse e per poco non gli saltai addosso.
<E se lo fa uscire solo adesso?!> borbottai per poi uscire dalla stanza.
Cercai una signora addetta alle pulizie e la trovai subito, finalmente.
<Scusi può darmi la chiave per aprire le varie porte?!> dissi secco.
<Oh non la ho io, ce l'ha Chatrin!> disse lei.
<Chatrin? E chi diavolo è?> chiesi dilatando un po' le narici.
<Un'addetta alle pulizie...> disse la signora anziana con voce allegra ed acuta.
<Oh non ci ero arrivato a questo! Può dirmi com'è fatta?!> chiesi nervoso.
<É bionda e molto bella, ma mai quanto me! Dovrebbe stare al piano di sopra... Beh, ora devo andare giovanotto!> disse lei aggiustandosi i corti capelli grigi.
Andiamo al piano di sopra..
Arrivai lì e trovai la signora bionda.
<Chatrin? Puoi darmi le chiavi d'accesso alle porte?> chiesi.
Lei spalancò gli occhi: <Perché dovrei?!> disse.
<Perché le vuole il Dottor May!> dissi e lei dopo avermi scrutato per circa un secolo sorrise e mi diede le chiavi.
Ritornai giù da Kess a quando entrai la faccia del dottore era abbastanza preoccupata.
<Se non la cacciamo subito l'ovulo potrà espandersi...> disse.
Con le mani che mi tremavano aprii quella dannata porta che rivelò Kess seduta a terra, con la schiena poggiata al muro e la testa sulle sue ginocchia.
I suoi singhiozzi parevano ampliarsi nel mio cuore.
Alzò la testa di scatto: <Chi... chi siete voi? Cosa volete da me? Dove mi avete portata?> chiese con la faccia rigata di lacrime e le labbra gonfie.
Le sue labbra...
Brad concentrati, lei sta soffrendo... anche se le sue labbra sono così dannatamente gonfie e rosse!
Guardai il dottore e capii che Kess stava subendo uno di quei periodi di mancamento memoriale.
<Piccola sono io, Brad...> dissi avvicinandomi ma lei parve spaventarsi e perciò si allontanò strisciando con il sedere sul pavimento.
Profumava e aveva addosso i vestiti puliti ossia significava che aveva già fatto la doccia.
Il dottore mi fece indietreggiare: <Non vogliamo farti del male, okay? Siamo bravi e vogliamo solo salvarti...> disse il dottore.
Lei annuì debolmente: <Okay, ma lui.... fa paura.... ha tanti tatuaggi... è cattivo?> chiese indicandomi e con tono infantile ma bellissimo.
<No, lui è bravo, ora vieni okay?> chiese il dottor May.
Lei annuì e si alzò.
Quando mi passò vicino spalancò gli occhi e mi superò accostandosi allo stipite della porta in punta di piedi.
Corrucciai la fronte.
Lei si stese e il dottore uscì dalla camera.
Poi si rialzò evitando il mio sguardo come se potessi avvelenarla con gli occhi.
Si guardò attorno, poi guardò la porta, poi il letto, poi le mie scarpe e infine i suoi piedi scalzi. Mosse le dita dei piedi e parlò:
<Cosa sono quelle?> chiese indicando le mie scarpe. Oddio.
<Sono delle scarpe, si usano per poter camminare decentemente e per coprire i piedi...> spiegai.
<Uhm..> disse lei toccandosi il mento.
<E questa cos'è?> chiese guardano la lampada accesa sul comodino come se fosse una nuova scoperta.
<Una lampada, fa luce...> dissi.
Cavolo, vederla così mi deprimeva ma era così dannatamente indifesa da eccitarmi nel tempo stesso.
<Wow, figo!> disse e poi toccò la lampadina con il polpastrello del suo indice.
Sobbalzò indietro quando la toccò.
<Aia!> gridò mettendosi il dito in bocca e leccandosi la parte i cui si era bruciata.
Non potei far a meno di guardarla.
Era così bella, indifesa e sexy.
Si tolse il dito dalle labbra dopo un po' e mi guardò: <Perché mi fissi?> chiese scrutandomi.
Ebbi un Déjà vu e mi venne in mente i primi giorni in cui Kess era ad Hollywood e non potevo far a meno di scrutarla per ogni secondo, notavo in lei qualcosa di curioso e bellissimo, ma capii dopo tanto che non era qualcosa, era proprio lei che era bellissima e mi incuriosiva.
E anche all'ora mi rispose con quel tono e quella domanda alterata.
<Scusa, non volevo fissarti e darti fastidio..> dissi e lei corrucciò la fronte.
Poi guardò a terra e poi si guardò le mani, chiuse gli occhi e quando li riaprí disse:
<Brad? Che ci faccio all'in piedi in mezzo alla stanza? Non ricordo.> disse grattandosi la testa.
Sorrisi, il momento intermedio doveva essere finito...
<Nulla, non preoccuparti ora riposati..> dissi per non farla preoccupare, poiché sapere che perdeva la memoria dimenticandosi di ogni cosa per un pò di tempo poteva spaventarla.
Lei parve corrucciarsi ma poi acconsentì.
<Volevo ringraziarti per starmi sempre vicino, sai... lo apprezzo molto..> disse sorridendo ed arrossendo un po'.
Sorrisi e le baciai la guancia.
La amo così tanto.

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