Non mi mossi da lì come un'ingenua indifesa.
Lei si allontanò finalmente da lui, mi guardò leccandosi le labbra con il rossetto ormai sbavato e poi girò i tacchi andandosene via.
Calò un silenzio imbarazzante, ma non dovevo esser io ad alimentare ciò.
In fondo, cosa potevo aspettarmi? Che Brad mi avesse rispettata? Mi avesse baciata perché mi amava ancora? Ma certo che non era così, mi stava solo prendendo in giro, da sempre.
Scossi la testa: <Come immaginavo...> dissi andandomene.
<Sunrise aspetta!> disse lui ma non mi voltai.
Senti la ghiaia scricchiolare dietro di me, finché non mi ritrovai Brad davanti.
<Ascoltami.> disse.
<No, ho capito, era un bacio d'addio il nostro, va tutto bene!> dissi sicura di me per non apparire debole.
<Cosa?! No! Certo che no, il nostro non era un bacio d'addio!> esclamò.
<Allora o ti piace prenderti gioco delle persone o sei un bastardo manipolatore.> obiettai.
<Penso nessuna delle due ipotesi, l'ho baciata perché ho bisogno che lei creda che stiamo insieme, è una sorta di finta, non la amo, ma ho bisogno che tu stia al gioco; deve crederci e per farlo devo dimostrarglielo in qualche modo...> disse e per poco non scoppiai a ridere.
<Tu sei matto!> ammisi.
<No, Kess, credimi che è soltanto una recita!> disse incrinando la voce.
<E sentiamo, perché dovresti escogitare un piano teatrale contro di lei?!> borbottai.
<Uhm... beh, vedi questo non posso dirtelo, è per il tuo bene, ma devi credermi, abbi solo fiducia in me!> disse supplicandomi con gli occhi.
<Sono stufa che mi continui a ripetere che non puoi dirmi nulla, se non so cosa stai facendo, mi dispiace ma fidarmi di te non è una delle migliori ipotesi!> obiettai andandomene e rimanendolo lì da solo.
Le cose erano cambiate, ne avevo davvero abbastanza!Dopo ancora qualche ora la festa finì con una me ubriaca e una Sellen fin troppo amichevole.
Esatto, subito dopo la chiacchierata con Brad avevo bevuto una bottiglia di Whisky tutta intera e tutta per me.
<Prendi un taxi!> gridai a Sellen credendo che fosse lontana, ma invece era proprio vicino a me.
<Già ci ho pensato!> disse lei ridendo poiché era ubriaca ma meno di me.
Mi grattai il fianco e cercai il telefono in tasca per vedere l'orario ma mi ricordai che non avevo addosso i miei vestiti e il mio telefono era nella tasca degli shorts che erano ancora da Brad.
Mi incamminai verso le scale del palazzo e salii pesantemente tutti i gradini, come se avessi un pezzo di ferro attorno ai piedi;
bussai, ma mi accorsi che la porta era più morbida e liscia, solo dopo aver ripreso conoscenza.
Misi a fuoco la vista e vidi Brad davanti a me, a torso nudo e con due buste piene di bottiglie e bicchieri.
<Brad!> dissi ridendo.
<Kess? Tutto okay?> chiese.
<No... beh, sì; non lo so: volevo solo prendere i miei vestiti...> dissi come un povero uccellino smarrito.
<Okay, entra pure.> disse lui imbarazzato.
Questo mi creò una risatina isterica, e poi d'un tratto credetti di essere in paradiso poiché avevo davanti a me tre Brad.
La testai girava... ma era divertente, perciò continuai a ridere.
<Hey ti senti bene?> chiese prendendomi la mano.
Annuii e subito dopo ebbi una gran nausea e poi un conato di vomito, finché non rimessi gran parte dell'alcol sui piedi di Brad.
Fortunatamente non era scalzo.
<Oh Dio scusa, ma... ma il mio stomaco sembra una lavatrice...> dissi ridendo per la metafora che avevo appena fatto.
<Non fa niente, adesso ti accompagno a casa!> disse passandomi un fazzoletto per pulirmi la bocca.
<No, non scomodarti...> dissi scendendo le scale.
L'alcol era troppo e non riuscivo a reggerlo per questo caddi gradino per gradino ridendo come una squilibrata.
Scoppiai a ridere ancora più forte e Brad mi accorse.
<Stai bene?> chiese in ansia.
La sua reazione mi sembrò stupida ma carina.
<Dai lo so che vuoi ridere! Ridi!> esultai come un boy-scout pronto a incoraggiare i suoi seguaci.
Lui non se lo fece ripetere un'altra volta e accompagnò la mia risata con la sua.
Ridemmo per circa mezz'ora.
<I miei vestiti!> mi ricordai.
Mi alzai per prenderli ma lui mi fermò: <Adesso non sei in vena, te li porterò io, ma ora torniamo al campus!> disse scrutandomi.
<Okay..> dissi sorridendo come una bimba indifesa.
Uscimmo fuori e Sellen non c'era più.
<Sellen é andata via!> dissi mettendo il broncio.
Dio l'alcol mi faceva perdere la testa, e la presenza di Brad... non aiutava.
<E da quanto tu e Sellen vi frequentante?> chiese e solo ora mi accorsi che era ancora a torso nudo.
<Da mai! Siamo solo coinquiline!> dissi prendendo subito le mie difese.
<Cosa?! Coinquiline?!> borbottò sorpreso.
<Esatto. Sellen é la mia dolce e simpatica compagna di stanza!> dissi come se fosse un motto.
Lui fece una risatina sarcastica: <E tu che volevi cambiare vita...> disse ridendo.
Gli lanciai un'occhiataccia: <Sellen non mi ostacolerà.> dissi fredda e facendogli la linguaccia.
<E quindi, com'è la camera?> chiese con un borbotto metà divertito metà serio: lunatico.
Entrammo in auto e mi venne un brivido di freddo. Brad accese l'aria condizionata e mi sorrise.
<Beh, dovresti sapere che Sellen non ha una camera, ha una specie di appartamento, quello più spazioso dell'intero campus! Sembra una sorta di casa! Quindi, "la casa" è molto bella!> dissi sorridendo ed entusiasta come una bambina.
<Già dovevo immaginarlo...> disse.
Annuii e gli sorrisi dopodiché cominciai a canticchiare la canzone che la radio stava trasmettendo in sottofondo: Still got time.
<E sei felice?> chiese d'un tratto con tono indifferente ma con una scintilla si curiosità negli occhi.
<Si, penso...> borbottai con sincerità, ma se non avessi avuto l'alcol nelle vene non avrei detto quel 'penso', però l'alcol, si sa, ti fa dire la verità senza che tu voglia.
Brad parcheggiò nel campus: <Dov'è la tua stanza? Così ti accompagno.> disse scrutando i miei occhi.
Guardai un'ultima volta i suoi addominali evitando di sbavare e poi risposi:
<Sto nella zona occidentale del campus, al terzo piano... ma posso arrivarci da sola, grazie per il passaggio!> dissi aprendo lo sportello dell'auto.
<Uhm... beh, devo riportarti i vestiti, qual'è la tua stanza?> chiese prendendomi il polso prima di farmi scendere.
<È la numero 449!> dissi e lui sorrise compiaciuto ma mi girava troppo la testa per capire il perché.
<Io vado, ci si vede!> dissi andandomene.
<Ciao Sunrise!> disse lui e sentirgli pronunciare questo nome mi provocò una serie di brividi lungo la schiena.
<Ciao e lavati i piedi!> dissi senza nemmeno accorgermene e diventai paonazza per la figuraccia.
Lui scoppiò a ridere: <Hei è colpa tua! > gridò dal finestrino dell'auto, allontanandosi.
Alzai le mani in segno di resa e poi corsi a casa.
Quando aprii la porta per poco non urlai vedendo Sellen nel buio.
<Sei ancora sveglia?> sussurrai.
<Si, volevo solo dirti che io e te, siamo nemiche come sempre, non è cambiato nulla e dimentica questa serata anche se ammetto di essermi divertita...> disse facendo spallucce.
<Okay...> sospirai e lei finse un sorriso.
Mi struccai e mi buttai a letto crollando in un sonno profondo.
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Lei 2
Randomdisse Kess ormai per la millesima volta in preda alle lacrime. sussurrava ogni volta prima di andare a dormire, sperando che in qualche modo Brad potesse sentirla. questo che si ripeterà sempre Kess per andare avanti anche senza di lui. Sembrav...